Ponte all'Indiano, Firenze

L’autrice ripercorre la vicenda che ha portato alla costruzione del fiorentino ponte all’Indiano, avviata nel 1967 con il concorso-appalto indetto dal Comune di Firenze per la realizzazione di un nuovo snodo di collegamento del traffico urbano nella parte occidentale della città e proseguita con la vincita, proclamata il 17 marzo 1969, del progetto degli architetti Paolo Sica e Adriano Montemagni, realizzato a partire dal 1973. Oltre a un’accurata descrizione del sistema strutturale posto alla base di questa complessa opera ingegneristica che si collega in maniera evidente alla ricerca sulle strutture in ferro e cemento armato segnata, negli anni Sessanta, dall’esperienza di Nervi e Morandi, il saggio offre un’attenta lettura critica delle intenzioni dei progettisti e della partecipazione del progetto alla modernizzazione del territorio italiano nel periodo post-bellico e, in particolare, alle trasformazioni urbane della Firenze dell’epoca. Nella lettura della nascita di questo nuovo segno identitario della città emerge in particolare l’attenzione rivolta dai progettisti nei confronti delle implicazioni urbane e di impatto territoriale del proprio intervento, che vuole contribuire al superamento della separazione esistente tra le due rive dell’Arno, non divenendo un mero collegamento viario ma ponendosi in rapporto dialettico con l’intero territorio, concepito sia nella sua valenza ambientale che sociale. Uno sforzo progettuale di notevole intensità, se messo in relazione con la sua epoca che, tuttavia, non si traduce in risposta fattiva ad una problematica della città ma che, nell’organizzazione della stessa, rimane ad esclusivo utilizzo del traffico automobilistico.