Si riferiscono i risultati di un'indagine svolta dal 2005 al 2007 sulla biologia e sui danni della Fillossera della quercia. Lo studio è stato condotto su piante che vegetano in aree verdi, rappresentate da giardini pubblici ubicati nel centro storico di Firenze e di Barberino Val d'Elsa e in un'area periubana in località Galluzzo (Firenze). Analoghi rilievi sono stati condotti su piante di leccio presenti in un piccolo nucleo misto di conifere e latifoglie presso l'Azienda di Montepaldi (in comune di San Casciano Val di Pesa), così da poter confrontare l'andamento del ciclo di sviluppo dell'afide e l'entità dei danni causati alle foglie del leccio in contesti diversi per tipologia e destinazione d'uso. Dall'inizio della primavera a fine estate, a cadenze prestabilite, sono stati effettuati rilievi in campo e sono stati raccolti campioni da esaminare in laboratorio. Per ciascuna area sono stati prelevati rametti (1 per esposizione) della lunghezza di circa 50 cm dalla porzione medio-bassa della chioma di 10 piante. Di ogni rametto sono state esaminate tutte le foglie oppure un campione rappresentativo delle foglie dell'anno e di quelle degli anni precedenti, annotando il numero di foglie attaccate dalla Fillossera e l'intensità dell'attacco su ciascuna di esse; riguardo le foglie di nuova emissione, sono state conteggiate anche le punture di nutrizione dell'afide. In tutte le aree considerate si è riscontrato che l'infestazione si sviluppa prevalentemente a carico delle foglie giovani, anche se possono comunque essere attaccate, nel corso del ciclo di sviluppo dell'afide, foglie della vegetazione preesistente. Gli attacchi più intensi si sono registrati nell'impianto di Montepaldi, dove sono presenti anche numerosi esemplari di querce decidue che costituiscono l'ospite secondario utilizzato dal fitomizo per svolgere il normale olociclo. Negli ambienti urbani, dove non sempre si ritrovano in vicinanza dei lecci le querce decidue, la Fillossera normalmente si riproduce attraverso anolocicli, permanendo per tutto l'anno sull'ospite primario, rappresentato dal lecci, anche se può svolgere su queste piante un ciclo completo, come è stato osservato in presenza di condizioni favorevoli. Tuttavia, anche sui lecci dei giardini inseriti nel tessuto urbano, gli attacchi della fillossera pur non risultando nel corso dell'indagine di intensità elevata, hanno procurato danni rilevanti sia per lo stato fisiologico delle piante sia per la loro funzione estetica.
Biologia e danni della fillossera della quercia su lecci di ambienti urbani e periurbani nel comprensorio di firenze / A.Niccoli ; D.Benassai ; T.Panzavolta ;A. Bendinelli ; F.Croci ; M.Marchi ;R. Tiberi. - STAMPA. - European Congress of Arboricolture, Arboriculture for the third millenium:(2008), pp. -----. (Intervento presentato al convegno European Congress of Arboricolture, Arboriculture for the Third Millennium tenutosi a TORINO nel 16-18/6/2008).
Biologia e danni della fillossera della quercia su lecci di ambienti urbani e periurbani nel comprensorio di firenze
PANZAVOLTA, TIZIANA;M. Marchi;TIBERI, RIZIERO
2008
Abstract
Si riferiscono i risultati di un'indagine svolta dal 2005 al 2007 sulla biologia e sui danni della Fillossera della quercia. Lo studio è stato condotto su piante che vegetano in aree verdi, rappresentate da giardini pubblici ubicati nel centro storico di Firenze e di Barberino Val d'Elsa e in un'area periubana in località Galluzzo (Firenze). Analoghi rilievi sono stati condotti su piante di leccio presenti in un piccolo nucleo misto di conifere e latifoglie presso l'Azienda di Montepaldi (in comune di San Casciano Val di Pesa), così da poter confrontare l'andamento del ciclo di sviluppo dell'afide e l'entità dei danni causati alle foglie del leccio in contesti diversi per tipologia e destinazione d'uso. Dall'inizio della primavera a fine estate, a cadenze prestabilite, sono stati effettuati rilievi in campo e sono stati raccolti campioni da esaminare in laboratorio. Per ciascuna area sono stati prelevati rametti (1 per esposizione) della lunghezza di circa 50 cm dalla porzione medio-bassa della chioma di 10 piante. Di ogni rametto sono state esaminate tutte le foglie oppure un campione rappresentativo delle foglie dell'anno e di quelle degli anni precedenti, annotando il numero di foglie attaccate dalla Fillossera e l'intensità dell'attacco su ciascuna di esse; riguardo le foglie di nuova emissione, sono state conteggiate anche le punture di nutrizione dell'afide. In tutte le aree considerate si è riscontrato che l'infestazione si sviluppa prevalentemente a carico delle foglie giovani, anche se possono comunque essere attaccate, nel corso del ciclo di sviluppo dell'afide, foglie della vegetazione preesistente. Gli attacchi più intensi si sono registrati nell'impianto di Montepaldi, dove sono presenti anche numerosi esemplari di querce decidue che costituiscono l'ospite secondario utilizzato dal fitomizo per svolgere il normale olociclo. Negli ambienti urbani, dove non sempre si ritrovano in vicinanza dei lecci le querce decidue, la Fillossera normalmente si riproduce attraverso anolocicli, permanendo per tutto l'anno sull'ospite primario, rappresentato dal lecci, anche se può svolgere su queste piante un ciclo completo, come è stato osservato in presenza di condizioni favorevoli. Tuttavia, anche sui lecci dei giardini inseriti nel tessuto urbano, gli attacchi della fillossera pur non risultando nel corso dell'indagine di intensità elevata, hanno procurato danni rilevanti sia per lo stato fisiologico delle piante sia per la loro funzione estetica.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.