Attorno a metà Trecento Paolo da Certaldo sottolineava l’importanza di essere informati prima degli altri. Effettivamente i mercanti erano da un lato avidi di notizie, dall’altro prodighi di informazioni a favore di soci o corrispondenti. Un flusso informativo completo e dettagliato era tanto più importante quanto più lontani erano i mercati con cui ci si trovava a commerciare. La trasmissione delle notizie poteva avvenire mediante servizi organizzati (ad esempio le scarselle) o, in casi di particolare urgenza, attraverso l’invio di corrieri speciali. Ovviamente i costi variavano e comunicazioni rapide e urgenti erano assai care. Tuttavia, l’essere informati prima degli altri poteva portare vantaggi cruciali in termini competitivi: per questo motivo erano particolarmente ricercate anche le notizie confidenziali, quelle non ufficialmente confermate e che quindi erano a conoscenza di pochi. Vi erano dei rischi, però: che le voci non corrispondessero al vero. E d’altronde vi era anche chi mirava a diffondere notizie false, per trarne profitto. Si poneva così il problema di controllare la veridicità della fonte: un problema così strettamente legato a quell’elemento della fiducia che costituiva un lubrificante essenziale per i rapporti commerciali tra operatori che erano di stanza in terre anche molto lontane. Le lettere commerciali trattavano una quantità notevole di tematiche, da quelle di natura prettamente economica (prezzi, tassi di cambio, etc.) ad altre di portata più generale (argomenti di natura politico-diplomatica, sanitaria, meteorologica, etc.), fino a discorsi di carattere personale. Con l’inizio dell’età moderna e con il diffondersi della stampa, la possibilità di divulgare le notizie aumentò a dismisura. Si passò così da lettere personali (anche se di alcune veniva a volte data pubblica lettura) a un’informazione che si diffondeva in forma anonima attraverso bollettini periodici.

Circolazione di notizie e andamento dei mercati nel basso Medioevo / F. Guidi Bruscoli. - STAMPA. - I. Lori Sanfilippo-A. Rigon (a cura di). Fama e publica vox nel Medioevo:(2011), pp. 119-146. (Intervento presentato al convegno Fama e publica vox nel Medioevo tenutosi a Ascoli Piceno nel 4-5 Dicembre 2009).

Circolazione di notizie e andamento dei mercati nel basso Medioevo

GUIDI BRUSCOLI, FRANCESCO
2011

Abstract

Attorno a metà Trecento Paolo da Certaldo sottolineava l’importanza di essere informati prima degli altri. Effettivamente i mercanti erano da un lato avidi di notizie, dall’altro prodighi di informazioni a favore di soci o corrispondenti. Un flusso informativo completo e dettagliato era tanto più importante quanto più lontani erano i mercati con cui ci si trovava a commerciare. La trasmissione delle notizie poteva avvenire mediante servizi organizzati (ad esempio le scarselle) o, in casi di particolare urgenza, attraverso l’invio di corrieri speciali. Ovviamente i costi variavano e comunicazioni rapide e urgenti erano assai care. Tuttavia, l’essere informati prima degli altri poteva portare vantaggi cruciali in termini competitivi: per questo motivo erano particolarmente ricercate anche le notizie confidenziali, quelle non ufficialmente confermate e che quindi erano a conoscenza di pochi. Vi erano dei rischi, però: che le voci non corrispondessero al vero. E d’altronde vi era anche chi mirava a diffondere notizie false, per trarne profitto. Si poneva così il problema di controllare la veridicità della fonte: un problema così strettamente legato a quell’elemento della fiducia che costituiva un lubrificante essenziale per i rapporti commerciali tra operatori che erano di stanza in terre anche molto lontane. Le lettere commerciali trattavano una quantità notevole di tematiche, da quelle di natura prettamente economica (prezzi, tassi di cambio, etc.) ad altre di portata più generale (argomenti di natura politico-diplomatica, sanitaria, meteorologica, etc.), fino a discorsi di carattere personale. Con l’inizio dell’età moderna e con il diffondersi della stampa, la possibilità di divulgare le notizie aumentò a dismisura. Si passò così da lettere personali (anche se di alcune veniva a volte data pubblica lettura) a un’informazione che si diffondeva in forma anonima attraverso bollettini periodici.
2011
Fama e publica vox nel Medioevo
Fama e publica vox nel Medioevo
Ascoli Piceno
4-5 Dicembre 2009
F. Guidi Bruscoli
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