La partecipazione ad un programma di attività fisica regolare è un mezzo efficace e sicuro per prevenire e/o contrastare il declino funzionale correlato con l’invecchiamento (J Aging Phys Act. 2009,7:223-35). In relazione agli attuali cambiamenti demografici caratterizzati da un aumento della vita media della popolazione, in particolare nei paesi industrializzati, il problema della qualità della vita e dell’autosufficienza dell’anziano assumono un rilievo notevole ed impongono nuove sfide legate al concetto di “invecchiamento di successo”(Am J Psychiatry 2001,158:839–47; J Gerontol B Psychol Sci Soc Sci 2010, 65B:216-26). Da tempo sono noti in letteratura i numerosi effetti benefici sulla salute derivanti dalla pratica dell’attività fisica, ma recenti dati incoraggianti suggeriscono anche che l’esercizio fisico potrebbe ridurre il rischio di declino cognitivo e demenza senile (JAMA 2004;292:1454-1461; Arch Intern Med 2006;166:1115-1120; J Appl Physiol 2006,101:1237–1242; Clin J Sport Med 2008,18:486–500; Am J Epidemiol 2009,170:1040–1047; Neuroepidemiology 2008,31:167–173). L’attività fisica, perché sia utile per gli anziani, dovrebbe prevedere un programma multifattoriale comprendente un’attività aerobica moderatamente vigorosa, un allenamento di forza ed esercizi di potenziamento dell’equilibrio e della flessibilità (Int J Clin Pract 2009,63:303–320). Tra le varie attività proponibili nell’età adulta-anziana, la danza sportiva si configura, secondo studi presenti in letteratura, come un’attività motorio/sportiva globale efficace con effetti positivi sul benessere fisico e psicologico, ma di più recente interesse è il suo possibile ruolo sul mantenimento delle capacità cognitive (J Sports Med Phys Fitness 2009,49:480-5; J Am Acad Nurse Pract 2009, 21:108–115). Al fine di apportare un contributo al chiarimento sul ruolo che la danza sportiva può rivestire sul piano fisico ed in particolare su quello cognitivo nella terza età, abbiamo preso in esame un gruppo di soggetti anziani praticanti danza sportiva a livello ricreativo e sportivo amatoriale, comparandoli con un gruppo di soggetti sedentari (controllo) e con un gruppo di soggetti praticanti attività motoria a carattere generale (AMA), di pari età. Nello specifico, lo studio è stato condotto, previo consenso informato dei partecipanti, su un numero complessivo di 150 soggetti, sia uomini che donne, di età compresa tra 65 e 72 anni (età media 68,4 ± 0,25) in buone condizioni di salute e senza disturbi neurologici, suddivisi come prima detto in tre gruppi: il primo composto da 50 soggetti praticanti danza sportiva (balli di coppia) in modo regolare da più di tre anni e provenienti da scuole di ballo del territorio fiorentino e zone limitrofe *; il secondo composto da 50 soggetti che praticano regolarmente attività motoria adattata da tre anni; il terzo costituito da 50 soggetti che non praticano attività fisica. A tutti i soggetti partecipanti allo studio sono state valutate le caratteristiche antropometriche; sono stati somministrati specifici questionari per conoscere la percezione dello stato di salute (SF 12) e per indagare le abitudini motorio/sportive, il livello di attività fisica ed altre attività ricreative svolte nel tempo libero che possono correlare con l’aspetto cognitivo: utilizzo del computer, lettura, ascolto della musica, frequentazione di circoli dove si praticano giochi di carte, ecc.. . Sono stati inoltre effettuati test motori, quali il sit and reach test per la flessibilità muscolare ed il test di Tinetti per la valutazione dell’equilibrio sia statico che dinamico, per determinare eventuali rischi di cadute dovute a deficit coordinativi e di equilibrio. Infine sono stati effettuati alcuni test cognitivi computerizzati utilizzando il sofware “Attenzione e concentrazione” della Erickson. In particolare i quattro test cognitivi proposti prevedevano una valutazione dei tempi di reazione a stimoli sia visivi che uditivi, una prova per valutare la capacità attentiva e la memoria (ripetizione diretta di cifre) ed un’ultima per indagare l’attenzione distribuita mediante una prova di doppio compito contemporaneo tra stimoli visivi ed uditivi. * Club 85 (Sesto Fiorentino), Circolo la Scintilla (Pistoia), Circolo la Libertà (Prato) e Team Diablo (Pistoia). I nostri risultati hanno evidenziato che i soggetti che praticano Danza ed AMA presentano valori in media statisticamente migliori rispetto al gruppo controllo dei soggetti sedentari in tutti i vari test proposti sia motori che cognitivi. In particolare i soggetti che praticano Danza Sportiva presentano nei test cognitivi valori significativamente migliori rispetto al gruppo AMA. Interessante sottolineare che i risultati ottenuti dai questionari evidenziano gruppi omogenei senza differenze particolari per titoli di studio ed abitudini ricreative che avrebbero potuto influire sui valori cognitivi rilevati. In conclusione i nostri risultati, per quanto preliminari, hanno evidenziato che la danza sportiva può rappresentare un valido strumento per il mantenimento ed il potenziamento non solo delle abilità motorie, ma anche della funzione cognitiva. Pertanto può essere considerata come un’attività globale efficace proponibile nell’anziano per il mantenimento sia delle capacità fisiche che delle funzioni cognitive. La Danza Sportiva, oltre a favorire il miglioramento di varie abilità motorie, presenta infatti caratteristiche peculiari, rispetto ad altre attività motorie/sportive (Front Aging Neurosci. 2010,2:pii: 31), legate anche alla presenza del ritmo musicale (Heart Lung. 2003,32:368-73), aumentando la coordinazione, migliorando i tempi di reazione e aiutando ad acquisire armonia e scioltezza. In particolare, mantiene viva l’attenzione e stimola la memoria in modo estremamente naturale in quanto è necessario concentrarsi per ricordare le varie sequenze e i vari passi tenendo conto delle molteplici nozioni tecniche. Questo determina una maggiore consapevolezza del proprio corpo ed aiuta a valorizzare la propria persona, creando la motivazione al praticare la danza stessa che peraltro rappresenta un’ottima possibilità per instaurare nuove relazioni sociali. Le caratteristiche della Danza Sportiva, tra le quali anche la sua adattabilità di tecnica di esecuzione e la sua recente notorietà, la rendono pertanto un’alternativa di training fisico e cognitivo proponibile anche nell’anziano. Maggiore autostima e benessere psico-fisico si traducono in una maggiore autonomia ed indipendenza dell’anziano e quindi migliore qualità di vita.

Danza Sportiva nella terza età / M. Marini; M. Cicha; F. Roselli; E. Sgambati; M. Monaci. - STAMPA. - (2011), pp. 14-15.

Danza Sportiva nella terza età

MARINI, MIRCA;
2011

Abstract

La partecipazione ad un programma di attività fisica regolare è un mezzo efficace e sicuro per prevenire e/o contrastare il declino funzionale correlato con l’invecchiamento (J Aging Phys Act. 2009,7:223-35). In relazione agli attuali cambiamenti demografici caratterizzati da un aumento della vita media della popolazione, in particolare nei paesi industrializzati, il problema della qualità della vita e dell’autosufficienza dell’anziano assumono un rilievo notevole ed impongono nuove sfide legate al concetto di “invecchiamento di successo”(Am J Psychiatry 2001,158:839–47; J Gerontol B Psychol Sci Soc Sci 2010, 65B:216-26). Da tempo sono noti in letteratura i numerosi effetti benefici sulla salute derivanti dalla pratica dell’attività fisica, ma recenti dati incoraggianti suggeriscono anche che l’esercizio fisico potrebbe ridurre il rischio di declino cognitivo e demenza senile (JAMA 2004;292:1454-1461; Arch Intern Med 2006;166:1115-1120; J Appl Physiol 2006,101:1237–1242; Clin J Sport Med 2008,18:486–500; Am J Epidemiol 2009,170:1040–1047; Neuroepidemiology 2008,31:167–173). L’attività fisica, perché sia utile per gli anziani, dovrebbe prevedere un programma multifattoriale comprendente un’attività aerobica moderatamente vigorosa, un allenamento di forza ed esercizi di potenziamento dell’equilibrio e della flessibilità (Int J Clin Pract 2009,63:303–320). Tra le varie attività proponibili nell’età adulta-anziana, la danza sportiva si configura, secondo studi presenti in letteratura, come un’attività motorio/sportiva globale efficace con effetti positivi sul benessere fisico e psicologico, ma di più recente interesse è il suo possibile ruolo sul mantenimento delle capacità cognitive (J Sports Med Phys Fitness 2009,49:480-5; J Am Acad Nurse Pract 2009, 21:108–115). Al fine di apportare un contributo al chiarimento sul ruolo che la danza sportiva può rivestire sul piano fisico ed in particolare su quello cognitivo nella terza età, abbiamo preso in esame un gruppo di soggetti anziani praticanti danza sportiva a livello ricreativo e sportivo amatoriale, comparandoli con un gruppo di soggetti sedentari (controllo) e con un gruppo di soggetti praticanti attività motoria a carattere generale (AMA), di pari età. Nello specifico, lo studio è stato condotto, previo consenso informato dei partecipanti, su un numero complessivo di 150 soggetti, sia uomini che donne, di età compresa tra 65 e 72 anni (età media 68,4 ± 0,25) in buone condizioni di salute e senza disturbi neurologici, suddivisi come prima detto in tre gruppi: il primo composto da 50 soggetti praticanti danza sportiva (balli di coppia) in modo regolare da più di tre anni e provenienti da scuole di ballo del territorio fiorentino e zone limitrofe *; il secondo composto da 50 soggetti che praticano regolarmente attività motoria adattata da tre anni; il terzo costituito da 50 soggetti che non praticano attività fisica. A tutti i soggetti partecipanti allo studio sono state valutate le caratteristiche antropometriche; sono stati somministrati specifici questionari per conoscere la percezione dello stato di salute (SF 12) e per indagare le abitudini motorio/sportive, il livello di attività fisica ed altre attività ricreative svolte nel tempo libero che possono correlare con l’aspetto cognitivo: utilizzo del computer, lettura, ascolto della musica, frequentazione di circoli dove si praticano giochi di carte, ecc.. . Sono stati inoltre effettuati test motori, quali il sit and reach test per la flessibilità muscolare ed il test di Tinetti per la valutazione dell’equilibrio sia statico che dinamico, per determinare eventuali rischi di cadute dovute a deficit coordinativi e di equilibrio. Infine sono stati effettuati alcuni test cognitivi computerizzati utilizzando il sofware “Attenzione e concentrazione” della Erickson. In particolare i quattro test cognitivi proposti prevedevano una valutazione dei tempi di reazione a stimoli sia visivi che uditivi, una prova per valutare la capacità attentiva e la memoria (ripetizione diretta di cifre) ed un’ultima per indagare l’attenzione distribuita mediante una prova di doppio compito contemporaneo tra stimoli visivi ed uditivi. * Club 85 (Sesto Fiorentino), Circolo la Scintilla (Pistoia), Circolo la Libertà (Prato) e Team Diablo (Pistoia). I nostri risultati hanno evidenziato che i soggetti che praticano Danza ed AMA presentano valori in media statisticamente migliori rispetto al gruppo controllo dei soggetti sedentari in tutti i vari test proposti sia motori che cognitivi. In particolare i soggetti che praticano Danza Sportiva presentano nei test cognitivi valori significativamente migliori rispetto al gruppo AMA. Interessante sottolineare che i risultati ottenuti dai questionari evidenziano gruppi omogenei senza differenze particolari per titoli di studio ed abitudini ricreative che avrebbero potuto influire sui valori cognitivi rilevati. In conclusione i nostri risultati, per quanto preliminari, hanno evidenziato che la danza sportiva può rappresentare un valido strumento per il mantenimento ed il potenziamento non solo delle abilità motorie, ma anche della funzione cognitiva. Pertanto può essere considerata come un’attività globale efficace proponibile nell’anziano per il mantenimento sia delle capacità fisiche che delle funzioni cognitive. La Danza Sportiva, oltre a favorire il miglioramento di varie abilità motorie, presenta infatti caratteristiche peculiari, rispetto ad altre attività motorie/sportive (Front Aging Neurosci. 2010,2:pii: 31), legate anche alla presenza del ritmo musicale (Heart Lung. 2003,32:368-73), aumentando la coordinazione, migliorando i tempi di reazione e aiutando ad acquisire armonia e scioltezza. In particolare, mantiene viva l’attenzione e stimola la memoria in modo estremamente naturale in quanto è necessario concentrarsi per ricordare le varie sequenze e i vari passi tenendo conto delle molteplici nozioni tecniche. Questo determina una maggiore consapevolezza del proprio corpo ed aiuta a valorizzare la propria persona, creando la motivazione al praticare la danza stessa che peraltro rappresenta un’ottima possibilità per instaurare nuove relazioni sociali. Le caratteristiche della Danza Sportiva, tra le quali anche la sua adattabilità di tecnica di esecuzione e la sua recente notorietà, la rendono pertanto un’alternativa di training fisico e cognitivo proponibile anche nell’anziano. Maggiore autostima e benessere psico-fisico si traducono in una maggiore autonomia ed indipendenza dell’anziano e quindi migliore qualità di vita.
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