Il contributo propone un’analisi quantitativa del lavoro penitenziario in Italia, basata sui dati ufficiali resi disponibili dall’Amministrazione penitenziaria tra il 1991 e il 2024. Nonostante un incremento numerico dei detenuti impiegati, il tasso di disoccupazione resta stabilmente superiore al 65%. L’articolo evidenzia le criticità strutturali del sistema: la prevalenza di mansioni interne a bassa qualificazione (i cosiddetti servizi domestici), la marginalità del lavoro per soggetti privati, le difficoltà nello sviluppo di lavorazioni industriali e agricole, nonché la scarsa diffusione della formazione professionale. Particolare attenzione è dedicata alla carenza di una profilazione sistematica della popolazione detenuta, elemento che ostacola la progettazione di percorsi efficaci di reinserimento socio-lavorativo. This paper presents a quantitative analysis of prison labour in Italy, based on official data published by the Prison Administration from 1991 to 2024. Despite a numerical increase in the number of incarcerated individuals engaged in work activities, the overall unemployment rate within prisons remains consistently above 65%. The article highlights several structural weaknesses in the system: the predominance of low-skilled internal tasks (socalled domestic services), the marginal role of private-sector employment, persistent difficulties in developing industrial and agricultural work programs, and the limited availability of vocational training. Special attention is devoted to the absence of a systematic profiling process for the prison population, which hinders the design and implementation of effective social and labour reintegration pathways.

Il lavoro penitenziario tra disoccupazione e ineffettività: un’analisi quantitativa del fenomeno / Giuseppe Caputo. - In: LAVORO, DIRITTI, EUROPA. - ISSN 2611-3783. - ELETTRONICO. - 2:(2025), pp. 1-16.

Il lavoro penitenziario tra disoccupazione e ineffettività: un’analisi quantitativa del fenomeno

Giuseppe Caputo
2025

Abstract

Il contributo propone un’analisi quantitativa del lavoro penitenziario in Italia, basata sui dati ufficiali resi disponibili dall’Amministrazione penitenziaria tra il 1991 e il 2024. Nonostante un incremento numerico dei detenuti impiegati, il tasso di disoccupazione resta stabilmente superiore al 65%. L’articolo evidenzia le criticità strutturali del sistema: la prevalenza di mansioni interne a bassa qualificazione (i cosiddetti servizi domestici), la marginalità del lavoro per soggetti privati, le difficoltà nello sviluppo di lavorazioni industriali e agricole, nonché la scarsa diffusione della formazione professionale. Particolare attenzione è dedicata alla carenza di una profilazione sistematica della popolazione detenuta, elemento che ostacola la progettazione di percorsi efficaci di reinserimento socio-lavorativo. This paper presents a quantitative analysis of prison labour in Italy, based on official data published by the Prison Administration from 1991 to 2024. Despite a numerical increase in the number of incarcerated individuals engaged in work activities, the overall unemployment rate within prisons remains consistently above 65%. The article highlights several structural weaknesses in the system: the predominance of low-skilled internal tasks (socalled domestic services), the marginal role of private-sector employment, persistent difficulties in developing industrial and agricultural work programs, and the limited availability of vocational training. Special attention is devoted to the absence of a systematic profiling process for the prison population, which hinders the design and implementation of effective social and labour reintegration pathways.
2025
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Giuseppe Caputo
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