La tradizione degli studi sull’interazione forma-struttura nei gusci sottili, iniziata ormai quasi trenta anni fa presso il DIC dell’Università degli Studi di Firenze , si arricchisce oggi di questo ulteriore contributo. L’attenzione è focalizzata all’aspetto di ottimizzazione, al quale è dedicato un approccio del tutto originale basato in modo esclusivo su un modello computazionale. Poiché negli ultimi anni, anche grazie ai contributi di grandi progettisti, la tematica dell’”architettura strutturale” è di nuovo tornata di grande attualità, questo articolo mostra come il percorso di sintesi nella progettazione di una struttura “ottima” porti necessariamente a risultati compositivi di notevole qualità. Ingegneria strutturale e architettura, separate artificialmente dalla brutalità delle necessità contingenti del quotidiano, tornano dunque a convivere e coesistere in modo ottimale, come ci hanno mostrato, nel passato, maestri quali A. Gaudì, P.L. Nervi, E. Torroja e F. Candela.
Gusci sottili: un approccio computazionale all'ottimizzazione strutturale. Il caso del Kresge Auditorium del Massachusetts Institute of Technology / C. Borri; E. Marino; M. Orlando; L. Salvatori. - In: BOLLETTINO INGEGNERI. - ISSN 2035-2417. - STAMPA. - 5:(2007), pp. 3-12.
Gusci sottili: un approccio computazionale all'ottimizzazione strutturale. Il caso del Kresge Auditorium del Massachusetts Institute of Technology
BORRI, CLAUDIO;MARINO, ENZO;ORLANDO, MAURIZIO;SALVATORI, LUCA
2007
Abstract
La tradizione degli studi sull’interazione forma-struttura nei gusci sottili, iniziata ormai quasi trenta anni fa presso il DIC dell’Università degli Studi di Firenze , si arricchisce oggi di questo ulteriore contributo. L’attenzione è focalizzata all’aspetto di ottimizzazione, al quale è dedicato un approccio del tutto originale basato in modo esclusivo su un modello computazionale. Poiché negli ultimi anni, anche grazie ai contributi di grandi progettisti, la tematica dell’”architettura strutturale” è di nuovo tornata di grande attualità, questo articolo mostra come il percorso di sintesi nella progettazione di una struttura “ottima” porti necessariamente a risultati compositivi di notevole qualità. Ingegneria strutturale e architettura, separate artificialmente dalla brutalità delle necessità contingenti del quotidiano, tornano dunque a convivere e coesistere in modo ottimale, come ci hanno mostrato, nel passato, maestri quali A. Gaudì, P.L. Nervi, E. Torroja e F. Candela.File | Dimensione | Formato | |
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