La domanda di H. Poelzig su chi sia veramente l' architetto e l' immediata risposta per negazione dei luoghi comuni che l' immaginario collettivo attribuisce a tale figura, portano naturalmente ad interrogarsi sul ruolo della scuola nella formazione dell'architetto stesso. La scelta di accantonare la questione rappresentata dalla rilevanza ai fini didattici del talento creativo nel discente, corrisponde all'idea che la conseguente istintiva naturalezza nell' operare, la pericolosa facilita' osservata da Valery in tutta l' arte contemporanea, tende a risolversi in una sorta di incapacita' a procedere oltre la superficie delle cose. Una creativita' lasciata in balia della sua ipertrofica ricerca della novita', mira ad occupare con i suoi mezzi espressivi l' intera sfera del "possibile", proprio all'interno di una disciplina, quella compositiva, dove l' obiettivo dovrebbe essere invece  la consapevole perimetrazione del "necessario",attraverso il controllo costante dei propri strumenti operativi. Educare al mestiere dell' architetto/compositore, prima di ogni altra implicazione di tipo tecnico o linguistico, significa trasmettere un messaggio etico che equivale a ristabilire la normalita' di un' architettura oggi snaturata dal culto dell'eccezionalita'.

Scuola e contemporaneità / A. Ricci. - In: FIRENZE ARCHITETTURA. - ISSN 1826-0772. - STAMPA. - 1, Anno IX:(2007), pp. 24-25.

Scuola e contemporaneità

RICCI, ANDREA
2007

Abstract

La domanda di H. Poelzig su chi sia veramente l' architetto e l' immediata risposta per negazione dei luoghi comuni che l' immaginario collettivo attribuisce a tale figura, portano naturalmente ad interrogarsi sul ruolo della scuola nella formazione dell'architetto stesso. La scelta di accantonare la questione rappresentata dalla rilevanza ai fini didattici del talento creativo nel discente, corrisponde all'idea che la conseguente istintiva naturalezza nell' operare, la pericolosa facilita' osservata da Valery in tutta l' arte contemporanea, tende a risolversi in una sorta di incapacita' a procedere oltre la superficie delle cose. Una creativita' lasciata in balia della sua ipertrofica ricerca della novita', mira ad occupare con i suoi mezzi espressivi l' intera sfera del "possibile", proprio all'interno di una disciplina, quella compositiva, dove l' obiettivo dovrebbe essere invece  la consapevole perimetrazione del "necessario",attraverso il controllo costante dei propri strumenti operativi. Educare al mestiere dell' architetto/compositore, prima di ogni altra implicazione di tipo tecnico o linguistico, significa trasmettere un messaggio etico che equivale a ristabilire la normalita' di un' architettura oggi snaturata dal culto dell'eccezionalita'.
2007
1, Anno IX
24
25
A. Ricci
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