Abstract I cedui a prevalenza di cerro rappresentano una delle tipologie più diffuse di bosco nell’Italia centrale. La ripresa delle utilizzazioni, avvenuta a partire dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, è avvenuta in condizioni socio-economiche molto diverse da quelle dei periodi precedenti l’abbandono. Gli interessi della comunità verso il bosco sono cambiati, cosa che ha determinato un fiorente dibattito, spinto fino al punto di mettere in discussione la continuazione di questa forma di governo. Pur essendo i boschi cedui molto diffusi, ma probabilmente a causa della facilità di gestione, ci sono molte lacune nella conoscenza di questo sistema colturale. Il lavoro che viene presentato si propone di dare un contributo relativamente a due aspetti: • la continuità dopo l’intervento di ceduazione, ovvero la relazione esistente tra la vigoria delle ceppaie in due turni successivi • i meccanismi di selezione tra ceppaie e tra polloni all’interno delle ceppaie In particolare, relativamente a quest’ultimo aspetto, è importante considerare che sono cessati i diradamenti, un tempo relativamente frequenti. Da semplici osservazioni è possibile notare che alla fine del turno le ceppaie delle specie di querce caducifoglie presentano, in genere pochi polloni per ceppaia, con una forte riduzione del numero iniziale che sovente è di diverse decine. La selezione tra i polloni avviene, quindi, solo per cause naturali. Il presente lavoro, condotto su 3 aree di saggio in un ceduo a prevalenza di cerro in provincia di Firenze, è iniziato nel 1983, immediatamente prima del taglio di ceduazione ed è proseguito fino al successivo taglio del 2004, che ha interessato il tratto di bosco in cui si trovavano due delle AdS. In ciascuna AdS tutte le piante arboree sono state misurate e contrassegnate prima del taglio. Successivamente, lo sviluppo della rinnovazione agamica è stato seguito fin dalla prima emissione dei polloni; alla fine del primo anno è stata applicata una classificazione sociale a livello delle singole ceppaie e tutti i polloni dominanti ed intermedi sono stati a loro volta marcati e misurati fino alla fine del turno. Lo sviluppo dei polloni e dei rapporti tra di essi è stato seguito per i primi 5 anni ad intervalli frequenti, misurando sia l’altezza (parametro più importante nelle fasi giovanili) che il diametro ed è proseguito a cadenza pluriennale fino alla fine del turno. I risultati ottenuti hanno mostrato che: a. esiste una relazione tra la vigoria delle ceppaie prima e dopo il taglio; b. l’emissione dei polloni avviene quasi completamente durante il primo anno; c. la differenziazione tra i polloni è precoce: già alla fine del primo anno è possibile individuare alcuni polloni dominanti per ogni ceppaia; d. la mortalità tra i polloni inizia già dopo pochi anni e prosegue iniziando dai polloni che già erano i più bassi alla fine del primo anno. Alla fine del turno i polloni sopravvissuti erano tutti tra i dominanti del primo anno, anche se differenziati nel frattempo; e. la selezione tra i polloni inizia parallelamente in tutte le ceppaie, a prescindere dalla vigoria e indipendentemente dalla selezione tra ceppaie. f. la capacità di produrre getti prolettici, in particolare nel periodo autunnale, è fondamentale per determinare la selezione tra i polloni.
Selezione e differenziazione dei polloni in un ceduo a prevalenza di cerro in provincia di Firenze / G. Giovannini. - STAMPA. - II:(2009), pp. 812-818. (Intervento presentato al convegno Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura per il miglioramento e la conservazione dei boschi italiani tenutosi a Taormina nel 16-19 ottobre 2008).
Selezione e differenziazione dei polloni in un ceduo a prevalenza di cerro in provincia di Firenze
GIOVANNINI, GIANLUCA
2009
Abstract
Abstract I cedui a prevalenza di cerro rappresentano una delle tipologie più diffuse di bosco nell’Italia centrale. La ripresa delle utilizzazioni, avvenuta a partire dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, è avvenuta in condizioni socio-economiche molto diverse da quelle dei periodi precedenti l’abbandono. Gli interessi della comunità verso il bosco sono cambiati, cosa che ha determinato un fiorente dibattito, spinto fino al punto di mettere in discussione la continuazione di questa forma di governo. Pur essendo i boschi cedui molto diffusi, ma probabilmente a causa della facilità di gestione, ci sono molte lacune nella conoscenza di questo sistema colturale. Il lavoro che viene presentato si propone di dare un contributo relativamente a due aspetti: • la continuità dopo l’intervento di ceduazione, ovvero la relazione esistente tra la vigoria delle ceppaie in due turni successivi • i meccanismi di selezione tra ceppaie e tra polloni all’interno delle ceppaie In particolare, relativamente a quest’ultimo aspetto, è importante considerare che sono cessati i diradamenti, un tempo relativamente frequenti. Da semplici osservazioni è possibile notare che alla fine del turno le ceppaie delle specie di querce caducifoglie presentano, in genere pochi polloni per ceppaia, con una forte riduzione del numero iniziale che sovente è di diverse decine. La selezione tra i polloni avviene, quindi, solo per cause naturali. Il presente lavoro, condotto su 3 aree di saggio in un ceduo a prevalenza di cerro in provincia di Firenze, è iniziato nel 1983, immediatamente prima del taglio di ceduazione ed è proseguito fino al successivo taglio del 2004, che ha interessato il tratto di bosco in cui si trovavano due delle AdS. In ciascuna AdS tutte le piante arboree sono state misurate e contrassegnate prima del taglio. Successivamente, lo sviluppo della rinnovazione agamica è stato seguito fin dalla prima emissione dei polloni; alla fine del primo anno è stata applicata una classificazione sociale a livello delle singole ceppaie e tutti i polloni dominanti ed intermedi sono stati a loro volta marcati e misurati fino alla fine del turno. Lo sviluppo dei polloni e dei rapporti tra di essi è stato seguito per i primi 5 anni ad intervalli frequenti, misurando sia l’altezza (parametro più importante nelle fasi giovanili) che il diametro ed è proseguito a cadenza pluriennale fino alla fine del turno. I risultati ottenuti hanno mostrato che: a. esiste una relazione tra la vigoria delle ceppaie prima e dopo il taglio; b. l’emissione dei polloni avviene quasi completamente durante il primo anno; c. la differenziazione tra i polloni è precoce: già alla fine del primo anno è possibile individuare alcuni polloni dominanti per ogni ceppaia; d. la mortalità tra i polloni inizia già dopo pochi anni e prosegue iniziando dai polloni che già erano i più bassi alla fine del primo anno. Alla fine del turno i polloni sopravvissuti erano tutti tra i dominanti del primo anno, anche se differenziati nel frattempo; e. la selezione tra i polloni inizia parallelamente in tutte le ceppaie, a prescindere dalla vigoria e indipendentemente dalla selezione tra ceppaie. f. la capacità di produrre getti prolettici, in particolare nel periodo autunnale, è fondamentale per determinare la selezione tra i polloni.File | Dimensione | Formato | |
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