Nel 1978, su sollecitazione dei curatori di un numero speciale sulla "vita quotidiana" di una rivista tedesca, Elias affronta il tema dello statuto epistemologico della “vita quotidiana” dedicando alcune pagine alla riflessione intorno a questa espressione. Lo fa con lo stile che gli è consueto - polemico e irriverente nei confronti delle tradizioni sociologiche in voga al momento – ma offrendo al lettore non pochi spunti interessanti e assegnando agli aspetti legati al quotidiano una centralità assoluta per l’analisi dei fenomeni sociali. Elias critica un uso tecnicistico del termine quotidiano che porta su strade fuorvianti. Ma pur partendo da una critica alla sociologia della vita quotidiana, come disciplina specifica, mette in luce le potenzialità conoscitive legate a un approccio ai fenomeni sociali (umani come li definirebbe il nostro autore) che ponga al centro dell’analisi gli uomini concreti, le loro relazioni, così come si svolgono nella quotidianità, nella vita ordinaria di tutti i giorni, una vita sempre storicamente connotata e situata in un luogo. Di fatto la sua è una posizione “estremistica” che scavalca, se così si può dire, gli stessi sostenitori della sociologia della vita quotidiana sostenendo in ultima analisi che la sociologia non possa essere altro che una scienza della vita quotidiana e che il problema non sia tanto quello di separare la vita quotidiana da ciò che non è quotidiano, identificando degli ambiti con confini e contenuti peculiari, quanto piuttosto richiamare l’attenzione su ciò che la sociologia dovrebbe essere in quanto scienza che si interroga sulle formazioni umane. La riflessione sulla vita quotidiana diventa dunque occasione per riflettere sulla sociologia, sui suoi contenuti e sul suo statuto epistemologico attraverso la riproposizione dei tratti più caratteristici dell’approccio eliasano: le società e le formazioni sociali come figurazioni, la centralità degli elementi relazionali del vivere umano, la dinamicità dei fenomeni sociali e la necessaria processualità delle chiavi interpretative, il richiamo alla non reificazione dei concetti e degli strumenti analitici. E così facendo Elias ci offre dei suggerimenti utilizzabili ancora oggi per superare alcuni ostacoli che nel corso degli anni anche nel nostro Paese la sociologia della vita quotidiana ha incontrato offrendo delle possibili risposte a interrogativi che ricorrentemente sorgono sulle possibilità euristiche di un approccio alle tematiche sociologiche attraverso la lente della vita quotidiana.

Vita quotidiana e sociologia figurazionale: suggestioni da N. Elias / A. Perulli. - In: QUADERNI DI TEORIA SOCIALE. - ISSN 1824-4750. - STAMPA. - (2004), pp. 51-66.

Vita quotidiana e sociologia figurazionale: suggestioni da N. Elias

PERULLI, ANGELA
2004

Abstract

Nel 1978, su sollecitazione dei curatori di un numero speciale sulla "vita quotidiana" di una rivista tedesca, Elias affronta il tema dello statuto epistemologico della “vita quotidiana” dedicando alcune pagine alla riflessione intorno a questa espressione. Lo fa con lo stile che gli è consueto - polemico e irriverente nei confronti delle tradizioni sociologiche in voga al momento – ma offrendo al lettore non pochi spunti interessanti e assegnando agli aspetti legati al quotidiano una centralità assoluta per l’analisi dei fenomeni sociali. Elias critica un uso tecnicistico del termine quotidiano che porta su strade fuorvianti. Ma pur partendo da una critica alla sociologia della vita quotidiana, come disciplina specifica, mette in luce le potenzialità conoscitive legate a un approccio ai fenomeni sociali (umani come li definirebbe il nostro autore) che ponga al centro dell’analisi gli uomini concreti, le loro relazioni, così come si svolgono nella quotidianità, nella vita ordinaria di tutti i giorni, una vita sempre storicamente connotata e situata in un luogo. Di fatto la sua è una posizione “estremistica” che scavalca, se così si può dire, gli stessi sostenitori della sociologia della vita quotidiana sostenendo in ultima analisi che la sociologia non possa essere altro che una scienza della vita quotidiana e che il problema non sia tanto quello di separare la vita quotidiana da ciò che non è quotidiano, identificando degli ambiti con confini e contenuti peculiari, quanto piuttosto richiamare l’attenzione su ciò che la sociologia dovrebbe essere in quanto scienza che si interroga sulle formazioni umane. La riflessione sulla vita quotidiana diventa dunque occasione per riflettere sulla sociologia, sui suoi contenuti e sul suo statuto epistemologico attraverso la riproposizione dei tratti più caratteristici dell’approccio eliasano: le società e le formazioni sociali come figurazioni, la centralità degli elementi relazionali del vivere umano, la dinamicità dei fenomeni sociali e la necessaria processualità delle chiavi interpretative, il richiamo alla non reificazione dei concetti e degli strumenti analitici. E così facendo Elias ci offre dei suggerimenti utilizzabili ancora oggi per superare alcuni ostacoli che nel corso degli anni anche nel nostro Paese la sociologia della vita quotidiana ha incontrato offrendo delle possibili risposte a interrogativi che ricorrentemente sorgono sulle possibilità euristiche di un approccio alle tematiche sociologiche attraverso la lente della vita quotidiana.
2004
51
66
A. Perulli
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