Oggi, sempre più di frequente, i continui sviluppi dei mezzi della comunicazione portano l'uomo contemporaneo ad interrogarsi su quali possano essere i valori da attribuire alle rappresentazioni ed il grado di fiducia che meritano i mondi fittizzi da queste mostrati. Partendo da una simile considerazione, avvalorata dalle pratiche quotidiane e dalle situazioni nelle quali siamo partecipi, mentre diventiamo spettatori, lo studio dopo aver rilevata la mancanza di unitarietà tra i pareri espressi dagli operatori ( artisti, architetti, scenografi) peraltro condizionati dai limiti propri a ciascuno dei campi nei quali agiscono propone alcune riflessioni sui rapporti esistenti tra la realtà e le finzioni, tesi ad esibirla, ed in conseguenza a ciò ricerca le possibili comunioni tra spazio architettonico e spazio scenografico. Dopo il tramonto di alcune certezze raggiunte nel tempo e sovvertite, fin dagli inizi della modernità, dai mutamenti avvenuti negli strumenti e nei modi di rappresentare, non può stupire se le indagini sviluppate, seguendo percorsi differenziati, abbiano condotto a rintracciare anche nella contemporaneità la permanenza di alcuni desideri umani ( fisici e spirituali) che le diverse forme di figurazione sono riuscite a soddisfare. La finalità perseguita con l'insieme di esplorazioni, descritte in questo studio è, dunque, quella di aiutare a comprendere attraverso il confronto diretto tra alcune delle ragioni che spingono a rappresentare nelle Arti visive, in Scenografia ed Architettura, quali possono essere i fatti da considerare e le posizioni da assumere quando si intenda per mezzo del progetto, rendere spettacolari gli spazi reali nei quali intendiamo condurre la nostra vita.

Scene d'architettura, dalla simulazione all'emulazione / V.Pannocchia. - STAMPA. - (1996), pp. 1-142.

Scene d'architettura, dalla simulazione all'emulazione

PANNOCCHIA, VITTORIO
1996

Abstract

Oggi, sempre più di frequente, i continui sviluppi dei mezzi della comunicazione portano l'uomo contemporaneo ad interrogarsi su quali possano essere i valori da attribuire alle rappresentazioni ed il grado di fiducia che meritano i mondi fittizzi da queste mostrati. Partendo da una simile considerazione, avvalorata dalle pratiche quotidiane e dalle situazioni nelle quali siamo partecipi, mentre diventiamo spettatori, lo studio dopo aver rilevata la mancanza di unitarietà tra i pareri espressi dagli operatori ( artisti, architetti, scenografi) peraltro condizionati dai limiti propri a ciascuno dei campi nei quali agiscono propone alcune riflessioni sui rapporti esistenti tra la realtà e le finzioni, tesi ad esibirla, ed in conseguenza a ciò ricerca le possibili comunioni tra spazio architettonico e spazio scenografico. Dopo il tramonto di alcune certezze raggiunte nel tempo e sovvertite, fin dagli inizi della modernità, dai mutamenti avvenuti negli strumenti e nei modi di rappresentare, non può stupire se le indagini sviluppate, seguendo percorsi differenziati, abbiano condotto a rintracciare anche nella contemporaneità la permanenza di alcuni desideri umani ( fisici e spirituali) che le diverse forme di figurazione sono riuscite a soddisfare. La finalità perseguita con l'insieme di esplorazioni, descritte in questo studio è, dunque, quella di aiutare a comprendere attraverso il confronto diretto tra alcune delle ragioni che spingono a rappresentare nelle Arti visive, in Scenografia ed Architettura, quali possono essere i fatti da considerare e le posizioni da assumere quando si intenda per mezzo del progetto, rendere spettacolari gli spazi reali nei quali intendiamo condurre la nostra vita.
1996
Alinea editrice
Firenze
9788881250707
V.Pannocchia
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