ISBN 978-88-8419-312-4 ABSTRACT It is well known that, in his attempt to forge a new art criticism and history based on the Idealist aesthetic of Benedetto Croce but more attentive to the specific linguistic modes of the single arts, the young Roberto Longhi looked above all to the theoretical writings of Bernard Berenson. This paper explores the hypothesis that the critical writings of John Ruskin also played a significant role in this process, not only in so far as they formed part of the tradition within which Berenson operated, but as offering a significant supplement to Berenson’s theory of painting and of art generally, in relation to colour. Drawing on unpublished correspondence and the marginalia inscribed by Longhi in his personal copies of Ruskin’s books (Fondazione Longhi, Florence), it proposes that Ruskin’s views on colour, and in particular on the relation of colour and tone, may have made an important contribution to Longhi’s interpretation, in early works such as Breve ma veridica storia della pittura Italian and Piero dei Franceschi e le origini della pittura veneziana (both of 1914), of the painting of Piero della Francesca and of the Venetian school descending from Giovanni Bellini. È ben noto che, nel tentativo di creare una nuova critica dell’arte ed una nuova storiografia artistica, fondate sull’estetica idealista di Benedetto Croce ma più attente alle specificità linguistiche delle singole arti, il giovane Roberto Longhi guardava soprattutto alle opere teoriche di Bernard Berenson. Il saggio indaga l’ipotesi che abbia giocato un ruolo significativo in tale processo anche la critica di John Ruskin, non solo in quanto faceva parte della tradizione entro la quale operava Berenson, ma anche perché offriva un supplemento prezioso alla teoria pittorica e più generalmente artistica dell’americano, con particolare riferimento al colore. Avvalendosi di lettere inedite e delle annotazioni apportate da Longhi nelle proprie copie dei libri di Ruskin (Firenze, Fondazione Longhi), esso propone che le riflessioni ruskiniane sul colore, ed in particolare sul rapporto tra colore e chiaroscuro, abbia fornito un importante contributo all’interpretazione avanzata da Longhi in opere giovanili quali la Breve ma veridica storia della pittura Italian e Piero dei Franceschi e le origini della pittura veneziana (entrambi del 1914) della pittura di Piero della Francesca e di tutta la pittura veneta che discende da Giovanni Bellini.

Roberto Longhi, John Ruskin e l'"intonazione" del colore / P. TUCKER. - In: ANNALI DI CRITICA D'ARTE. - ISSN 2279-557X. - STAMPA. - 2:(2006), pp. 271-300.

Roberto Longhi, John Ruskin e l'"intonazione" del colore

TUCKER, PAUL STEPHEN
2006

Abstract

ISBN 978-88-8419-312-4 ABSTRACT It is well known that, in his attempt to forge a new art criticism and history based on the Idealist aesthetic of Benedetto Croce but more attentive to the specific linguistic modes of the single arts, the young Roberto Longhi looked above all to the theoretical writings of Bernard Berenson. This paper explores the hypothesis that the critical writings of John Ruskin also played a significant role in this process, not only in so far as they formed part of the tradition within which Berenson operated, but as offering a significant supplement to Berenson’s theory of painting and of art generally, in relation to colour. Drawing on unpublished correspondence and the marginalia inscribed by Longhi in his personal copies of Ruskin’s books (Fondazione Longhi, Florence), it proposes that Ruskin’s views on colour, and in particular on the relation of colour and tone, may have made an important contribution to Longhi’s interpretation, in early works such as Breve ma veridica storia della pittura Italian and Piero dei Franceschi e le origini della pittura veneziana (both of 1914), of the painting of Piero della Francesca and of the Venetian school descending from Giovanni Bellini. È ben noto che, nel tentativo di creare una nuova critica dell’arte ed una nuova storiografia artistica, fondate sull’estetica idealista di Benedetto Croce ma più attente alle specificità linguistiche delle singole arti, il giovane Roberto Longhi guardava soprattutto alle opere teoriche di Bernard Berenson. Il saggio indaga l’ipotesi che abbia giocato un ruolo significativo in tale processo anche la critica di John Ruskin, non solo in quanto faceva parte della tradizione entro la quale operava Berenson, ma anche perché offriva un supplemento prezioso alla teoria pittorica e più generalmente artistica dell’americano, con particolare riferimento al colore. Avvalendosi di lettere inedite e delle annotazioni apportate da Longhi nelle proprie copie dei libri di Ruskin (Firenze, Fondazione Longhi), esso propone che le riflessioni ruskiniane sul colore, ed in particolare sul rapporto tra colore e chiaroscuro, abbia fornito un importante contributo all’interpretazione avanzata da Longhi in opere giovanili quali la Breve ma veridica storia della pittura Italian e Piero dei Franceschi e le origini della pittura veneziana (entrambi del 1914) della pittura di Piero della Francesca e di tutta la pittura veneta che discende da Giovanni Bellini.
2006
2
271
300
P. TUCKER
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