È il testo della relazione presentata nel dicembre del 2004 al Convegno di Studi dedicato dall’Università di Ferrara e dall’Istituto di Studi Rinascimentali a Giovan Battista Giraldi Cinzio nel V centenario della nascita. Vi si espone l’esito di una prima ricognizione del manoscritto Classe I 406 della Biblioteca Comunale Ariostea che contiene autografi alcuni canti dell’Ercole, poema in ottava rima pubblicato da Giraldi in ventisei canti a Modena (Gadaldini, 1557): si tratta per lo più di copie a pulito declassate a carte di servizio spesso attestanti ampi e numerosi interventi correttori. Rinviate la trascrizione integrale dei canti e la collazione con i corrispettivi della princeps (quando si dà corrispondenza) al tempo dell’allestimento dell’edizione critica integrale del codice (edizione che negli anni a seguire si è provveduto ad approntare ed è oramai prossima ad andare a stampa per i tipi della casa editrice EDISAI nella collana dell’Istituto di Studi Rinascimentali, «Quaderni dell’ISR»), la relazione provvede a fissare alcuni termini cronologici del lavoro di Giraldi ai canti in oggetto e al poema più in generale, interpretando le postille datate apposte dall’autore sui margini esigui delle carte e avvalendosi come supporto all’argomentazione anche di alcune indicazioni contenute in lettere giraldiane ad alcuni suoi corrispondenti, come Bernardo Tasso e Pier Vettori. L’attenzione si concentra quindi su tre canti (XII-XIII e XXVII) che, non trovando il loro corrispettivo a stampa, risultano totalmente inediti (se ne propone pertanto in Appendice una prima trascrizione). Particolarmente interessante è risultata la coppia dei cc. XII-XIII perché vi si è scoperto svolto all’interno, come esempio di ingratitudine castigata, il plot di Eufimia e Acaristo, noto per essere trattato da Giraldi anche in forma tragica (nella tragedia Eufimia) e narrativa nella novella VIII 10 degli Ecatommiti. Le pagine conclusive sono dedicate a un confronto preliminare delle tre versioni della vicenda (romanzesca, tragica e narrativa) e a un’ipotesi di seriazione, tenuto conto della non facile determinazione del loro effettivo rapporto cronologico. This is the text of a speech delivered in December 2004 at the Studies Conference dedicated by the University of Ferrara and the Istituto di Studi Rinascimentali to Giovan Battista Giraldi Cinzio on the five hundredth anniversary of his birth. The paper covers the results of a first investigation of the manuscript Classe I 406 of the Biblioteca Comunale Ariostea which contains some autograph cantos of the Ercole, a poem in ottava rima published by Giraldi in twenty-six cantos in Modena (Gadaldini, 1557): they are mainly fair copies degraded to service papers, often with ample and numerous corrections. While the full transcript of the cantos and their collation with the princeps (when they correspond) is postponed to the publication of the full critical edition of the code (this edition was prepared in the following years and is now ready to be printed by the publisher EDISAI in the collection of the Istituto di Studi Rinascimentali, «Quaderni dell’ISR»), the report lays down some chronological terms of Giraldi’s work on these cantos and the poem in general, interpreting the dated glosses which the author placed on the narrow margins of the papers and, to support his argument, also using some ideas contained in Giraldi’s letters to his correspondents such as Bernardo Tasso and Pier Vettori. Attention focuses on three cantos (XII-XIII and XXVII) which, since they have no counterpart in the printed version, are totally unpublished (the Appendix therefore offers a first transcript). Of special interest are the pair of cantos XII-XIII because inside, it has been discovered to contain – as an example of punished ungratefulness – the plot of Eufimia and Acaristo, which Giraldi is also known to have handled in a tragic (in his tragedy Eufimia) and in a narrative form in novel VIII 10 of the Ecatommiti. The final pages are devoted to a preliminary comparison among the three versions of the story (novel, tragedy, narrative) and to a hypothesis of seriation, taking into account the difficulty of establishing their actual chronological relationship.

«Corretto et rescritto in forma grande»: note sul codice Classe I 406 della Biblioteca Comunale Ariostea (I canti undici dell'«Ercole» di G.B. Giraldi Cinzio) / C. Molinari. - In: STUDI ITALIANI. - ISSN 1121-0621. - STAMPA. - 34:(2005), pp. 139-198.

«Corretto et rescritto in forma grande»: note sul codice Classe I 406 della Biblioteca Comunale Ariostea (I canti undici dell'«Ercole» di G.B. Giraldi Cinzio)

MOLINARI, CARLA
2005

Abstract

È il testo della relazione presentata nel dicembre del 2004 al Convegno di Studi dedicato dall’Università di Ferrara e dall’Istituto di Studi Rinascimentali a Giovan Battista Giraldi Cinzio nel V centenario della nascita. Vi si espone l’esito di una prima ricognizione del manoscritto Classe I 406 della Biblioteca Comunale Ariostea che contiene autografi alcuni canti dell’Ercole, poema in ottava rima pubblicato da Giraldi in ventisei canti a Modena (Gadaldini, 1557): si tratta per lo più di copie a pulito declassate a carte di servizio spesso attestanti ampi e numerosi interventi correttori. Rinviate la trascrizione integrale dei canti e la collazione con i corrispettivi della princeps (quando si dà corrispondenza) al tempo dell’allestimento dell’edizione critica integrale del codice (edizione che negli anni a seguire si è provveduto ad approntare ed è oramai prossima ad andare a stampa per i tipi della casa editrice EDISAI nella collana dell’Istituto di Studi Rinascimentali, «Quaderni dell’ISR»), la relazione provvede a fissare alcuni termini cronologici del lavoro di Giraldi ai canti in oggetto e al poema più in generale, interpretando le postille datate apposte dall’autore sui margini esigui delle carte e avvalendosi come supporto all’argomentazione anche di alcune indicazioni contenute in lettere giraldiane ad alcuni suoi corrispondenti, come Bernardo Tasso e Pier Vettori. L’attenzione si concentra quindi su tre canti (XII-XIII e XXVII) che, non trovando il loro corrispettivo a stampa, risultano totalmente inediti (se ne propone pertanto in Appendice una prima trascrizione). Particolarmente interessante è risultata la coppia dei cc. XII-XIII perché vi si è scoperto svolto all’interno, come esempio di ingratitudine castigata, il plot di Eufimia e Acaristo, noto per essere trattato da Giraldi anche in forma tragica (nella tragedia Eufimia) e narrativa nella novella VIII 10 degli Ecatommiti. Le pagine conclusive sono dedicate a un confronto preliminare delle tre versioni della vicenda (romanzesca, tragica e narrativa) e a un’ipotesi di seriazione, tenuto conto della non facile determinazione del loro effettivo rapporto cronologico. This is the text of a speech delivered in December 2004 at the Studies Conference dedicated by the University of Ferrara and the Istituto di Studi Rinascimentali to Giovan Battista Giraldi Cinzio on the five hundredth anniversary of his birth. The paper covers the results of a first investigation of the manuscript Classe I 406 of the Biblioteca Comunale Ariostea which contains some autograph cantos of the Ercole, a poem in ottava rima published by Giraldi in twenty-six cantos in Modena (Gadaldini, 1557): they are mainly fair copies degraded to service papers, often with ample and numerous corrections. While the full transcript of the cantos and their collation with the princeps (when they correspond) is postponed to the publication of the full critical edition of the code (this edition was prepared in the following years and is now ready to be printed by the publisher EDISAI in the collection of the Istituto di Studi Rinascimentali, «Quaderni dell’ISR»), the report lays down some chronological terms of Giraldi’s work on these cantos and the poem in general, interpreting the dated glosses which the author placed on the narrow margins of the papers and, to support his argument, also using some ideas contained in Giraldi’s letters to his correspondents such as Bernardo Tasso and Pier Vettori. Attention focuses on three cantos (XII-XIII and XXVII) which, since they have no counterpart in the printed version, are totally unpublished (the Appendix therefore offers a first transcript). Of special interest are the pair of cantos XII-XIII because inside, it has been discovered to contain – as an example of punished ungratefulness – the plot of Eufimia and Acaristo, which Giraldi is also known to have handled in a tragic (in his tragedy Eufimia) and in a narrative form in novel VIII 10 of the Ecatommiti. The final pages are devoted to a preliminary comparison among the three versions of the story (novel, tragedy, narrative) and to a hypothesis of seriation, taking into account the difficulty of establishing their actual chronological relationship.
2005
34
139
198
C. Molinari
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