RIASSUNTO: La concezione geografica dell'estremo Occidente e la rappresentazione cartografica di questa area variano in relazione alla storia politica dei Greci e dei Romani che occuparono le aree mediterranee della Spagna e quelle atlantiche: i racconti dei navigatori confluiti nelle ricostruzioni degli storici aiutano solo in parte a ricostruire le effettive conoscenze dei luoghi perché Ecateo, Erodoto e lo stesso Polibio "piegano" i dati in funzione della loro idea dell'ecumene. Lo stesso Strabone, che conserva gran parte delle testimonianze di Artemidoro e che, con il geografo di Efeso, contesta l'immagine eratostenica dell'estremo Occidente, costituisce un esempio emblematico della difficoltà con cui si giunse a una raffigurazione scientifica del mondo abitato. La ricerca di Eudosso di Cnido, di Pitea di Massalia, di Eratostene di Cirene e, infine, quella di Tolemeo tentò, infatti, di spiegare il mondo con le leggi della geometria e di disegnarlo mediante coordinate astronomiche. In questo lavoro si enucleano i risultati della geografia scientifica nella rappresentazione dell'estremo Occidente e si valuta l'importanza della carta eratostenica nella storia del pensiero geografico fino a Tolemeo attraverso l'analisi dei testi, per lo più frammentari, giuntici. Un risultato importante del lavoro è quello di ricostruire - anche utilizzando la testimonianza di Marciano di Eraclea - la linea di pensiero scientifico che, nonostante le interruzioni intenzionalmente provocate da una lettura politica dell'ecumene, arriva fino alla tarda antichità e al medio evo.

Geografia e cartografia dell'estremo Occidente da Eratostene a Tolemeo / S. Bianchetti. - In: MAINAKE. - ISSN 0212-078X. - STAMPA. - XXX:(2008), pp. 17-58.

Geografia e cartografia dell'estremo Occidente da Eratostene a Tolemeo

BIANCHETTI, SERENA
2008

Abstract

RIASSUNTO: La concezione geografica dell'estremo Occidente e la rappresentazione cartografica di questa area variano in relazione alla storia politica dei Greci e dei Romani che occuparono le aree mediterranee della Spagna e quelle atlantiche: i racconti dei navigatori confluiti nelle ricostruzioni degli storici aiutano solo in parte a ricostruire le effettive conoscenze dei luoghi perché Ecateo, Erodoto e lo stesso Polibio "piegano" i dati in funzione della loro idea dell'ecumene. Lo stesso Strabone, che conserva gran parte delle testimonianze di Artemidoro e che, con il geografo di Efeso, contesta l'immagine eratostenica dell'estremo Occidente, costituisce un esempio emblematico della difficoltà con cui si giunse a una raffigurazione scientifica del mondo abitato. La ricerca di Eudosso di Cnido, di Pitea di Massalia, di Eratostene di Cirene e, infine, quella di Tolemeo tentò, infatti, di spiegare il mondo con le leggi della geometria e di disegnarlo mediante coordinate astronomiche. In questo lavoro si enucleano i risultati della geografia scientifica nella rappresentazione dell'estremo Occidente e si valuta l'importanza della carta eratostenica nella storia del pensiero geografico fino a Tolemeo attraverso l'analisi dei testi, per lo più frammentari, giuntici. Un risultato importante del lavoro è quello di ricostruire - anche utilizzando la testimonianza di Marciano di Eraclea - la linea di pensiero scientifico che, nonostante le interruzioni intenzionalmente provocate da una lettura politica dell'ecumene, arriva fino alla tarda antichità e al medio evo.
2008
XXX
17
58
S. Bianchetti
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