La biblioteca pubblica italiana è, in questa fase storica, chiamata a difendere in modo attivo la Costituzione, le istituzioni democratiche, il diritto positivo a un’informazione libera, tempestiva e plurale, arginando le manipolazioni che pervadono l’assetto partitocratico delle istituzioni e dei mass-media. Si entra in biblioteca come utenti e si esce come cittadini arricchiti e consapevoli dei propri diritti. Non c’è democrazia senza controllo, e il controllo deve essere esercitato anche dall’elettorato passivo. La legge rispetta e protegge l’autonomia delle professioni, e dunque anche quella dei bibliotecari, sarebbe pertanto il caso che anche la politica ne prendesse atto. Neutralità non significa astensionismo, né indifferenza o astensione dal giudizio. La neutralità del bibliotecario in una società aperta e democratica significa piuttosto consentire e promuovere la libera circolazione e il libero confronto delle idee, schierarsi di fronte alle discriminazioni e alla lesione dei diritti fondamentali degli individui, dai vulnus nella sfera dei diritti privati (per esempio, le scelte sessuali) a quelli pubblici (per esempio, l’accoglienza in biblioteca per tutti). Se nella professione viene a mancare un dimensione civile tutto il resto non ha senso. Nell’attività del bibliotecario la dimensione tecnica, essenziale per lavorare con competenza, non può prescindere o separarsi dall’impegno civile, dall’attenzione ai diritti civili e al modo in cui questi vengono vissuti e praticati nell’ambito della comunità di appartenenza.

Valori e identità della biblioteca pubblica : qualche riflessione sull’etica, l’impegno civile e la competenza del bibliotecario / Mauro Guerrini. - In: BOLLETTINO AIB. - ISSN 1121-1490. - STAMPA. - 50:(2010), pp. 109-114.

Valori e identità della biblioteca pubblica : qualche riflessione sull’etica, l’impegno civile e la competenza del bibliotecario

GUERRINI, MAURO
2010

Abstract

La biblioteca pubblica italiana è, in questa fase storica, chiamata a difendere in modo attivo la Costituzione, le istituzioni democratiche, il diritto positivo a un’informazione libera, tempestiva e plurale, arginando le manipolazioni che pervadono l’assetto partitocratico delle istituzioni e dei mass-media. Si entra in biblioteca come utenti e si esce come cittadini arricchiti e consapevoli dei propri diritti. Non c’è democrazia senza controllo, e il controllo deve essere esercitato anche dall’elettorato passivo. La legge rispetta e protegge l’autonomia delle professioni, e dunque anche quella dei bibliotecari, sarebbe pertanto il caso che anche la politica ne prendesse atto. Neutralità non significa astensionismo, né indifferenza o astensione dal giudizio. La neutralità del bibliotecario in una società aperta e democratica significa piuttosto consentire e promuovere la libera circolazione e il libero confronto delle idee, schierarsi di fronte alle discriminazioni e alla lesione dei diritti fondamentali degli individui, dai vulnus nella sfera dei diritti privati (per esempio, le scelte sessuali) a quelli pubblici (per esempio, l’accoglienza in biblioteca per tutti). Se nella professione viene a mancare un dimensione civile tutto il resto non ha senso. Nell’attività del bibliotecario la dimensione tecnica, essenziale per lavorare con competenza, non può prescindere o separarsi dall’impegno civile, dall’attenzione ai diritti civili e al modo in cui questi vengono vissuti e praticati nell’ambito della comunità di appartenenza.
2010
50
109
114
Mauro Guerrini
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