Il saggio riflette sulla necessità di tornare a collegare la rappresentazione cartografica, utile e necessaria per la pratica urbanistica, alla percezione diretta dei luoghi. Recenti innovazioni legislative impongono a tutta la pianificazione urbanistica di occuparsi di paesaggio. Sia la Convenzione europea del paesaggio, sia il Codice dei beni ambientali e del paesaggio richiedono un’importante rivisitazione degli strumenti urbanistici. Non solo contesti rari e oggetti preziosi, ma tutto il territorio, eccellente e ordinario, è lo scenario di riferimento. Gli attori principali sono gli abitanti, coloro che percepiscono il loro contesto di vita. Tutto il territorio deve essere progettato in chiave paesistica. Ma cos’è il paesaggio se non quel qualcosa “in più”, che consente al territorio di diventare, appunto, paesaggio? Se la chiave di tutto sta nella rappresentazione, sociale, collettiva, individuale, nell’arte della descrizione creativa, allora è necessario che la tecnica urbanistica torni a dotarsi di strumenti dimenticati, come la percezione diretta, l’indagine locale, il sopralluogo, torni cioè ad utilizzare tutto il corpo, a mettere in campo i sensi, per progettare i luoghi. Il testo che segue propone una prima sperimentazione di una descrizione strutturale e percettiva del paesaggio, utile alla pratica urbanistica.
Letture sensibili di paesaggio / D. Poli. - STAMPA. - (2010), pp. 573-579. (Intervento presentato al convegno V Convegno internazionale Beni Culturali tenutosi a Fano nel 4-5-6 settembre 2009).
Letture sensibili di paesaggio
POLI, DANIELA
2010
Abstract
Il saggio riflette sulla necessità di tornare a collegare la rappresentazione cartografica, utile e necessaria per la pratica urbanistica, alla percezione diretta dei luoghi. Recenti innovazioni legislative impongono a tutta la pianificazione urbanistica di occuparsi di paesaggio. Sia la Convenzione europea del paesaggio, sia il Codice dei beni ambientali e del paesaggio richiedono un’importante rivisitazione degli strumenti urbanistici. Non solo contesti rari e oggetti preziosi, ma tutto il territorio, eccellente e ordinario, è lo scenario di riferimento. Gli attori principali sono gli abitanti, coloro che percepiscono il loro contesto di vita. Tutto il territorio deve essere progettato in chiave paesistica. Ma cos’è il paesaggio se non quel qualcosa “in più”, che consente al territorio di diventare, appunto, paesaggio? Se la chiave di tutto sta nella rappresentazione, sociale, collettiva, individuale, nell’arte della descrizione creativa, allora è necessario che la tecnica urbanistica torni a dotarsi di strumenti dimenticati, come la percezione diretta, l’indagine locale, il sopralluogo, torni cioè ad utilizzare tutto il corpo, a mettere in campo i sensi, per progettare i luoghi. Il testo che segue propone una prima sperimentazione di una descrizione strutturale e percettiva del paesaggio, utile alla pratica urbanistica.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.