The right to effective enforcement of civil judgments and orders: lessons from the case law of the European Court of human rights

Nel maggio del 1997 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo rende la storica pronuncia Hornsby con la quale statuisce che “la esecuzione di una decisione o di una sentenza da qualunque organo giudiziario o ramo di giurisdizione promani deve essere considerata parte integrante del giusto processo ai sensi dell’art. 6 della Convenzione”. Il quadro delle garanzie racchiuse nell’art. 6 Conv. viene arricchito così con un diritto non previsto “en termes exprès” ma che è complemento e condizione per la realizzazione dei valori formalmente espressi nel testo della norma convenzionale: il diritto ad un’efficace tutela esecutiva. Lo scritto illustra il percorso di una giurisprudenza che, via via, non solo procede a puntuali applicazioni del diritto appena enunciato indicando agli Stati gli ostacoli e le interferenze nell’esecuzione di una decisione giudiziaria che possono avere come conseguenza di “rimettere in discussione il merito della decisione giudiziaria” o, come altre volte si dice, di “privare di ogni effetto utile le decisioni giudiziali” ma, guidata dall’obiettivo di assicurare l’effettività della tutela giurisdizionale, pone l’accetto altresì sull’aspetto qualitativo dei mezzi e delle forme di tutela esecutiva che gli Stati devono predisporre in funzione della diversa natura dei diritti da attuare. È una pagina assai significativa dell’opera della grande Corte europea, non sempre seguita con la dovuta attenzione dalle istituzioni nazionali e che, anche per questo, meritava di essere evidenziata.