Questo contributo tenta l'analisi storica di due guide cinquecentesche di viaggio, entrambe di autori italiani. La prima fu composta in volgare da due funzionari delle Poste pontificie e pubblicata per la prima volta a Roma, nel 1563. La seconda è, per l'esattezza, costituita dal capitolo finale (una sorta di applicazione pratica e al tempo stesso una conclusione), di un trattato medico sulle malattie dei viaggiatori, scritto dal filosofo e fisico protestante italiano Guglielmo Grataroli, fuggito per causa di religione a Basilea: il "Regimen omnium iter agentium", publicato per la prima volta proprio a Basilea, nel 1561. La ragione della loro analisi comparativa sta in un testo fondamentale per la storia della cosmografia seicentesca: l' "Epitome cosmografica" di Vincenzo Coronelli (Colonia, 1693), dove i due testi sono entrambi inseiti come "Itinerarj de’ Viaggi" nella sezione bibliografica dedicata agli "Autori, c’hanno scritto dell’Europa". Il modo in cui il cosmografo analizza i testi dimostra che essi (e la loro tipologia testuale) rappresentano uno strumento per osservare e descrivere territori su scala topografica, fondandosi su successioni di nomi di luogo e distanze. L'azione fisica del viaggio, che è trasferita dalla stampa sulla pagina scritta del testo, e che è lo scopo finale del lettore, sottopone i testi ad una prova continua di affidabilità. La persistenza del loro uso su una scala cronologica di 'lunga durata' da parte di un cosmografo dell'importanza di Coronelli, ci fa comprendere che essi rappresentano una modalità descrittiva del territorio che è al tempo stesso connessa con la storia delle mentalita, della percezione e della rappresentazione.

"Ne liber maior fiat quam iter agenti conveniat". Un cosmografo e due "Itinerari de' viaggi": strategie testuali, percezione e rappresentazione del territorio nell'Italia tra Cinque e Seicento / I. Melani. - In: GEOSTORIE. - ISSN 1593-4578. - STAMPA. - A. XVIII, nn. 1-2:(2010), pp. 111-162.

"Ne liber maior fiat quam iter agenti conveniat". Un cosmografo e due "Itinerari de' viaggi": strategie testuali, percezione e rappresentazione del territorio nell'Italia tra Cinque e Seicento

MELANI, IGOR
2010

Abstract

Questo contributo tenta l'analisi storica di due guide cinquecentesche di viaggio, entrambe di autori italiani. La prima fu composta in volgare da due funzionari delle Poste pontificie e pubblicata per la prima volta a Roma, nel 1563. La seconda è, per l'esattezza, costituita dal capitolo finale (una sorta di applicazione pratica e al tempo stesso una conclusione), di un trattato medico sulle malattie dei viaggiatori, scritto dal filosofo e fisico protestante italiano Guglielmo Grataroli, fuggito per causa di religione a Basilea: il "Regimen omnium iter agentium", publicato per la prima volta proprio a Basilea, nel 1561. La ragione della loro analisi comparativa sta in un testo fondamentale per la storia della cosmografia seicentesca: l' "Epitome cosmografica" di Vincenzo Coronelli (Colonia, 1693), dove i due testi sono entrambi inseiti come "Itinerarj de’ Viaggi" nella sezione bibliografica dedicata agli "Autori, c’hanno scritto dell’Europa". Il modo in cui il cosmografo analizza i testi dimostra che essi (e la loro tipologia testuale) rappresentano uno strumento per osservare e descrivere territori su scala topografica, fondandosi su successioni di nomi di luogo e distanze. L'azione fisica del viaggio, che è trasferita dalla stampa sulla pagina scritta del testo, e che è lo scopo finale del lettore, sottopone i testi ad una prova continua di affidabilità. La persistenza del loro uso su una scala cronologica di 'lunga durata' da parte di un cosmografo dell'importanza di Coronelli, ci fa comprendere che essi rappresentano una modalità descrittiva del territorio che è al tempo stesso connessa con la storia delle mentalita, della percezione e della rappresentazione.
2010
A. XVIII, nn. 1-2
111
162
I. Melani
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