Nel saggio si affronta, in chiave comparatistica, la disciplina dei punitive damages. Innanzitutto, si effettua un'estesa ricostruzione degli orientamenti giurisprudenziali e dottrinali, relativamente all'esperienza statunitense, con particolare attenzione alle principali decisioni rese dalla Corte Suprema Federale USA in tema di legittimità dei punitive awards, negli anni immediatamente successivi alla svolta segnata dal caso BMW of North America v. Gore (1996). Quindi, si analizza l'esperienza inglese, volgendo l'attenzione sia al dato giurisprudenziale, sia ai contributi degli studiosi, e segnatamente al ruolo svolto dalla Law Commission, artefice di un'ampia ricognizione della materia, nonché di una specifica proposta di riforma. Infine, si propone una riflessione critica, in un confronto con la realtà dei Paesi di civil law, ove i punitive damages non sono stati solo oggetto di approndimento dottrinale, essendo stata la loro ammissibilità vagliata anche dalle Corti, ai fini di una verifica circa la possibilità di delibare delle sentenze, rese negli USA, di cui si richiedeva l'esecuzione in ordinamenti europei continentali. In conclusione, si prende atto di alcuni importanti segnali di cambiamento (in particolare nell'esperienza inglese), dovuti a mutamenti giurisprudenziali inscrivibili nel solco di una maggior sensibilità verso la tutela dei diritti fondamentali. A chiusura del lavoro, in una breve nota, si dà conto di due importanti decisioni rese dalla Corte Suprema inglese (allora, House of Lords, negli ormai noti casi Kuddus v. Chief Constable of South Leicestershire Police ed Attorney General v. Blake) al fine di sottolineare come tali orientamenti abbiano ricevuto infine un avallo autorevole.
I punitive damages fra regole, standards e principi: un'inedita vocazione pubblica di un antico strumento privatistico? / E. URSO. - In: DIRITTO PUBBLICO COMPARATO ED EUROPEO. - ISSN 1720-4313. - STAMPA. - III-2001:(2001), pp. 2011-2048.
I punitive damages fra regole, standards e principi: un'inedita vocazione pubblica di un antico strumento privatistico?
URSO, ELENA
2001
Abstract
Nel saggio si affronta, in chiave comparatistica, la disciplina dei punitive damages. Innanzitutto, si effettua un'estesa ricostruzione degli orientamenti giurisprudenziali e dottrinali, relativamente all'esperienza statunitense, con particolare attenzione alle principali decisioni rese dalla Corte Suprema Federale USA in tema di legittimità dei punitive awards, negli anni immediatamente successivi alla svolta segnata dal caso BMW of North America v. Gore (1996). Quindi, si analizza l'esperienza inglese, volgendo l'attenzione sia al dato giurisprudenziale, sia ai contributi degli studiosi, e segnatamente al ruolo svolto dalla Law Commission, artefice di un'ampia ricognizione della materia, nonché di una specifica proposta di riforma. Infine, si propone una riflessione critica, in un confronto con la realtà dei Paesi di civil law, ove i punitive damages non sono stati solo oggetto di approndimento dottrinale, essendo stata la loro ammissibilità vagliata anche dalle Corti, ai fini di una verifica circa la possibilità di delibare delle sentenze, rese negli USA, di cui si richiedeva l'esecuzione in ordinamenti europei continentali. In conclusione, si prende atto di alcuni importanti segnali di cambiamento (in particolare nell'esperienza inglese), dovuti a mutamenti giurisprudenziali inscrivibili nel solco di una maggior sensibilità verso la tutela dei diritti fondamentali. A chiusura del lavoro, in una breve nota, si dà conto di due importanti decisioni rese dalla Corte Suprema inglese (allora, House of Lords, negli ormai noti casi Kuddus v. Chief Constable of South Leicestershire Police ed Attorney General v. Blake) al fine di sottolineare come tali orientamenti abbiano ricevuto infine un avallo autorevole.File | Dimensione | Formato | |
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