Gli atti del catasto evidenziano, inter alia, la redditività degli immobili ivi censiti, espressa dalla rendita catastale. Sotto il profilo tributario, tale rendita assume un duplice rilievo, da un lato rappresentando, fatte salve le eventuali rivalutazioni di legge, la base di commisurazione delle imposte dirette sui redditi derivanti dal possesso, a titolo di proprietà o altro diritto reale, di immobili ; dall’altro lato rientrando, al ricorrere di particolari condizioni soggettive ed oggettive, nel computo della base imponibile delle imposte indirette sui trasferimenti immobiliari . La classificazione catastale costituisce, inoltre, il parametro di riferimento per l’individuazione della nozione di strumentalità degli immobili, ossia dell’elemento di maggior discrimine tra l’applicazione del regime di imponibilità o di esenzione dal tributo sul valore aggiunto delle operazioni di cessione e locazione immobiliari. Il catasto configura uno strumento di determinazione (rectius, di accertamento) dei redditi di antichissime origini ed ha a lungo rappresentato il solo metodo per la rilevazione di redditi che, altrimenti, sarebbero stati esclusi dall’imposizione. Sotto il profilo storico, tra i più interessanti impieghi del Catasto in ambito "accertativo", emerge l'esperienza maturata in epoca tardo-medievale, prima a Venezia e poi a Firenze, dove il catasto fu utilizzato anche per la determinazione delle imposte sui redditi mobiliari; in questo campo l’assoggettamento a prelievo ha, infatti, sempre presentato notevoli difficoltà, per la secolare tendenza a tassare soprattutto ciò che si manifestava in modo chiaro come indice di ricchezza ed a ricercare, conseguentemente, il collegamento con circostanze apprezzabili in termini patrimoniali. Oggi, tra gli impieghi di matrice tributaria del Catasto, non vi è più quello finalizzato alla determinazione dei redditi mobiliari, ma non vi è dubbio che esso rappresenti il più importante inventario generale dei beni immobili presenti nel nostro territorio e, con specifico riferimento ai profili impostivi, la principale fonte dei dati rilevanti ai fini della determinazione delle imposte dirette gravanti sui redditi degli immobili e di quelle indirette relative ai trasferimenti degli stessi. Il contributo si articola in una prima analisi del collegamento tra dati catastali e determinazione dei tributi diretti sulla redditività immobiliare, per poi passare alla disamina della tassazione ai fini Irap dei proventi immobiliari e dell’influenza delle risultanze catastali nella individuazione dell’imposizione indiretta sulle operazioni di cessione e di locazione immobiliari. L’ultima parte, infine, è dedicata alla disciplina positiva del tributo comunale sugli immobili.

Fiscalità e catasto / E.Fazzini. - STAMPA. - (2009), pp. 27-63. (Intervento presentato al convegno CeSet tenutosi a Viterbo nel 10 e 11 Ottobre 2008).

Fiscalità e catasto

FAZZINI, ENRICO
2009

Abstract

Gli atti del catasto evidenziano, inter alia, la redditività degli immobili ivi censiti, espressa dalla rendita catastale. Sotto il profilo tributario, tale rendita assume un duplice rilievo, da un lato rappresentando, fatte salve le eventuali rivalutazioni di legge, la base di commisurazione delle imposte dirette sui redditi derivanti dal possesso, a titolo di proprietà o altro diritto reale, di immobili ; dall’altro lato rientrando, al ricorrere di particolari condizioni soggettive ed oggettive, nel computo della base imponibile delle imposte indirette sui trasferimenti immobiliari . La classificazione catastale costituisce, inoltre, il parametro di riferimento per l’individuazione della nozione di strumentalità degli immobili, ossia dell’elemento di maggior discrimine tra l’applicazione del regime di imponibilità o di esenzione dal tributo sul valore aggiunto delle operazioni di cessione e locazione immobiliari. Il catasto configura uno strumento di determinazione (rectius, di accertamento) dei redditi di antichissime origini ed ha a lungo rappresentato il solo metodo per la rilevazione di redditi che, altrimenti, sarebbero stati esclusi dall’imposizione. Sotto il profilo storico, tra i più interessanti impieghi del Catasto in ambito "accertativo", emerge l'esperienza maturata in epoca tardo-medievale, prima a Venezia e poi a Firenze, dove il catasto fu utilizzato anche per la determinazione delle imposte sui redditi mobiliari; in questo campo l’assoggettamento a prelievo ha, infatti, sempre presentato notevoli difficoltà, per la secolare tendenza a tassare soprattutto ciò che si manifestava in modo chiaro come indice di ricchezza ed a ricercare, conseguentemente, il collegamento con circostanze apprezzabili in termini patrimoniali. Oggi, tra gli impieghi di matrice tributaria del Catasto, non vi è più quello finalizzato alla determinazione dei redditi mobiliari, ma non vi è dubbio che esso rappresenti il più importante inventario generale dei beni immobili presenti nel nostro territorio e, con specifico riferimento ai profili impostivi, la principale fonte dei dati rilevanti ai fini della determinazione delle imposte dirette gravanti sui redditi degli immobili e di quelle indirette relative ai trasferimenti degli stessi. Il contributo si articola in una prima analisi del collegamento tra dati catastali e determinazione dei tributi diretti sulla redditività immobiliare, per poi passare alla disamina della tassazione ai fini Irap dei proventi immobiliari e dell’influenza delle risultanze catastali nella individuazione dell’imposizione indiretta sulle operazioni di cessione e di locazione immobiliari. L’ultima parte, infine, è dedicata alla disciplina positiva del tributo comunale sugli immobili.
2009
CeSet
Viterbo
10 e 11 Ottobre 2008
E.Fazzini
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