SOMMARIO: 1. Premessa. I principi antitrust del Trattato CE come fondamento costituzionale della concorrenza. – 2. I presupposti di applicazione della legislazione antitrust all’esercizio di diritti di proprietà intellettuale. Incompatibilità di questi presupposti con i princìpi che regolano la valutazione della costituzionalità di norme. Il problema dell’esistenza di un modello di concorrenza costituzionalmente protetto in via generale ed astratta, indipendentemente dalla concreta situazione del mercato. – 3. Questo modello non è ricostruibile in base alla giurisprudenza costituzionale italiana. - 4. Non è ricostruibile in base alla giurisprudenza della Corte di giustizia della CE diversa da quella relativa ai principi di libera circolazione delle merci. – 5. Non è ricostruibile in base alla legislazione ordinaria nazionale e comunitaria. – 6. Analisi dei possibili modelli concorrenziali. Il modello concorrenziale diretto a favorire un’offerta di beni e servizi per prezzi corrispondenti al costo marginale. Sua incompatibilità con il sistema dei diritti di proprietà intellettuale così come riconosciuto e protetto da fonti di rango costituzionale, e in particolare dall’accordo TRIPS. – 7. Il modello concorrenziale diretto a massimizzare l’utilità sociale degli investimenti in opere e tecnologie protette, misurata in relazione al rendimento dei capitali investiti. Questo modello può giustificare la compressione dei diritti di proprietà intellettuale solo in una prospettiva dirigistica: che riconosca agli investimenti nell’innovazione una utilità sociale superiore a quella di investimenti alternativi. Irriconducibilità di questo modello al fondamento costituzionale della concorrenza. – 8. Il modello concorrenziale diretto a massimizzare l’utilità sociale degli investimenti in opere e tecnologie protette, misurata in relazione (anche) al benessere dei consumatori. Questo modello concorrenziale non presenta in via generale ed astratta profili di antiteticità con l’ordinamento delle privative. L’antiteticità può emergere solo in alcuni casi concreti in relazione alla situazione del mercato ed alla sua prevedibile evoluzione. – 9. Conclusione. L’impossibilità di ricostruire in via generale un modello concorrenziale costituzionalmente protetto ed antitetico alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale come riflesso dell’incertezza relativa alle dimensioni ottimali dell’offerta di innovazione culturale e tecnologica.
La concorrenza / D. SARTI. - In: AIDA. ANNALI ITALIANI DEL DIRITTO D'AUTORE, DELLA CULTURA E DELLO SPETTACOLO. - ISSN 1720-4259. - STAMPA. - 2005:(2005), pp. 161-180.
La concorrenza
SARTI, DAVIDE
2005
Abstract
SOMMARIO: 1. Premessa. I principi antitrust del Trattato CE come fondamento costituzionale della concorrenza. – 2. I presupposti di applicazione della legislazione antitrust all’esercizio di diritti di proprietà intellettuale. Incompatibilità di questi presupposti con i princìpi che regolano la valutazione della costituzionalità di norme. Il problema dell’esistenza di un modello di concorrenza costituzionalmente protetto in via generale ed astratta, indipendentemente dalla concreta situazione del mercato. – 3. Questo modello non è ricostruibile in base alla giurisprudenza costituzionale italiana. - 4. Non è ricostruibile in base alla giurisprudenza della Corte di giustizia della CE diversa da quella relativa ai principi di libera circolazione delle merci. – 5. Non è ricostruibile in base alla legislazione ordinaria nazionale e comunitaria. – 6. Analisi dei possibili modelli concorrenziali. Il modello concorrenziale diretto a favorire un’offerta di beni e servizi per prezzi corrispondenti al costo marginale. Sua incompatibilità con il sistema dei diritti di proprietà intellettuale così come riconosciuto e protetto da fonti di rango costituzionale, e in particolare dall’accordo TRIPS. – 7. Il modello concorrenziale diretto a massimizzare l’utilità sociale degli investimenti in opere e tecnologie protette, misurata in relazione al rendimento dei capitali investiti. Questo modello può giustificare la compressione dei diritti di proprietà intellettuale solo in una prospettiva dirigistica: che riconosca agli investimenti nell’innovazione una utilità sociale superiore a quella di investimenti alternativi. Irriconducibilità di questo modello al fondamento costituzionale della concorrenza. – 8. Il modello concorrenziale diretto a massimizzare l’utilità sociale degli investimenti in opere e tecnologie protette, misurata in relazione (anche) al benessere dei consumatori. Questo modello concorrenziale non presenta in via generale ed astratta profili di antiteticità con l’ordinamento delle privative. L’antiteticità può emergere solo in alcuni casi concreti in relazione alla situazione del mercato ed alla sua prevedibile evoluzione. – 9. Conclusione. L’impossibilità di ricostruire in via generale un modello concorrenziale costituzionalmente protetto ed antitetico alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale come riflesso dell’incertezza relativa alle dimensioni ottimali dell’offerta di innovazione culturale e tecnologica.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.