La tradizione giuridica occidentale, IV edizione

La nuova edizione del manuale che diamo alle stampe a quattro anni dalla precedente, presenta numerose novità. Alcune parti del volume sono state riscritte – ad esempio la sezione su diritto comparato e interpretazione del diritto nazionale, e su diritto comparato, globalizzazione e armonizzazione del diritto nel primo capitolo, o quella su Le costituzioni nel secondo capitolo. Altre parti sono state aggiornate – ad esempio, la sezione sugli Special Tribunals inglesi alla luce della riforma del sistema emanata nel 2007, o sul processo di adeguamento del Code civil, che tiene conto degli avant-projets che hanno visto la luce in questi ultimi anni e del dibattito in corso sulla revisione del Code. Nuovi materiali compaiono nelle appendici, talvolta in sostituzione di documenti poco attuali o poco efficaci da un punto di vista didattico. Le novità più rilevanti sono però altre: un ampliamento della prospettiva del manuale. In primo luogo, il capitolo II comprende una IV Sezione, in cui si dà conto, discutendone anche gli aspetti problematici, del “ritorno” dei sistemi giuridici dell’Europa orientale nell’ambito della tradizione di civil law. In secondo luogo, e la novità è ancora più importante, il manuale comprende un nuovo capitolo, in cui abbiamo voluto ampliare i pochi cenni, già presenti qua e là nelle precedenti edizioni, alla diffusione della tradizione giuridica occidentale in altre parti del mondo. Il titolo del capitolo è “Incontri della tradizione giuridica occidentale”: esso vuole indicare i contatti, gli incontri appunto, che tale tradizione ha avuto - in virtù di vari fattori, dal prestigio al colonialismo e all’imperialismo militare, economico e culturale - con altre tradizioni giuridiche, lasciando in esse tracce più o meno pesanti e durature. Si è voluto dare conto, insomma, del viaggio compito dalla tradizione giuridica occidentale. Naturalmente, anche in questa indagine, si è resa necessaria una scelta che, come ogni scelta, può apparire arbitraria. La scelta è stata quella di prendere in considerazione ordinamenti (o gruppi di ordinamenti) significativi per la loro rilevanza politico/economica, e nei quali le tracce di civil law e/o common law sono particolarmente importanti: sono stati così privilegiati gli “incontri” con America Latina, Cina, Giappone, India, Paesi islamici. Abbiamo snaturato l’impianto del manuale, in origine dedicato alla sola tradizione giuridica occidentale? Abbiamo peccato di eurocentrismo? Pensiamo di avere evitato questi errori. Da un lato infatti siamo consapevoli di non trattare di ordinamenti “altri” nella loro compiutezza e complessità, ma di verificare soltanto l’intensità dell’incontro che tali ordinamenti hanno avuto con la tradizione giuridica occidentale. Dall’altro - avvertendo il lettore sia dei lati positivi sia dei rischi della globalizzazione e del ruolo che il comparatista deve svolgere nei confronti di questo fenomeno - ci siamo limitati ad analizzare un dato della realtà presente.