L’edificato storico di Lamezia Terme, ancorché in uno stato di conservazione non ottimale, costituisce una valida rassegna dei modelli tipologico-costruttivi propri di una cultura edificatoria legata all’uso dei materiali locali. In particolare il centro storico lamentino rappresenta uno dei “casi” di edificato urbano in terra cruda - la cui consistenza è ancora tutta da accertare - e come tale un interessante campo di indagine e studio. Presso il Laboratorio Ufficiale Prove Materiali e Strutture, annesso al Dipartimento di Costruzioni dell’Università di Firenze, sono state effettuate le analisi necessarie alla caratterizzazione fisico-meccanico del materiale terra cruda presente in tale enclave costruttiva. Nell’ottica della conservazione del patrimonio esistente, tale sperimentazione risulta di fondamentale importanza se si voglia fare valutazioni sulla capacità portante delle strutture esistenti e se si vogliano eseguire operazioni di integrazione o ricostruzioni parziali con materiali compatibili. In particolare sono stati prelevati blocchi in terra da edifici -in precario stato di conservazione- localizzati in zone urbane e rurali dell’area lametina e campioni di terreno prelevato nella medesima area dove tuttora sorgono edifici in terra e dove le maestranze locali hanno indicato come terreno adatto alla fabbricazione di mattoni. Sulle terre derivanti da sette differenti blocchi e su una terra prelevata allo stato naturale sono state eseguite le analisi per la determinazione della curva granulometrica (per vagliatura e per sedimentazione), le analisi per la determinazione dei limiti di consistenza (limite liquido e limite plastico) e, presso il centro CNR-ICVBC di Firenze, le analisi mineralogiche (composizione mineralogica principale e composizione dei minerali argillosi). Di ogni tipo di blocco prelevato sono poi stati realizzati per taglio tre campioni di forma cubica per la prova di compressione monoassiale. Altrettanti campioni di forma cubica, realizzati rimpastando la terra ottenuta disgregando i blocchi originari, sono stati sottoposti a prova di compressione monoassiale. Con la terra prelevata sono stati confezionati ulteriori campioni cubici e parallelepipedi per l’esecuzione rispettivamente di prove di compressione monoassiale e prove di flessione per tre punti. I risultati sperimentali ottenuti hanno permesso una chiara caratterizzazione fisico-meccanica sia del materiale presente negli edifici dell’area lametina sia di quello disponibile per integrazioni e ricostruzioni.

La tecnica costruttiva in terra a lamezia terme: analisi sperimentale per la caratterizzazione fisico-meccanica del materiale terra / V.Alecci; S.Briccoli Bati; L.Rovero. - STAMPA. - (2008), pp. 1-10. (Intervento presentato al convegno Architetture in terra cruda nell'Italia del sud tenutosi a Palermo nel ottobre 2008).

La tecnica costruttiva in terra a lamezia terme: analisi sperimentale per la caratterizzazione fisico-meccanica del materiale terra

ALECCI, VALERIO;BRICCOLI BATI, SILVIA;ROVERO, LUISA
2008

Abstract

L’edificato storico di Lamezia Terme, ancorché in uno stato di conservazione non ottimale, costituisce una valida rassegna dei modelli tipologico-costruttivi propri di una cultura edificatoria legata all’uso dei materiali locali. In particolare il centro storico lamentino rappresenta uno dei “casi” di edificato urbano in terra cruda - la cui consistenza è ancora tutta da accertare - e come tale un interessante campo di indagine e studio. Presso il Laboratorio Ufficiale Prove Materiali e Strutture, annesso al Dipartimento di Costruzioni dell’Università di Firenze, sono state effettuate le analisi necessarie alla caratterizzazione fisico-meccanico del materiale terra cruda presente in tale enclave costruttiva. Nell’ottica della conservazione del patrimonio esistente, tale sperimentazione risulta di fondamentale importanza se si voglia fare valutazioni sulla capacità portante delle strutture esistenti e se si vogliano eseguire operazioni di integrazione o ricostruzioni parziali con materiali compatibili. In particolare sono stati prelevati blocchi in terra da edifici -in precario stato di conservazione- localizzati in zone urbane e rurali dell’area lametina e campioni di terreno prelevato nella medesima area dove tuttora sorgono edifici in terra e dove le maestranze locali hanno indicato come terreno adatto alla fabbricazione di mattoni. Sulle terre derivanti da sette differenti blocchi e su una terra prelevata allo stato naturale sono state eseguite le analisi per la determinazione della curva granulometrica (per vagliatura e per sedimentazione), le analisi per la determinazione dei limiti di consistenza (limite liquido e limite plastico) e, presso il centro CNR-ICVBC di Firenze, le analisi mineralogiche (composizione mineralogica principale e composizione dei minerali argillosi). Di ogni tipo di blocco prelevato sono poi stati realizzati per taglio tre campioni di forma cubica per la prova di compressione monoassiale. Altrettanti campioni di forma cubica, realizzati rimpastando la terra ottenuta disgregando i blocchi originari, sono stati sottoposti a prova di compressione monoassiale. Con la terra prelevata sono stati confezionati ulteriori campioni cubici e parallelepipedi per l’esecuzione rispettivamente di prove di compressione monoassiale e prove di flessione per tre punti. I risultati sperimentali ottenuti hanno permesso una chiara caratterizzazione fisico-meccanica sia del materiale presente negli edifici dell’area lametina sia di quello disponibile per integrazioni e ricostruzioni.
2008
Architetture in terra cruda nell'Italia del sud
Architetture in terra cruda nell'Italia del sud
Palermo
ottobre 2008
V.Alecci; S.Briccoli Bati; L.Rovero
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