Abstract - In questi anni, attraverso ricerche in quest’ambito, la nostra riflessione si è focalizzata sui fattori terapeutici che possono aiutare nel ripristinare un ambiente in appoggio al processo evolutivo e permettere il ricostruirsi o fondare quei presupposti che permettono la maturazione di una competenza riflessiva che consideriamo necessaria all’instaurarsi di una tutela verso sé e verso gli altri; questo riguarda l’indagine diagnostica che deve poter valutare l’individuo ragazzo nella sua evoluzione con le competenze potenziali e le difficoltà o incapacità nell’affrontare i compiti evolutivi. Per questo riteniamo che il primo movimento sia l’approfondimento psicodiagnostica collegato all’offerta di un ambiente tutelante dove poter verificare la capacità del ragazzo di utilizzare un ambiente supportivo di soccorso (spazio psichico allargato secondo Jeammet ma anche spazio terapeutico integrato), quando si possano individuare nella famiglia risorse per il ripristino della tutela, quanto sia necessario un ambiente riabilitativo/terapeutico per valutare la potenzialità di riannodare i processi che legano e regolano l’individuo all’interno delle relazioni sociali (competenza riflessiva, senso di equità), o rendono necessario un ambiente in cui la tutela è assunta da una regola esterna, reificando le modalità arcaiche, premessa dello sviluppo del senso di equità. Nessuna ipotesi può confortarci nelle decisioni che siamo tenuti a prendere per ripristinare la tutela del minore se non ci dotiamo degli strumenti e delle strutture che permettano di sperimentare questi differenti livelli riabilitativi (Novelletto et al. 2000). La capacità di tutela verso sé e gli altri chiarisce il concetto di soggetto capace di intendere e di volere, individuando il senso di equità e la capacità di differenziare sé e gli altri, come struttura interiorizzata; l’obiettivo dell’intervento diventa quindi il ripristino di questa competenza, possibile attraverso lo sforzo congiunto del comprendere la vulnerabilità e sofferenza individuale e del contesto, e del decidere l’intervento più appropriato, aiutando il minore nel recuperare o acquisire il sentimento di essere soggetto fra i soggetti e non soggetto fra oggetti investiti dalle sue proiezioni e allagati dal tracimare del suo mondo interno.

Fragilità psichiatrica:gli interventi dei servizi / M. MARTINETTI. - In: MINORI GIUSTIZIA. - ISSN 1121-2845. - STAMPA. - 3:(2007), pp. 14-24.

Fragilità psichiatrica:gli interventi dei servizi

MARTINETTI, MARIA GRAZIA
2007

Abstract

Abstract - In questi anni, attraverso ricerche in quest’ambito, la nostra riflessione si è focalizzata sui fattori terapeutici che possono aiutare nel ripristinare un ambiente in appoggio al processo evolutivo e permettere il ricostruirsi o fondare quei presupposti che permettono la maturazione di una competenza riflessiva che consideriamo necessaria all’instaurarsi di una tutela verso sé e verso gli altri; questo riguarda l’indagine diagnostica che deve poter valutare l’individuo ragazzo nella sua evoluzione con le competenze potenziali e le difficoltà o incapacità nell’affrontare i compiti evolutivi. Per questo riteniamo che il primo movimento sia l’approfondimento psicodiagnostica collegato all’offerta di un ambiente tutelante dove poter verificare la capacità del ragazzo di utilizzare un ambiente supportivo di soccorso (spazio psichico allargato secondo Jeammet ma anche spazio terapeutico integrato), quando si possano individuare nella famiglia risorse per il ripristino della tutela, quanto sia necessario un ambiente riabilitativo/terapeutico per valutare la potenzialità di riannodare i processi che legano e regolano l’individuo all’interno delle relazioni sociali (competenza riflessiva, senso di equità), o rendono necessario un ambiente in cui la tutela è assunta da una regola esterna, reificando le modalità arcaiche, premessa dello sviluppo del senso di equità. Nessuna ipotesi può confortarci nelle decisioni che siamo tenuti a prendere per ripristinare la tutela del minore se non ci dotiamo degli strumenti e delle strutture che permettano di sperimentare questi differenti livelli riabilitativi (Novelletto et al. 2000). La capacità di tutela verso sé e gli altri chiarisce il concetto di soggetto capace di intendere e di volere, individuando il senso di equità e la capacità di differenziare sé e gli altri, come struttura interiorizzata; l’obiettivo dell’intervento diventa quindi il ripristino di questa competenza, possibile attraverso lo sforzo congiunto del comprendere la vulnerabilità e sofferenza individuale e del contesto, e del decidere l’intervento più appropriato, aiutando il minore nel recuperare o acquisire il sentimento di essere soggetto fra i soggetti e non soggetto fra oggetti investiti dalle sue proiezioni e allagati dal tracimare del suo mondo interno.
2007
3
14
24
M. MARTINETTI
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