Il saggio rappresenta un punto di sintesi. Mette in luce una particolare prassi letteraria: il tentativo di elaborare l’esperienza vissuta nella modernità sovietica intesa come contesto caratterizzato dal «terrorismo dell’astratto», dalla cesura violenta con la tradizione e dal dominio politico sulla lingua, così come da una articolata micro-storia della ricerca nel e del linguaggio letterario falsato della voce di un «padre» assente. Il problema del canone viene qui letto in termini non di «sistema» ma di «ontologia dell’essere nel letterario». Nell’ottica della ricerca complessiva condotta a partire dal 1989, il saggio rientra nella prospettiva teorica della sintesi di tre linee di ricerca – una prima definita con la categoria di «postmodernità etico-linguistica» dell’area geoculturale dell’ex blocco sovietico (Scrivere postmoderno in Ungheria, 1995, Roma, Arlem), una seconda con la sperimentazione di una «scrittura e traduzione collaborativa» dedicata a un «inventario delle figure dell’esistenza letteraria post-1989» (Scrittori ungheresi allo specchio, 2002, Roma, Carocci), una terza con il tentativo di creare un itinerario interpretativo della funzione culturale della letteratura ungherese (Letteratura in Ungheria 1945-2002, in Storia della letteratura ungherese, 1-2, a cura di B. Ventavoli, 2002-2004, Torino, Lindau) – e approfondisce alcuni aspetti del duplice problema (sistematicamente trattato in tutte e tre le linee di ricerca) di «ri-scrittura» e di «etica (linguistica) della scrittura».
Grandi opere che 'si correggono'. Il caso di Péter Esterházy / Tottossy, Beatrix. - In: IL PONTE. - ISSN 0032-423X. - STAMPA. - 61:(2006), pp. 107-111.
Grandi opere che 'si correggono'. Il caso di Péter Esterházy
TOTTOSSY, BEATRIX
2006
Abstract
Il saggio rappresenta un punto di sintesi. Mette in luce una particolare prassi letteraria: il tentativo di elaborare l’esperienza vissuta nella modernità sovietica intesa come contesto caratterizzato dal «terrorismo dell’astratto», dalla cesura violenta con la tradizione e dal dominio politico sulla lingua, così come da una articolata micro-storia della ricerca nel e del linguaggio letterario falsato della voce di un «padre» assente. Il problema del canone viene qui letto in termini non di «sistema» ma di «ontologia dell’essere nel letterario». Nell’ottica della ricerca complessiva condotta a partire dal 1989, il saggio rientra nella prospettiva teorica della sintesi di tre linee di ricerca – una prima definita con la categoria di «postmodernità etico-linguistica» dell’area geoculturale dell’ex blocco sovietico (Scrivere postmoderno in Ungheria, 1995, Roma, Arlem), una seconda con la sperimentazione di una «scrittura e traduzione collaborativa» dedicata a un «inventario delle figure dell’esistenza letteraria post-1989» (Scrittori ungheresi allo specchio, 2002, Roma, Carocci), una terza con il tentativo di creare un itinerario interpretativo della funzione culturale della letteratura ungherese (Letteratura in Ungheria 1945-2002, in Storia della letteratura ungherese, 1-2, a cura di B. Ventavoli, 2002-2004, Torino, Lindau) – e approfondisce alcuni aspetti del duplice problema (sistematicamente trattato in tutte e tre le linee di ricerca) di «ri-scrittura» e di «etica (linguistica) della scrittura».I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.