In un contesto di Planetary Urbanization, i processi rapidi e invasivi di urbanizzazione producono un nuovo tipo di spazio di scarto o di rifiuto, con un grande potenziale: “Spazi scartati da logiche produttive ma pregiati per le comunità locali” (Paba & Perrone, 2018). Terrain Vague, Urban Voids, Vacant Land: spazi dove l’inedificato prevale sul costruito, l’abbandono sul controllo, l’imprevedibile sul progettato, la natura sull’uomo e che insieme formano una specie di negativo della città stessa e dei suoi processi. Anche se invocati spesso come spazi degradati, negativi e pericolosi, proprio a causa del loro stato di abbandono questi spazi hanno un grande potenziale e possono avere un contributo per le crescenti richieste di più spazi urbani verdi e sfide urbane. Una occasione per attivare il potenziale di questi spazi sorge quando vengono concepiti e gestiti come Urban Commons, privilegiandone il valore d’uso, lasciando che la comunità locale gestisca le risorse e permettendo una certa flessibilità negli usi. Il paper propone di descrivere le opportunità e il potenziale di un approccio Commoning dei Terrain Vague, attraverso: una sintetica esposizione della letteratura e della teoria sui principali concetti; una analisi comparativa fra due casi di studio, evidenziandone differenze e similitudini, sulla base degli obiettivi, delle strategie adottate, attori coinvolti; la rappresentazione di un Terrain Vague di Lisbona, attraverso la cartografia, per mostrarne le caratteristiche e visioni sul suo futuro. I risultati sperati sono una descrizione delle opportunità dell’applicazione di un approccio di Urban Commons nei Terrain Vague.
Spazi scartati da logiche produttive ma pregiati per le comunità locali: ripensare i Terrain Vague come Urban Commons / C. Perrone. - ELETTRONICO. - Cantieri: Atti della XXVI Conferenza Nazionale SIU Nuove ecologie territoriali. Coabitare mondi che cambiano:(2025), pp. 189-199. (Intervento presentato al convegno XXVI Conferenza Nazionale SIU Nuove ecologie territoriali. Coabitare mondi che cambiano tenutosi a Napoli nel 12-14 giungo 2024).
Spazi scartati da logiche produttive ma pregiati per le comunità locali: ripensare i Terrain Vague come Urban Commons
C. Perrone
Conceptualization
2025
Abstract
In un contesto di Planetary Urbanization, i processi rapidi e invasivi di urbanizzazione producono un nuovo tipo di spazio di scarto o di rifiuto, con un grande potenziale: “Spazi scartati da logiche produttive ma pregiati per le comunità locali” (Paba & Perrone, 2018). Terrain Vague, Urban Voids, Vacant Land: spazi dove l’inedificato prevale sul costruito, l’abbandono sul controllo, l’imprevedibile sul progettato, la natura sull’uomo e che insieme formano una specie di negativo della città stessa e dei suoi processi. Anche se invocati spesso come spazi degradati, negativi e pericolosi, proprio a causa del loro stato di abbandono questi spazi hanno un grande potenziale e possono avere un contributo per le crescenti richieste di più spazi urbani verdi e sfide urbane. Una occasione per attivare il potenziale di questi spazi sorge quando vengono concepiti e gestiti come Urban Commons, privilegiandone il valore d’uso, lasciando che la comunità locale gestisca le risorse e permettendo una certa flessibilità negli usi. Il paper propone di descrivere le opportunità e il potenziale di un approccio Commoning dei Terrain Vague, attraverso: una sintetica esposizione della letteratura e della teoria sui principali concetti; una analisi comparativa fra due casi di studio, evidenziandone differenze e similitudini, sulla base degli obiettivi, delle strategie adottate, attori coinvolti; la rappresentazione di un Terrain Vague di Lisbona, attraverso la cartografia, per mostrarne le caratteristiche e visioni sul suo futuro. I risultati sperati sono una descrizione delle opportunità dell’applicazione di un approccio di Urban Commons nei Terrain Vague.| File | Dimensione | Formato | |
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