Negli ultimi decenni, le aree metropolitane hanno esercitato un forte richiamo economico, demografico e culturale, contribuendo alla marginalizzazione delle cosiddette "aree interne", territori spesso percepiti come periferici, svantaggiati e per questo in via di abbandono. Nonostante la profusione di piccoli borghi e realtà territoriali locali abbia rappresentato il meccanismo evolutivo del territorio italiano sin da tempi remoti, il recente predominio delle città sta accelerando un processo di declino di tali realtà. Sebbene tali inclinazioni risultino oggi discutibilmente assecondate dal recente Piano Strategico Nazionale delle aree interne, queste possono offrire oggi un'alternativa locale alla centralizzazione delle conurbazioni metropolitane. La ricerca di spazio all’interno della città, contrastata dalla speculazione edilizia, può trovare uno sfogo naturale nella disponibilità di spazi dimenticati o sottovalutati. Per questo è necessario portare avanti una pianificazione che non si immobilizzi sulla musealizzazione vernacolare dei borghi storici in chiava turistica e che permetta il rilancio di aree e territori per mezzo di investimenti e connessioni che aiutino il superamento di quella che qui è vista come una forma di “violenza infrastrutturale” verso gli abitanti delle zone in analisi, tema presente anche alla corrente Biennale di Venezia. In una visione orientata al rinnovo economico e sociale e alla transizione digitale ed ecologica, la Regione Toscana spicca per innovazione e operatività avendo approvato nel 2025 la Legge Regionale “Valorizzazione della Toscana diffusa”. Tale norma prosegue il lavoro di quella pubblicata nel 2011 per lo sviluppo del sistema delle autonomie locali e sulla scorta a sua volta della legge nazionale del 2017 sulle misure a sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni. Ripensare lo spazio del territorio aldilà delle città significa tornare a quella radice storica dello sviluppo dei centri abitati italiani, aprendo nuovi spazi di azione all’urbanistica per mezzo di una progettazione integrata, capace di coniugare prossimità e sostenibilità ma che tenga a mente anche umanamente e con sensibilità il concetto di “resistenza attiva”, nozione ampia, poetica e politica, che si intreccia con la sopravvivenza culturale dei piccoli paesi, la difesa della lentezza, la cura del paesaggio e la resilienza delle aree interne contro l’omologazione urbana e l’abbandono.

Extra urbem. Le aree interne come alternativa alle zone metropolitane / vieri urbani; lorenzo bagnoli; ludovica Gregori. - ELETTRONICO. - (2025), pp. 22-25. (Intervento presentato al convegno URBANPROMO 2025 tenutosi a Firenze nel 14/11/2025).

Extra urbem. Le aree interne come alternativa alle zone metropolitane.

ludovica Gregori
Writing – Original Draft Preparation
2025

Abstract

Negli ultimi decenni, le aree metropolitane hanno esercitato un forte richiamo economico, demografico e culturale, contribuendo alla marginalizzazione delle cosiddette "aree interne", territori spesso percepiti come periferici, svantaggiati e per questo in via di abbandono. Nonostante la profusione di piccoli borghi e realtà territoriali locali abbia rappresentato il meccanismo evolutivo del territorio italiano sin da tempi remoti, il recente predominio delle città sta accelerando un processo di declino di tali realtà. Sebbene tali inclinazioni risultino oggi discutibilmente assecondate dal recente Piano Strategico Nazionale delle aree interne, queste possono offrire oggi un'alternativa locale alla centralizzazione delle conurbazioni metropolitane. La ricerca di spazio all’interno della città, contrastata dalla speculazione edilizia, può trovare uno sfogo naturale nella disponibilità di spazi dimenticati o sottovalutati. Per questo è necessario portare avanti una pianificazione che non si immobilizzi sulla musealizzazione vernacolare dei borghi storici in chiava turistica e che permetta il rilancio di aree e territori per mezzo di investimenti e connessioni che aiutino il superamento di quella che qui è vista come una forma di “violenza infrastrutturale” verso gli abitanti delle zone in analisi, tema presente anche alla corrente Biennale di Venezia. In una visione orientata al rinnovo economico e sociale e alla transizione digitale ed ecologica, la Regione Toscana spicca per innovazione e operatività avendo approvato nel 2025 la Legge Regionale “Valorizzazione della Toscana diffusa”. Tale norma prosegue il lavoro di quella pubblicata nel 2011 per lo sviluppo del sistema delle autonomie locali e sulla scorta a sua volta della legge nazionale del 2017 sulle misure a sostegno e valorizzazione dei piccoli comuni e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni. Ripensare lo spazio del territorio aldilà delle città significa tornare a quella radice storica dello sviluppo dei centri abitati italiani, aprendo nuovi spazi di azione all’urbanistica per mezzo di una progettazione integrata, capace di coniugare prossimità e sostenibilità ma che tenga a mente anche umanamente e con sensibilità il concetto di “resistenza attiva”, nozione ampia, poetica e politica, che si intreccia con la sopravvivenza culturale dei piccoli paesi, la difesa della lentezza, la cura del paesaggio e la resilienza delle aree interne contro l’omologazione urbana e l’abbandono.
2025
Fare Spazio_Dare Spazio in urbanistica
URBANPROMO 2025
Firenze
14/11/2025
vieri urbani; lorenzo bagnoli; ludovica Gregori
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