Le unioni tra persone dello stesso sesso negli Stati Uniti. Questioni didiritti e di federalismo

Negli ultimi tempi il tema delle unioni tra persone dello stesso sesso ha occupato assai di sovente le prime pagine dei giornali americani e ciò soprattutto perché, nel giro di pochi mesi, il numero degli stati che permette esplicitamente il matrimonio è triplicato: da due stati si è passati a se. Le novità recenti rappresentano il risultato di una lunga battagli combattuta a partire dagli anni settanta sia dai sostenitori del riconoscimento delle unioni omosessuali, sia da coloro che con vigore vi si sono opposti. E se guardiamo alla geografia americana, il risultato di questi aspri contrasti si riflette in un complesso patchwork, ove, a fianco di stati in cui si offre una tutela forte alle coppie omosessuali, ve ne sono alcuni ove la tutela è affievolita e molti altri ove viene assolutamente negata. Ed il panorama appare ancora più complesso se si riflette sul fatto che alcune giurisdizioni, pur non ammettendo entro i propri confini le unioni tra persone del medesimo genere, tuttavia sono disposte a riconoscere le unioni celebrate altrove, mentre altre giurisdizioni rifiutano tale riconoscimento, facendo sorgere, non solo ovvi problemi di circolazione per le persone omosessuali, ma anche non poche questioni con riferimento al particolare tipo di federalismo americano. Da queste poche parole, se volgiamo lo sguardo a realtà più vicine, possono scaturire alcune osservazioni. Innanzi tutto il dibattito si sta finalmente aprendo anche nel nostro ordinamento. In secondo luogo, se la geografia americana è varia, e dopo le recenti novità è destinata a rimanere piuttosto stabile, anche quella europea pare proprio una casacca di arlecchino destina invece, forse, a mutare nel prossimo futuro. Infine, è da sottolineare il problema della circolazione delle persone omosessuali e del riconoscimento della loro unione in paesi diversi da quelli in cui tale unione è stata formalizzata.