Il saggio si incentra sull’analisi dei questionari alla cui compilazione, dopo l’abolizione della “ruota” nel 1875, l’Ospedale di S. Maria Degli Innocenti aveva iniziato a rendere obbligatoria, nel 1901, per le donne che intendevano abbandonare i propri figli. Sul filo di un costante confronto con la storiografia internazionale, singolarmente abbondante sull’argomento (dopo i classici studi di Laslett, si pensi ai saggi di Kertzer, Hunecke, Gillis, Berlanstein ecc.), oltre ad una verifica dell’incidenza degli indici di illegittimità (in netta crescita rispetto agli ultimi decenni dell’Ottocento nella percentuale delle esposizioni, sia in corrispondenza del delinearsi del fenomeno della “transizione demografica”, che della trasformazione delle politiche adottate dagli istituti di accoglienza) la ricerca propone un’analisi incrociata del tipo di professione e della provenienza geografica delle madri, tra le quali peraltro – come fra le prostitute – sono sempre le domestiche a risultare le più numerose, esposte come sono ai “rischi” dell’inurbamento e allo stesso tempo prive del sostegno della rete parentale (268 sul totale delle 684 donne che espongono i loro figli). La ricchezza delle informazioni fornite dalle fonti permettono inoltre di scavare più a fondo nell’analisi del fenomeno dell’illegittimità, offrendo una serie di indicazioni non solo sulla famiglia d’origine delle madri, ma anche sulla loro propensione alle restituzioni: premesse sufficienti per individuare una prima chiave interpretativa anche dal punto di vista della “storia dei sentimenti”. Sembra così possibile ipotizzare che mentre “l’amor materno” per i figli legittimi risulta esportato dalle classi alte verso gli strati inferiori della popolazione – come ha sostenuto Barbagli – quello per gli illegittimi promani al contrario dal basso: proprio tra le trecciaiole e le operaie, nel cui network familiare si registra il più alto tasso di “miserabilità”, si registra infatti il maggior numero dei riconoscimenti.

IL FIGLIO DELLA SERVA. ILLEGITTIMITÀ E AMOR MATERNO NELLA FIRENZE TRA OTTO E NOVECENTO.(Relazione presentata al Convegno internazionale Changes in Family Patterns in Western Countries, Bologna, 1994) / M. CASALINI. - In: BOLLETTINO DI DEMOGRAFIA STORICA. - ISSN 1126-9510. - STAMPA. - 24-25:(1996), pp. 37-50.

IL FIGLIO DELLA SERVA. ILLEGITTIMITÀ E AMOR MATERNO NELLA FIRENZE TRA OTTO E NOVECENTO.(Relazione presentata al Convegno internazionale Changes in Family Patterns in Western Countries, Bologna, 1994)

CASALINI, MARIA
1996

Abstract

Il saggio si incentra sull’analisi dei questionari alla cui compilazione, dopo l’abolizione della “ruota” nel 1875, l’Ospedale di S. Maria Degli Innocenti aveva iniziato a rendere obbligatoria, nel 1901, per le donne che intendevano abbandonare i propri figli. Sul filo di un costante confronto con la storiografia internazionale, singolarmente abbondante sull’argomento (dopo i classici studi di Laslett, si pensi ai saggi di Kertzer, Hunecke, Gillis, Berlanstein ecc.), oltre ad una verifica dell’incidenza degli indici di illegittimità (in netta crescita rispetto agli ultimi decenni dell’Ottocento nella percentuale delle esposizioni, sia in corrispondenza del delinearsi del fenomeno della “transizione demografica”, che della trasformazione delle politiche adottate dagli istituti di accoglienza) la ricerca propone un’analisi incrociata del tipo di professione e della provenienza geografica delle madri, tra le quali peraltro – come fra le prostitute – sono sempre le domestiche a risultare le più numerose, esposte come sono ai “rischi” dell’inurbamento e allo stesso tempo prive del sostegno della rete parentale (268 sul totale delle 684 donne che espongono i loro figli). La ricchezza delle informazioni fornite dalle fonti permettono inoltre di scavare più a fondo nell’analisi del fenomeno dell’illegittimità, offrendo una serie di indicazioni non solo sulla famiglia d’origine delle madri, ma anche sulla loro propensione alle restituzioni: premesse sufficienti per individuare una prima chiave interpretativa anche dal punto di vista della “storia dei sentimenti”. Sembra così possibile ipotizzare che mentre “l’amor materno” per i figli legittimi risulta esportato dalle classi alte verso gli strati inferiori della popolazione – come ha sostenuto Barbagli – quello per gli illegittimi promani al contrario dal basso: proprio tra le trecciaiole e le operaie, nel cui network familiare si registra il più alto tasso di “miserabilità”, si registra infatti il maggior numero dei riconoscimenti.
1996
24-25
37
50
M. CASALINI
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/5414
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact