La diffusa presenza di imprese familiari, in Italia così come all’estero, ha spinto ormai da anni la letteratura aziendale a studiarne i caratteri, onde enuclearne distintività, forze, debolezze e potenziali di sviluppo. Nello specifico dei sistemi locali, lo studio approfondito della competitività del Family Business acquista centralità in quanto strumentale al consolidamento ed allo sviluppo delle competenze, del capitale umano e sociale di una porzione cruciale della economia di un territorio. In particolare, diviene rilevante valutare gli elementi peculiari che guidano e legano in modo significativo le azioni imprenditoriali con i differenziali di competitività di tali imprese, al fine di supportare i processi decisionali strategici dei singoli imprenditori e degli operatori istituzionali locali chiamati ad elaborare idonee politiche di sviluppo. La teoria economica d’impresa ha da sempre enfatizzato l’importanza degli elementi strutturali e di tipo economico-finanziario quali fattori causali la performance d’impresa. Tuttavia, negli ultimi anni gli studi e le ricerche di matrice economico-aziendale hanno dimostrato un crescente interesse per gli aspetti culturali della realtà d’impresa generando una serie di contributi che hanno avuto il merito di concorrere a chiarire il ruolo, per lungo tempo trascurato, delle determinanti soggettive, “soft”, sul fronte dell’efficacia e dell’efficienza organizzativa e nei processi decisionali degli imprenditori. Tale orientamento, secondo alcuni, si presenta come una sorta di rottura radicale nei confronti del pensiero organizzativo dominante alla fine degli anni settanta (vissuto dai ricercatori dell’approccio culturale come «ingabbiamento intellettuale») che evidentemente non era in grado di cogliere pienamente le specificità delle realtà organizzaive analizzate. Questo articolo si propone di indagare le connessioni esistenti tra cultura degli imprenditori del “Family Business” e performance, all’interno di un gruppo delimitato di piccole e medie imprese pistoiesi. Muovendoci all’interno del paradigma interpretativo culturale, abbiamo cercato di comprendere e spiegare la performance di quindici imprese familiari “omogenee”, tutte operanti nel comparto del ferrotranviario e legate ad una stessa impresa leader, in funzione delle caratteristiche culturali dell’imprenditore-proprietario. Dal punto di vista della teoria strategica d’impresa, il paper sposa una prospettiva squisitamente interna, tipica dell’approccio Resource Based View (RBV). Il presupposto di fondo, implicito nelle scelte di campo, è che, in queste imprese, cultura d’impresa e cultura dell’imprenditore presentano caratterizzazioni simili. L’investigazione della relazione dimensione “cultura dell’imprenditore”-performance a livello di family firms a noi pare di estremo interesse in quanto in simili “combinazioni produttive di risorse” la compresenza di un legame affettivo e professionale, tra alcuni degli attori chiave e tra questi e l’opera imprenditoriale, fa sì che la cultura d’impresa si leghi fortemente all’idea di sopravvivenza e continuità della famiglia, e quindi non “solo” della semplice opera imprenditoriale di questi; in tal senso, lo studio della cultura imprenditoriale nel Family Business (FB) rappresenta un campo poco esplorato, ma capace di migliorare la comprensione della criticità di alcuni dei drivers generatori di differenziali sostenibili nel tempo (Denison, Lief e Wald, 2004).

Cultura imprenditoriale e performance d'impresa. Alcune evidenze empiriche dalle PMI familiari dell'area pistoiese / V. Cavaliere; E. Carmignani. - ELETTRONICO. - (2008), pp. 1-39. (Intervento presentato al convegno IX Workshop dei docenti e dei ricercatori universitari di organizzazione aziendale, Università Ca’ Foscari tenutosi a Venezia nel 2008).

Cultura imprenditoriale e performance d'impresa. Alcune evidenze empiriche dalle PMI familiari dell'area pistoiese.

CAVALIERE, VINCENZO
;
CARMIGNANI, ELISABETTA
2008

Abstract

La diffusa presenza di imprese familiari, in Italia così come all’estero, ha spinto ormai da anni la letteratura aziendale a studiarne i caratteri, onde enuclearne distintività, forze, debolezze e potenziali di sviluppo. Nello specifico dei sistemi locali, lo studio approfondito della competitività del Family Business acquista centralità in quanto strumentale al consolidamento ed allo sviluppo delle competenze, del capitale umano e sociale di una porzione cruciale della economia di un territorio. In particolare, diviene rilevante valutare gli elementi peculiari che guidano e legano in modo significativo le azioni imprenditoriali con i differenziali di competitività di tali imprese, al fine di supportare i processi decisionali strategici dei singoli imprenditori e degli operatori istituzionali locali chiamati ad elaborare idonee politiche di sviluppo. La teoria economica d’impresa ha da sempre enfatizzato l’importanza degli elementi strutturali e di tipo economico-finanziario quali fattori causali la performance d’impresa. Tuttavia, negli ultimi anni gli studi e le ricerche di matrice economico-aziendale hanno dimostrato un crescente interesse per gli aspetti culturali della realtà d’impresa generando una serie di contributi che hanno avuto il merito di concorrere a chiarire il ruolo, per lungo tempo trascurato, delle determinanti soggettive, “soft”, sul fronte dell’efficacia e dell’efficienza organizzativa e nei processi decisionali degli imprenditori. Tale orientamento, secondo alcuni, si presenta come una sorta di rottura radicale nei confronti del pensiero organizzativo dominante alla fine degli anni settanta (vissuto dai ricercatori dell’approccio culturale come «ingabbiamento intellettuale») che evidentemente non era in grado di cogliere pienamente le specificità delle realtà organizzaive analizzate. Questo articolo si propone di indagare le connessioni esistenti tra cultura degli imprenditori del “Family Business” e performance, all’interno di un gruppo delimitato di piccole e medie imprese pistoiesi. Muovendoci all’interno del paradigma interpretativo culturale, abbiamo cercato di comprendere e spiegare la performance di quindici imprese familiari “omogenee”, tutte operanti nel comparto del ferrotranviario e legate ad una stessa impresa leader, in funzione delle caratteristiche culturali dell’imprenditore-proprietario. Dal punto di vista della teoria strategica d’impresa, il paper sposa una prospettiva squisitamente interna, tipica dell’approccio Resource Based View (RBV). Il presupposto di fondo, implicito nelle scelte di campo, è che, in queste imprese, cultura d’impresa e cultura dell’imprenditore presentano caratterizzazioni simili. L’investigazione della relazione dimensione “cultura dell’imprenditore”-performance a livello di family firms a noi pare di estremo interesse in quanto in simili “combinazioni produttive di risorse” la compresenza di un legame affettivo e professionale, tra alcuni degli attori chiave e tra questi e l’opera imprenditoriale, fa sì che la cultura d’impresa si leghi fortemente all’idea di sopravvivenza e continuità della famiglia, e quindi non “solo” della semplice opera imprenditoriale di questi; in tal senso, lo studio della cultura imprenditoriale nel Family Business (FB) rappresenta un campo poco esplorato, ma capace di migliorare la comprensione della criticità di alcuni dei drivers generatori di differenziali sostenibili nel tempo (Denison, Lief e Wald, 2004).
2008
IX Workshop dei docenti e dei ricercatori universitari di organizzazione aziendale, Università Ca’ Foscari
IX Workshop dei docenti e dei ricercatori universitari di organizzazione aziendale, Università Ca’ Foscari
Venezia
2008
V. Cavaliere; E. Carmignani
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