La memoria intende suggerire una riflessione circa la necessità di una conoscenza approfondita delle costruzioni murarie su cui si pensa di intervenire ai fini nobili della conservazione. In due casi esposti si evidenzia la singolarità, tutt’altro che infrequente, del comportamento strutturale del costruito storico. La nota parete realizzata da Benedetto da Maiano in Palazzo Vecchio per ottenere le due sale (dei Gigli e delle Udienze), capolavoro di invenzione strutturale, offre un dettaglio apparentemente secondario: l’apparecchiatura della lunetta sottostante l’arcone di sostegno, oggetto di un criptico riferimento vasariano, risulta, ad una indagine sperimentale su modello in scala, soluzione costruttiva di formidabile intelligenza ai fini del controllo delle deformazioni. D’altro canto il comportamento meccanico dello stesso arcone, simile ad alcuni altri di grande luce (tra cui l’arco scenico del teatro Goldoni di Livorno), esibisce un quadro fessurativo e deformativo la cui interpretazione sfugge alle teorie classiche sulle strutture voltate incentrate sulla formazione di meccanismi. Anche qui l’indagine sperimentale aiuta a chiarire i termini del problema strutturale. Sono due esempi attraverso i quali si vuole sostenere quanto sia indispensabile un prudente atteggiamento di indagine sulle tecniche costruttive e di riflessione sui modelli interpretativi. Per le costruzioni antiche poche volte è lecito generalizzare e semplificare: dobbiamo imparare a fondare su conoscenza e diagnosi le nostre eventuali proposte di intervento.

Cultura e conoscenza delle costruzioni murarie: problemi di interpretazione del comportamento strutturale affrontati tramite sperimentazione su modelli / U.Tonietti. - STAMPA. - (2006), pp. 331-341. (Intervento presentato al convegno WONDERmasonry 2006 tenutosi a Firenze nel aprile 2006).

Cultura e conoscenza delle costruzioni murarie: problemi di interpretazione del comportamento strutturale affrontati tramite sperimentazione su modelli

TONIETTI, UGO
2006

Abstract

La memoria intende suggerire una riflessione circa la necessità di una conoscenza approfondita delle costruzioni murarie su cui si pensa di intervenire ai fini nobili della conservazione. In due casi esposti si evidenzia la singolarità, tutt’altro che infrequente, del comportamento strutturale del costruito storico. La nota parete realizzata da Benedetto da Maiano in Palazzo Vecchio per ottenere le due sale (dei Gigli e delle Udienze), capolavoro di invenzione strutturale, offre un dettaglio apparentemente secondario: l’apparecchiatura della lunetta sottostante l’arcone di sostegno, oggetto di un criptico riferimento vasariano, risulta, ad una indagine sperimentale su modello in scala, soluzione costruttiva di formidabile intelligenza ai fini del controllo delle deformazioni. D’altro canto il comportamento meccanico dello stesso arcone, simile ad alcuni altri di grande luce (tra cui l’arco scenico del teatro Goldoni di Livorno), esibisce un quadro fessurativo e deformativo la cui interpretazione sfugge alle teorie classiche sulle strutture voltate incentrate sulla formazione di meccanismi. Anche qui l’indagine sperimentale aiuta a chiarire i termini del problema strutturale. Sono due esempi attraverso i quali si vuole sostenere quanto sia indispensabile un prudente atteggiamento di indagine sulle tecniche costruttive e di riflessione sui modelli interpretativi. Per le costruzioni antiche poche volte è lecito generalizzare e semplificare: dobbiamo imparare a fondare su conoscenza e diagnosi le nostre eventuali proposte di intervento.
2006
WONDERmasonry 2006
Firenze
aprile 2006
U.Tonietti
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