Il contributo propone una modalità di indagine della fraseologia dei Promessi sposi, circoscrivendo alcune coordinate teoriche fondamentali in relazione alla specificità del testo manzoniano. A partire dal concetto di “non non-creatività” (De Mauro 1990), la fraseologia viene considerata un livello fondamentale dell’uso linguistico per quanto riguarda la realizzazione di una medietà di tono e di registro (Testa 1997). Per via della convenzionalità che le caratterizza, le strutture fraseologiche diventano il “bandolo della matassa” della lingua del romanzo fino alla sua ultima versione. L’impiego di “modi di dire”, “frasi”, e “locuzioni”, vivi e veri, richiede allo scrittore un largo dispiegamento di forze, parallelo alla redazione dell’opera. La presenza di questi fenomeni può essere osservata in diacronia, verificandola nelle quattro forme del testo (le due minute, Fermo e Lucia e Gli Sposi Promessi, e le due edizioni a stampa), in modo da individuare le spinte linguistico-culturali che hanno determinato la costituzione della facies fraseologica del romanzo. In questo contributo si presenta, come caso di studio, la storia delle locuzioni avverbiali sinonimiche al buio, a naso, a tastoni, a tentone. Alla luce di queste considerazioni, emerge come lo studio dei Promessi sposi da un punto di vista fraseologico permetta di ripercorrere le tappe fondamentali della sua stesura, e di dedurre il metodo di costruzione linguistica del romanzo attraverso le strategie, le fonti, le riflessioni teoriche dell’autore.

Per un’indagine fraseologica dei "Promessi sposi" / Ersilia Russo. - In: ITALIANO DIGITALE. - ISSN 2532-9006. - ELETTRONICO. - XXVI:(2023), pp. 200-211. [10.35948/2532-9006/2024.30148]

Per un’indagine fraseologica dei "Promessi sposi"

Ersilia Russo
2023

Abstract

Il contributo propone una modalità di indagine della fraseologia dei Promessi sposi, circoscrivendo alcune coordinate teoriche fondamentali in relazione alla specificità del testo manzoniano. A partire dal concetto di “non non-creatività” (De Mauro 1990), la fraseologia viene considerata un livello fondamentale dell’uso linguistico per quanto riguarda la realizzazione di una medietà di tono e di registro (Testa 1997). Per via della convenzionalità che le caratterizza, le strutture fraseologiche diventano il “bandolo della matassa” della lingua del romanzo fino alla sua ultima versione. L’impiego di “modi di dire”, “frasi”, e “locuzioni”, vivi e veri, richiede allo scrittore un largo dispiegamento di forze, parallelo alla redazione dell’opera. La presenza di questi fenomeni può essere osservata in diacronia, verificandola nelle quattro forme del testo (le due minute, Fermo e Lucia e Gli Sposi Promessi, e le due edizioni a stampa), in modo da individuare le spinte linguistico-culturali che hanno determinato la costituzione della facies fraseologica del romanzo. In questo contributo si presenta, come caso di studio, la storia delle locuzioni avverbiali sinonimiche al buio, a naso, a tastoni, a tentone. Alla luce di queste considerazioni, emerge come lo studio dei Promessi sposi da un punto di vista fraseologico permetta di ripercorrere le tappe fondamentali della sua stesura, e di dedurre il metodo di costruzione linguistica del romanzo attraverso le strategie, le fonti, le riflessioni teoriche dell’autore.
2023
XXVI
200
211
Ersilia Russo
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