Alla luce dell'attuale dibattito in merito ai problemi di re¬stauro, di consolidamento e, più in generale, di conservazio¬ne dell'architettura del XX secolo, lo studio sul grattacielo di Cesenatico permette di focalizzare le articolate problemati¬che legate alla sicurezza ed utilizzo di queste strutture. Lo studio sul grattacielo di Cesenatico è stata la logica conseguenza di una indagine che negli ultimi anni ha guidato la mia ricerca sull'architettu¬ra contemporanea della cittadina balneare che, dopo l'ope¬ra di Vaccaro, la famosa Colonia Agip, nel dopoguerra ha caratterizzato il tessuto urbano con interventi di nuova archi¬tettura legata a nomi di architetti oramai radicati nella storia dell'architettura: Giò Ponti per la nuova Sede Municipale, Paolo Portoghesi per la Colonia alla Tagliata e Saul Brevetti per il nuovo Palazzo del Turismo. L'interesse e la possibilità di riuscire a coniugare, con adeguate indagini, conservazione e sicurezza hanno guidato la ricerca in questo settore specifico. Un tema, oggi, quanto mai attuale in rapporto alle normative vigenti e all'attenzione che l'edilizia del primo do¬poguerra, in particolare quella della riviera romagnola, su¬scita negli addetti ai lavori quando si vada a considerare i tempi ed i modi con cui è stata costruita. Significativo della spregiudicatezza di quei tempi è il modo e la giustificazione che il progettista - costruttore, a struttura quasi ultimata, ad¬dotta per farsi approvare la variante al fabbricato. Il proget¬to iniziale prevedeva la realizzazione di una torre alta 31 piani e, il 18 Aprile 1958 venne richiesta all'Amministrazio¬ne Comunale una variante per portare l'edificio a 33 piani; singolare è la motivazione: quella di realizzare la costruzio¬ne più alta in Italia, facendo specifico riferimento alla con¬temporanea edificazione del grattacielo Pirelli. Scrive infatti il costruttore "furono solo criteri economici quelli che indusse¬ro la S.I.M. (società costruttrice) a ridurre il numero dei piani a 31 come risulta dal progetto a suo tempo presentato. In se¬guito visto che il grattacielo della Pirelli a Milano raggiunge¬va i 32 piani si è voluto per campanilismo superare di un piano quel colosso".

Il grattacielo di Cesenatico. Indagini e proposte di restauro e consolidamento / S. Van Riel. - STAMPA. - RESTAURO E CONSOLIDAMENTO DEI BENI ARCHITETTONICI E AMBIENTALI. PROBLEMATICHE ATTUALI, A CURA DI S.CASIELLO, F. LA REGINA, A.AVETA, R. PICONE:(2005), pp. 119-126. (Intervento presentato al convegno onvegno di Studi tenutosi a NAPOLI nel 31 MARZO, 1 APRILE 2003).

Il grattacielo di Cesenatico. Indagini e proposte di restauro e consolidamento

VAN RIEL, SILVIO
2005

Abstract

Alla luce dell'attuale dibattito in merito ai problemi di re¬stauro, di consolidamento e, più in generale, di conservazio¬ne dell'architettura del XX secolo, lo studio sul grattacielo di Cesenatico permette di focalizzare le articolate problemati¬che legate alla sicurezza ed utilizzo di queste strutture. Lo studio sul grattacielo di Cesenatico è stata la logica conseguenza di una indagine che negli ultimi anni ha guidato la mia ricerca sull'architettu¬ra contemporanea della cittadina balneare che, dopo l'ope¬ra di Vaccaro, la famosa Colonia Agip, nel dopoguerra ha caratterizzato il tessuto urbano con interventi di nuova archi¬tettura legata a nomi di architetti oramai radicati nella storia dell'architettura: Giò Ponti per la nuova Sede Municipale, Paolo Portoghesi per la Colonia alla Tagliata e Saul Brevetti per il nuovo Palazzo del Turismo. L'interesse e la possibilità di riuscire a coniugare, con adeguate indagini, conservazione e sicurezza hanno guidato la ricerca in questo settore specifico. Un tema, oggi, quanto mai attuale in rapporto alle normative vigenti e all'attenzione che l'edilizia del primo do¬poguerra, in particolare quella della riviera romagnola, su¬scita negli addetti ai lavori quando si vada a considerare i tempi ed i modi con cui è stata costruita. Significativo della spregiudicatezza di quei tempi è il modo e la giustificazione che il progettista - costruttore, a struttura quasi ultimata, ad¬dotta per farsi approvare la variante al fabbricato. Il proget¬to iniziale prevedeva la realizzazione di una torre alta 31 piani e, il 18 Aprile 1958 venne richiesta all'Amministrazio¬ne Comunale una variante per portare l'edificio a 33 piani; singolare è la motivazione: quella di realizzare la costruzio¬ne più alta in Italia, facendo specifico riferimento alla con¬temporanea edificazione del grattacielo Pirelli. Scrive infatti il costruttore "furono solo criteri economici quelli che indusse¬ro la S.I.M. (società costruttrice) a ridurre il numero dei piani a 31 come risulta dal progetto a suo tempo presentato. In se¬guito visto che il grattacielo della Pirelli a Milano raggiunge¬va i 32 piani si è voluto per campanilismo superare di un piano quel colosso".
2005
onvegno di Studi
NAPOLI
31 MARZO, 1 APRILE 2003
S. Van Riel
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Pdf Napoli2.pdf

Accesso chiuso

Tipologia: Versione finale referata (Postprint, Accepted manuscript)
Licenza: Tutti i diritti riservati
Dimensione 2.55 MB
Formato Adobe PDF
2.55 MB Adobe PDF   Richiedi una copia

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/28136
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact