Le relazioni commerciali che esistevano tra Firenze e la vecchia Bisanzio si erano rafforzate a partire dagli anni ’70 del Quattrocento, con la costituzione di colonie mercantili fiorentine in Adrianopoli, Bursa, Costantinopoli e Gallipoli. Gli empori orientali rimasero sino agli anni ’30 del Cinquecento, i mercati più interessanti per panni e drappi auroserici toscani. In quel periodo, l’interscambio fiorentino con la Turchia presentava un saldo positivo, le cui voci erano caratterizzate dal maggior valore delle esportazioni e dai profitti derivanti dalle attività di intermediazione commerciale. L’assenza o quasi, di aziende bancarie sulle piazze orientali del tempo rendeva complicato il trasferimento dei saldi liquidi ottenuti dalle transazioni. Per questo motivo anche i toscani, maestri dell’arte bancaria, erano costretti ad inviare in patria i propri guadagni in lingotti d’oro e moneta coniata. Di tali attività erano artefici piccoli operatori che facevano una continua spola tra Firenze e il Bosforo spesso operando anche per conto di altri, più o meno stabilmente impegnati su quel mercato. L’autrice è giunta a queste conclusioni grazie a una ricerca basata su registri contabili e alcuni carteggi di operatori fiorenti in Costantinopoli che, seppure sporadici sono ancora conservati negli archivi fiorentini. Da essa emergono percorsi, caratteristiche e modalità di funzionamento di questo particolare tipo di intermediazione monetaria tra Toscana e Levante.
Oro e monete da Costantinopoli a Firenze in alcuni documenti toscani (secoli XV-XVI) / A. Orlandi. - STAMPA. - Atti della “Trentottesima Settimana di Studi”, 1-5 maggio 2006, a c. di S. CAVACIOCCHI, Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”:(2007), pp. 981-1004. (Intervento presentato al convegno Relazioni economiche tra Europa e Mondo Islamico. Secc. XIII-XVIII, Europe’s Economic relations With The Islamic World 13th-18th Centuries/ Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica “F. Datini”- Prato tenutosi a Prato nel 1-5 maggio 2006).
Oro e monete da Costantinopoli a Firenze in alcuni documenti toscani (secoli XV-XVI).
ORLANDI, ANGELA
2007
Abstract
Le relazioni commerciali che esistevano tra Firenze e la vecchia Bisanzio si erano rafforzate a partire dagli anni ’70 del Quattrocento, con la costituzione di colonie mercantili fiorentine in Adrianopoli, Bursa, Costantinopoli e Gallipoli. Gli empori orientali rimasero sino agli anni ’30 del Cinquecento, i mercati più interessanti per panni e drappi auroserici toscani. In quel periodo, l’interscambio fiorentino con la Turchia presentava un saldo positivo, le cui voci erano caratterizzate dal maggior valore delle esportazioni e dai profitti derivanti dalle attività di intermediazione commerciale. L’assenza o quasi, di aziende bancarie sulle piazze orientali del tempo rendeva complicato il trasferimento dei saldi liquidi ottenuti dalle transazioni. Per questo motivo anche i toscani, maestri dell’arte bancaria, erano costretti ad inviare in patria i propri guadagni in lingotti d’oro e moneta coniata. Di tali attività erano artefici piccoli operatori che facevano una continua spola tra Firenze e il Bosforo spesso operando anche per conto di altri, più o meno stabilmente impegnati su quel mercato. L’autrice è giunta a queste conclusioni grazie a una ricerca basata su registri contabili e alcuni carteggi di operatori fiorenti in Costantinopoli che, seppure sporadici sono ancora conservati negli archivi fiorentini. Da essa emergono percorsi, caratteristiche e modalità di funzionamento di questo particolare tipo di intermediazione monetaria tra Toscana e Levante.File | Dimensione | Formato | |
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