Accompagna questa nuova traduzione della Nascita della tragedia un'ampia introduzione che riassume i temi e gli intenti dell'opera, sottolineando i principali problemi interpretativi rimasti tuttora aperti: l'apollineo e il dionisiaco, la fitta rete di metafore faustiane, le varie fonti filologiche, il rapporto complesso con Schopenhauer e Wagner. Conclude il volume una sezione antologica che comprende passi (molti dei quali inediti in italiano) dalle lezioni universitarie del filosofo tedesco, lettere degli amici sulla Nascita della tragedia e i brani piú significativi dei libri utilizzati nel corso della stesura, dai quali risulta tra l'altro come Nietzsche fosse piú vicino di quanto generalmente si pensi alle principali acquisizioni e agli aspetti piú innovativi della grande filologia tedesca del suo tempo. In questa nuova edizione ho cercato di mettere in pratica la lezione di quelli che considero due maestri: Mazzino Montinari, che mi ha insegnato l’importanza delle fonti e delle citazioni nascoste, che rivelano la trama di un fitto dialogo dell’autore con i suoi modelli o punti di riferimento; Michele Ranchetti, che ci teneva invece a sottolineare l’importanza del contesto culturale, considerare la singola opera in parte come evento collettivo, frutto di una rete di relazioni, colloqui con gli amici, dibattiti, spunti polemici e via dicendo. Di qui l’importanza dei carteggi, in quanto spesso vi affiora con chiarezza il complesso processo di gestazione di un’opera o l’elaborazione di alcuni concetti chiave prima di approdare alla stesura finale. Per tale motivo ho dato ampio spazio nell’introduzione al carteggio con Rohde e ho riportato in appendice alcune lettere di Nietzsche e dei suoi gli amici sugli scritti che precedono e preparano la Nascita della tragedia: ad es. la lettera di Romundt (del luglio 1871), il quale fa sapere a Nietzsche che i Ritschl avrebbero gradito una “maggiore chiarezza sui concetti di apollineo e dionisiaco” (che evidentemente i due coniugi conoscono già) e Nietzsche accoglie questo suggerimento. Nella parte introduttiva mi soffermo in particolare sulla fitta trama di rimandi e metafore ispirate al Faust di Goethe, che percorrono prima le lettere che si scambiano Nietzsche e Rohde, poi vari frammenti e riaffiorano infine nella Nascita della tragedia. Queste immagini spiegano bene gli intenti di Nietzsche: riuscire, attraverso una sorta di nekya omerica, a fare rivivere la Grecia arcaica come i fantasmi del passato. Viene posto inoltre l’accento su principio cardine del libro: il tema schopenhaueriano del contrasto originario o della visione interiore che si scarica o si proietta nelle immagini sulla scena si palesa alla fine come un vero e proprio principio strutturale che si ripresenta con immagini analoghe in almeno 7 capitoli del libro.La sezione antologica fa vedere chiaramente come la Nascita della tragedia, questo testo anomalo, questa “Centaurengeburt”, come riconosceva lo stesso Nietzsche, venga di fatto influenzata da scritti non solo di filologia classica ma anche di estetica, o di teoria della musica Come è stato osservato da un filologo classico (J. Latacz) Nietzsche era un grande “Erschließer, kein Entdecker”: vale a dire non ha fatto tanto delle vere e proprie “scoperte”, ma ha sostanzialmente dischiuso nuove prospettive interpretative proprio dando un incisivo risalto alle acquisizioni filologiche dei colleghi, ridefinendo contrasti e accentuando chiaroscuri, La maggior parte delle teorie apparentemente provocatorie della Nascita della tragedia erano già note ai filologi classici. Se si prendono in esame vari testi di esponenti della grande filologia classica tedesca quali Karl Otfried Müller, Yorck von Wartenburg, Jakob Bernays, si può agevolmente osservare una serie di puntuali riscontri tra le loro acquisizioni e i diversi scritti di Nietzsche di questo periodo Lo stesso si può affermare di un testo oggigiorno quasi dimenticato, l’Apollo vaticano di Joseph Anselm Feuerbach, fratello del filosofo e padre del pittore. Inoltre si riallaccia a una grande tradizione filologica e storica di matrice romantica che ha profondamente rinnovato gli studi sul mito e questi aspetti vengono documentati nell’introduzione, nel commento e nella sezione antologica. Nel commento in particolare si rimanda ad alcune fonti ignorate dalla Nietzsche-Forschung, come ad esempio Winkelmann per il motivo della malinconia degli etruschi. Il volume è stato recensito da Gherardo Ugolini sulla rivista “Iride” del 3 dicembre 2009.

Edizione con note e materiali di Friedrich Nietzsche, La nascita della Tragedia / V.Vivarelli. - STAMPA. - (2009), pp. 1-288.

Edizione con note e materiali di Friedrich Nietzsche, La nascita della Tragedia.

VIVARELLI, VIVETTA
2009

Abstract

Accompagna questa nuova traduzione della Nascita della tragedia un'ampia introduzione che riassume i temi e gli intenti dell'opera, sottolineando i principali problemi interpretativi rimasti tuttora aperti: l'apollineo e il dionisiaco, la fitta rete di metafore faustiane, le varie fonti filologiche, il rapporto complesso con Schopenhauer e Wagner. Conclude il volume una sezione antologica che comprende passi (molti dei quali inediti in italiano) dalle lezioni universitarie del filosofo tedesco, lettere degli amici sulla Nascita della tragedia e i brani piú significativi dei libri utilizzati nel corso della stesura, dai quali risulta tra l'altro come Nietzsche fosse piú vicino di quanto generalmente si pensi alle principali acquisizioni e agli aspetti piú innovativi della grande filologia tedesca del suo tempo. In questa nuova edizione ho cercato di mettere in pratica la lezione di quelli che considero due maestri: Mazzino Montinari, che mi ha insegnato l’importanza delle fonti e delle citazioni nascoste, che rivelano la trama di un fitto dialogo dell’autore con i suoi modelli o punti di riferimento; Michele Ranchetti, che ci teneva invece a sottolineare l’importanza del contesto culturale, considerare la singola opera in parte come evento collettivo, frutto di una rete di relazioni, colloqui con gli amici, dibattiti, spunti polemici e via dicendo. Di qui l’importanza dei carteggi, in quanto spesso vi affiora con chiarezza il complesso processo di gestazione di un’opera o l’elaborazione di alcuni concetti chiave prima di approdare alla stesura finale. Per tale motivo ho dato ampio spazio nell’introduzione al carteggio con Rohde e ho riportato in appendice alcune lettere di Nietzsche e dei suoi gli amici sugli scritti che precedono e preparano la Nascita della tragedia: ad es. la lettera di Romundt (del luglio 1871), il quale fa sapere a Nietzsche che i Ritschl avrebbero gradito una “maggiore chiarezza sui concetti di apollineo e dionisiaco” (che evidentemente i due coniugi conoscono già) e Nietzsche accoglie questo suggerimento. Nella parte introduttiva mi soffermo in particolare sulla fitta trama di rimandi e metafore ispirate al Faust di Goethe, che percorrono prima le lettere che si scambiano Nietzsche e Rohde, poi vari frammenti e riaffiorano infine nella Nascita della tragedia. Queste immagini spiegano bene gli intenti di Nietzsche: riuscire, attraverso una sorta di nekya omerica, a fare rivivere la Grecia arcaica come i fantasmi del passato. Viene posto inoltre l’accento su principio cardine del libro: il tema schopenhaueriano del contrasto originario o della visione interiore che si scarica o si proietta nelle immagini sulla scena si palesa alla fine come un vero e proprio principio strutturale che si ripresenta con immagini analoghe in almeno 7 capitoli del libro.La sezione antologica fa vedere chiaramente come la Nascita della tragedia, questo testo anomalo, questa “Centaurengeburt”, come riconosceva lo stesso Nietzsche, venga di fatto influenzata da scritti non solo di filologia classica ma anche di estetica, o di teoria della musica Come è stato osservato da un filologo classico (J. Latacz) Nietzsche era un grande “Erschließer, kein Entdecker”: vale a dire non ha fatto tanto delle vere e proprie “scoperte”, ma ha sostanzialmente dischiuso nuove prospettive interpretative proprio dando un incisivo risalto alle acquisizioni filologiche dei colleghi, ridefinendo contrasti e accentuando chiaroscuri, La maggior parte delle teorie apparentemente provocatorie della Nascita della tragedia erano già note ai filologi classici. Se si prendono in esame vari testi di esponenti della grande filologia classica tedesca quali Karl Otfried Müller, Yorck von Wartenburg, Jakob Bernays, si può agevolmente osservare una serie di puntuali riscontri tra le loro acquisizioni e i diversi scritti di Nietzsche di questo periodo Lo stesso si può affermare di un testo oggigiorno quasi dimenticato, l’Apollo vaticano di Joseph Anselm Feuerbach, fratello del filosofo e padre del pittore. Inoltre si riallaccia a una grande tradizione filologica e storica di matrice romantica che ha profondamente rinnovato gli studi sul mito e questi aspetti vengono documentati nell’introduzione, nel commento e nella sezione antologica. Nel commento in particolare si rimanda ad alcune fonti ignorate dalla Nietzsche-Forschung, come ad esempio Winkelmann per il motivo della malinconia degli etruschi. Il volume è stato recensito da Gherardo Ugolini sulla rivista “Iride” del 3 dicembre 2009.
2009
Einaudi
Torino
V.Vivarelli
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