Le nuove Regole italiane di catalogazione (REICAT) costituiscono la novità più importante e più attesa degli ultimi anni dalla comunità bibliotecaria italiana. Tre aspetti su cui riflettere: 1) il rapporto delle REICAT con i principi e gli standard internazionali concepiti in ambito IFLA (FRBR e ICP); 2) la presenza di strumenti catalografici condivisi a livello mondiale; 3) l’attuazione delle nuove regole nei cataloghi delle biblioteche italiane. L’introduzione nelle REICAT del concetto di titolo uniforme è una caratteristica molto positiva: ma quale lingua usare per le intestazioni uniformi? Altro punto importante: il rapporto fra REICAT e ISBD. Le RDA hanno accettato la sfida di lavorare in ambiente digitale. Qual è stata la scelta delle REICAT? Per quale catalogo – e per quali catalogatori – sono state redatte? Offrono un catalogo allestibile direttamente da zero in ambiente digitale o pensano ancora a un catalogo impostato sulla registrazione composta dalla descrizione bibliografica (per la pubblicazione) e dalle relazioni con i possibili accessi (opera e responsabilità) che deriva dalla struttura del catalogo cartaceo? Soprattutto: è ancora pertinente un codice nazionale in un contesto in cui il catalogo (o come si chiamerà in futuro) viene consultato su base globale? Qual è il rapporto tra le REICAT e il Nuovo Soggettario? Usare la medesima forma linguistica o forme linguistiche diverse per il punto di accesso autorizzato? L’inclusione nelle regole del controllo d’autorità impone maggior rigore e precisione nell’inserimento dei dati.
REICAT : un nuovo codice di regole per quale catalogo? / Mauro Guerrini. Intervento presentato al Seminario: REICAT: contenuti, applicazione, elementi di confronto, promosso dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU), Roma, Biblioteca nazionale centrale di Roma, 18 febbraio, 2010 / Mauro Guerrini. - In: AIB NOTIZIE. - ISSN 1120-2521. - STAMPA. - 22:(2010), pp. 17-19.
REICAT : un nuovo codice di regole per quale catalogo? / Mauro Guerrini. Intervento presentato al Seminario: REICAT: contenuti, applicazione, elementi di confronto, promosso dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU), Roma, Biblioteca nazionale centrale di Roma, 18 febbraio, 2010.
GUERRINI, MAURO
2010
Abstract
Le nuove Regole italiane di catalogazione (REICAT) costituiscono la novità più importante e più attesa degli ultimi anni dalla comunità bibliotecaria italiana. Tre aspetti su cui riflettere: 1) il rapporto delle REICAT con i principi e gli standard internazionali concepiti in ambito IFLA (FRBR e ICP); 2) la presenza di strumenti catalografici condivisi a livello mondiale; 3) l’attuazione delle nuove regole nei cataloghi delle biblioteche italiane. L’introduzione nelle REICAT del concetto di titolo uniforme è una caratteristica molto positiva: ma quale lingua usare per le intestazioni uniformi? Altro punto importante: il rapporto fra REICAT e ISBD. Le RDA hanno accettato la sfida di lavorare in ambiente digitale. Qual è stata la scelta delle REICAT? Per quale catalogo – e per quali catalogatori – sono state redatte? Offrono un catalogo allestibile direttamente da zero in ambiente digitale o pensano ancora a un catalogo impostato sulla registrazione composta dalla descrizione bibliografica (per la pubblicazione) e dalle relazioni con i possibili accessi (opera e responsabilità) che deriva dalla struttura del catalogo cartaceo? Soprattutto: è ancora pertinente un codice nazionale in un contesto in cui il catalogo (o come si chiamerà in futuro) viene consultato su base globale? Qual è il rapporto tra le REICAT e il Nuovo Soggettario? Usare la medesima forma linguistica o forme linguistiche diverse per il punto di accesso autorizzato? L’inclusione nelle regole del controllo d’autorità impone maggior rigore e precisione nell’inserimento dei dati.File | Dimensione | Formato | |
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