L’uso di intestazioni agli enti viene codificato da Antonio Panizzi nelle sue 91 regole del 1841; il concetto di paternità intellettuale degli enti viene proposto e adottato da Charles Coffin Jewett; viene elevato al rango di principio, e articolato in una serie di regole, da Charles Ammi Cutter nelle Rules for a dictionary catalogue del 1904. Alla fine del secolo XIX il rifiuto da parte dei tedeschi dell’intestazione all’ente è espresso da Karl Dziatzko; in Italia l’uso viene codificato da Giuseppe Fumagalli nelle sue regole di catalogazione. Si analizzano le liste di intestazioni uniformi per enti redatte dall’IFLA, le considerazioni teoriche di Verona, Domanovszky e Carpenter, i documenti Form and structure of corporate headings (FSCH), Structures of corporate name headings (SCNH) e, nel campo degli archivi, International standard archival authority record for corporate bodies, persons and families ISAAR(CPF). Fatta eccezione per Verona, l’attività internazionale dopo l’ICCP del 1961 ha ignorato i problemi relativi alla scelta delle intestazioni sotto i nomi di enti. L’iniziativa per un codice di catalogazione internazionale non deve rinunciare all’obiettivo di accordi migliori sulla scelta delle intestazioni e sulla forma e la struttura delle intestazioni sotto il nome di un ente. I fattori da tenere presenti sono: autore, ente, paternità collettiva (ente come autore), responsabilità alternativa, opera, contrassegni formali dell’edizione (manifestazione), punti d’accesso, altri dispositivi organizzativi del catalogo e accordi internazionali.
Il trattamento catalografico degli enti collettivi dalla Conferenza di Parigi (1961) al First IFLA Meeting of Experts on an International Cataloguing Code (2003) / Guerrini, Mauro ; Buizza, Pino; Sardo, Lucia. - In: BIBLIOTECHE OGGI. - ISSN 0392-8586. - STAMPA. - 21:(2003), pp. 37-53.
Il trattamento catalografico degli enti collettivi dalla Conferenza di Parigi (1961) al First IFLA Meeting of Experts on an International Cataloguing Code (2003)
GUERRINI, MAURO;
2003
Abstract
L’uso di intestazioni agli enti viene codificato da Antonio Panizzi nelle sue 91 regole del 1841; il concetto di paternità intellettuale degli enti viene proposto e adottato da Charles Coffin Jewett; viene elevato al rango di principio, e articolato in una serie di regole, da Charles Ammi Cutter nelle Rules for a dictionary catalogue del 1904. Alla fine del secolo XIX il rifiuto da parte dei tedeschi dell’intestazione all’ente è espresso da Karl Dziatzko; in Italia l’uso viene codificato da Giuseppe Fumagalli nelle sue regole di catalogazione. Si analizzano le liste di intestazioni uniformi per enti redatte dall’IFLA, le considerazioni teoriche di Verona, Domanovszky e Carpenter, i documenti Form and structure of corporate headings (FSCH), Structures of corporate name headings (SCNH) e, nel campo degli archivi, International standard archival authority record for corporate bodies, persons and families ISAAR(CPF). Fatta eccezione per Verona, l’attività internazionale dopo l’ICCP del 1961 ha ignorato i problemi relativi alla scelta delle intestazioni sotto i nomi di enti. L’iniziativa per un codice di catalogazione internazionale non deve rinunciare all’obiettivo di accordi migliori sulla scelta delle intestazioni e sulla forma e la struttura delle intestazioni sotto il nome di un ente. I fattori da tenere presenti sono: autore, ente, paternità collettiva (ente come autore), responsabilità alternativa, opera, contrassegni formali dell’edizione (manifestazione), punti d’accesso, altri dispositivi organizzativi del catalogo e accordi internazionali.File | Dimensione | Formato | |
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