Il campo della pianificazione è disseminato di problemi che richiedono una riflessione profonda e la messa in discussione dei modi consueti di pensare e di agire. Il contributo esamina alcuni di questi problemi, cercando una strada per affrontare le difficoltà che affliggono le nostre città: la moltiplicazione delle nuove cittadinanze, il complicato mosaico delle differenze, la diffusione delle comunità volontarie, le richieste di riconoscimento in una società socio-diversa e molteplice. In particolare il testo esplora alcune figurazioni immaginifiche della postmodernità proposte dalla letteratura, cercando di trarre spunti utili alla definizione delle premesse per una nuova pianificazione sensibile alle differenze (Parekh, 2000; Sandercock, 1998). Il punto di partenza di questo percorso coincide con la consapevolezza che l’immagine dominante della città postmoderna sia quella di una città in cui la paura dell’altro induce meccanismi di difesa, attiva dispositivi di controllo sociale e di distribuzione selettiva delle risorse (Segmented City) (Glasze, Webster and Frantz, 2006; Rowland Atkinson and Sara Blandy). Il punto di arrivo si concentra invece sull’intuizione dell’esistenza di un’altra immagine di città (DiverCity): quella di una città in potenza e in divenire, in grado di riconoscere nelle pratiche quotidiane, le potenzialità e gli enzimi di una nuova urbanità (Sandercock, 2003; Sennett, 1994; Amin, 2002; Friedmann, 2002; Fainstein, 2000). Lo sfondo di questo percorso è costituito dai riferimenti ad alcuni testi seminali della teoria della pianificazione, riletti alla luce delle sfide di una società multiculturale (Sandercock, 2003; Yiftachel, 1998; Holston, 1998; Friedmann 2002; Fainstein, 2005; Innes, 2000; Forester, 1989; Innes, 1995; Healey, 1997). La parte finale del contributo si sofferma sul terreno delle pratiche progettuali e della pianificazione dello spazio delle differenze (forse il terreno più debole sul piano della ricerca). In particolare, cerca di approfondire il rapporto tra pianificazione urbana e diversità culturale, aprendo la riflessione verso nuove aree della ricerca (Burayidi, 2000; Qadeer, 1997; Sandercock, 1998, 2000; Fenster, 1999; Thomas 2000; Perrone, 2003).

DiverCity: immagini di città per una pianificazione sensibile alle differenze / C. Perrone. - ELETTRONICO. - Abitare il futuro….dopo Copenhagen. Inhabiting the future after Copenhagen. Atti delle giornate internazionali di studi:(2010), pp. 1708-1718. (Intervento presentato al convegno Dipartimento di progettazione urbana e di urbanistica - Università di Napoli Federico II tenutosi a Napoli nel 13-14 dicembre 2010).

DiverCity: immagini di città per una pianificazione sensibile alle differenze

PERRONE, CAMILLA
2010

Abstract

Il campo della pianificazione è disseminato di problemi che richiedono una riflessione profonda e la messa in discussione dei modi consueti di pensare e di agire. Il contributo esamina alcuni di questi problemi, cercando una strada per affrontare le difficoltà che affliggono le nostre città: la moltiplicazione delle nuove cittadinanze, il complicato mosaico delle differenze, la diffusione delle comunità volontarie, le richieste di riconoscimento in una società socio-diversa e molteplice. In particolare il testo esplora alcune figurazioni immaginifiche della postmodernità proposte dalla letteratura, cercando di trarre spunti utili alla definizione delle premesse per una nuova pianificazione sensibile alle differenze (Parekh, 2000; Sandercock, 1998). Il punto di partenza di questo percorso coincide con la consapevolezza che l’immagine dominante della città postmoderna sia quella di una città in cui la paura dell’altro induce meccanismi di difesa, attiva dispositivi di controllo sociale e di distribuzione selettiva delle risorse (Segmented City) (Glasze, Webster and Frantz, 2006; Rowland Atkinson and Sara Blandy). Il punto di arrivo si concentra invece sull’intuizione dell’esistenza di un’altra immagine di città (DiverCity): quella di una città in potenza e in divenire, in grado di riconoscere nelle pratiche quotidiane, le potenzialità e gli enzimi di una nuova urbanità (Sandercock, 2003; Sennett, 1994; Amin, 2002; Friedmann, 2002; Fainstein, 2000). Lo sfondo di questo percorso è costituito dai riferimenti ad alcuni testi seminali della teoria della pianificazione, riletti alla luce delle sfide di una società multiculturale (Sandercock, 2003; Yiftachel, 1998; Holston, 1998; Friedmann 2002; Fainstein, 2005; Innes, 2000; Forester, 1989; Innes, 1995; Healey, 1997). La parte finale del contributo si sofferma sul terreno delle pratiche progettuali e della pianificazione dello spazio delle differenze (forse il terreno più debole sul piano della ricerca). In particolare, cerca di approfondire il rapporto tra pianificazione urbana e diversità culturale, aprendo la riflessione verso nuove aree della ricerca (Burayidi, 2000; Qadeer, 1997; Sandercock, 1998, 2000; Fenster, 1999; Thomas 2000; Perrone, 2003).
2010
Abitare il futuro….dopo Copenhagen. Inhabiting the future after Copenhagen. Atti delle giornate internazionali di studi
Dipartimento di progettazione urbana e di urbanistica - Università di Napoli Federico II
Napoli
13-14 dicembre 2010
C. Perrone
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