A partire dai primi anni 2000 i Contratti di fiume (CdF) hanno contribuito ad aprire la strada ad approcci innovativi nel campo della riqualificazione fluviale e della pianificazione del territorio. Strumenti volontari di carattere pattizio, i CdF hanno promosso la strutturazione di progetti integrati e multisettoriali d’area vasta in grado di coordinare difesa idraulica ed equilibrio idrogeologico da un lato, con il progetto del paesaggio e la creazione di nuove e più durevoli economie dall’altro. Inoltre, nel quadro attuale, i CdF potrebbero configurarsi come utili strumenti sia per il perseguimento di obiettivi di adattamento climatico e di implementazione di alcune delle policy areas del green deal europeo, che come occasione di attuazione della pianificazione paesaggistica regionale, consentendo quindi un trattamento unitario e coerente delle aste fluviali alla scala del bacino idrografico (anche con riferimento alle aree tutelate per legge). Il percorso di attuazione di tali dispositivi è, però, complesso e problematico. In questo contributo, partendo dall’esperienza del CdF Pesa (relativa a un territorio compreso tra Firenze e Siena) in cui chi scrive è coinvolta come responsabile del DIDA-UNIFI, vengono delineati alcuni passaggi che possono dare un contributo in direzione dell’operatività dei CdF.
I contratti di fiume: una prospettiva strategica per il governo del territorio e del paesaggio? / Maria Rita Gisotti. - ELETTRONICO. - (2025), pp. 108-112. (Intervento presentato al convegno XXVI CONFERENZA NAZIONALE SIU - SOCIETÀ ITALIANA DEGLI URBANISTI NUOVE ECOLOGIE TERRITORIALI. COABITARE MONDI CHE CAMBIANO tenutosi a Napoli nel 12-14 GIUGNO 2024).
I contratti di fiume: una prospettiva strategica per il governo del territorio e del paesaggio?
Maria Rita Gisotti
2025
Abstract
A partire dai primi anni 2000 i Contratti di fiume (CdF) hanno contribuito ad aprire la strada ad approcci innovativi nel campo della riqualificazione fluviale e della pianificazione del territorio. Strumenti volontari di carattere pattizio, i CdF hanno promosso la strutturazione di progetti integrati e multisettoriali d’area vasta in grado di coordinare difesa idraulica ed equilibrio idrogeologico da un lato, con il progetto del paesaggio e la creazione di nuove e più durevoli economie dall’altro. Inoltre, nel quadro attuale, i CdF potrebbero configurarsi come utili strumenti sia per il perseguimento di obiettivi di adattamento climatico e di implementazione di alcune delle policy areas del green deal europeo, che come occasione di attuazione della pianificazione paesaggistica regionale, consentendo quindi un trattamento unitario e coerente delle aste fluviali alla scala del bacino idrografico (anche con riferimento alle aree tutelate per legge). Il percorso di attuazione di tali dispositivi è, però, complesso e problematico. In questo contributo, partendo dall’esperienza del CdF Pesa (relativa a un territorio compreso tra Firenze e Siena) in cui chi scrive è coinvolta come responsabile del DIDA-UNIFI, vengono delineati alcuni passaggi che possono dare un contributo in direzione dell’operatività dei CdF.File | Dimensione | Formato | |
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