L’uomo si esprime le proprie idee attraverso vari linguaggi di cui quello grafico è il più naturale. Questa “rappresentazione” si è sempre accompagnata ad una continua ricerca di tecniche innovative, supportate anche da artefatti che ne hanno positivamente influenzato lo sviluppo. Per artefatti intendiamo “individui tecnici che vengono a surrogare la mancanza -innata o acquisita- dell’uomo nel suo rapporto operativo (e/o comunicativo) con l’ambiente fisico e sociale” (Maldonado). L’artefatto cognitivo per eccellenza oggi è il personal computer che si differenzia dai suoi predecessori perché non è specifico, ma può essere programmato ed è multifunzionale. Viceversa i software che vengono utilizzati con il personale computer hanno uno scopo preciso che viene comunicato attraverso l’interfaccia che è il luogo dell’interazione tra l’uomo e la macchina. Quindi l’interfaccia è il prodotto, il luogo in cui ha sede l’artefatto cognitivo. L’industria americana sta investendo molto sul perfezionamento del livello di dettaglio dell’interfaccia per un rinnovato interesse da parte delle ricerca scientifica, perché “…gli scienziati riconoscono che la comprensione dei concetti è più completa se questi possono essere manipolati come oggetti. In altre parole, i concetti sperimentabili fisicamente sono più facilmente intuibili di quelli che possono essere elaborati solo mentalmente… Il riconoscimento del valore delle rappresentazioni interattive complete della realtà ha portato allo sviluppo di sistemi grafici tridimensionali che consentono di esplorare visivamente uno spazio tridimensionale. Le rappresentazioni dell’impercettibile e del concettuale si stanno evolvendo a tal punto che non solo possiamo vederle, ma anche udirle, percepirle ed esplorale. (Myron W. Krueger, Realtà artificiale). Un attuale filone di ricerca è quello della realtà aumentata (augmented reality) che è una particolare estensione della realtà virtuale e consiste nel sovrapporre alla realtà percepita dal soggetto una realtà virtuale generata dal computer. La percezione del mondo dell’utilizzatore viene “aumentata” da oggetti virtuali che forniscono informazioni supplementari sull’ambiente reale. Ritengo però che attualmente, nella presentazione di oggetto architettonico non sia giusto avvalersi di un solo aspetto dell’artefatto cognitivo, ma che sia meglio utilizzare un insieme di essi, traendo da ognuno le migliori qualità iconiche, e percettive, che lo rendono tale.

Il ruolo dell'artefatto cognitivo nella rappresentazione di architettura / G.Pratesi;L.Velatta. - STAMPA. - Atti dl Convegno Internazionale "La geometria tra didattica e ricerca:(2008), pp. 125-129. (Intervento presentato al convegno Università degli Studi di Firenze tenutosi a Firenze).

Il ruolo dell'artefatto cognitivo nella rappresentazione di architettura

PRATESI, GIOVANNI;VELATTA, LAURA
2008

Abstract

L’uomo si esprime le proprie idee attraverso vari linguaggi di cui quello grafico è il più naturale. Questa “rappresentazione” si è sempre accompagnata ad una continua ricerca di tecniche innovative, supportate anche da artefatti che ne hanno positivamente influenzato lo sviluppo. Per artefatti intendiamo “individui tecnici che vengono a surrogare la mancanza -innata o acquisita- dell’uomo nel suo rapporto operativo (e/o comunicativo) con l’ambiente fisico e sociale” (Maldonado). L’artefatto cognitivo per eccellenza oggi è il personal computer che si differenzia dai suoi predecessori perché non è specifico, ma può essere programmato ed è multifunzionale. Viceversa i software che vengono utilizzati con il personale computer hanno uno scopo preciso che viene comunicato attraverso l’interfaccia che è il luogo dell’interazione tra l’uomo e la macchina. Quindi l’interfaccia è il prodotto, il luogo in cui ha sede l’artefatto cognitivo. L’industria americana sta investendo molto sul perfezionamento del livello di dettaglio dell’interfaccia per un rinnovato interesse da parte delle ricerca scientifica, perché “…gli scienziati riconoscono che la comprensione dei concetti è più completa se questi possono essere manipolati come oggetti. In altre parole, i concetti sperimentabili fisicamente sono più facilmente intuibili di quelli che possono essere elaborati solo mentalmente… Il riconoscimento del valore delle rappresentazioni interattive complete della realtà ha portato allo sviluppo di sistemi grafici tridimensionali che consentono di esplorare visivamente uno spazio tridimensionale. Le rappresentazioni dell’impercettibile e del concettuale si stanno evolvendo a tal punto che non solo possiamo vederle, ma anche udirle, percepirle ed esplorale. (Myron W. Krueger, Realtà artificiale). Un attuale filone di ricerca è quello della realtà aumentata (augmented reality) che è una particolare estensione della realtà virtuale e consiste nel sovrapporre alla realtà percepita dal soggetto una realtà virtuale generata dal computer. La percezione del mondo dell’utilizzatore viene “aumentata” da oggetti virtuali che forniscono informazioni supplementari sull’ambiente reale. Ritengo però che attualmente, nella presentazione di oggetto architettonico non sia giusto avvalersi di un solo aspetto dell’artefatto cognitivo, ma che sia meglio utilizzare un insieme di essi, traendo da ognuno le migliori qualità iconiche, e percettive, che lo rendono tale.
2008
Università degli Studi di Firenze
Firenze
G.Pratesi;L.Velatta
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