Nel saggio si analizza la diversa concezione della profezia di Giovanni Calvino e di alcuni eretici italiani, Celio Secondo Curione, Sebastiano Castellione, Giovanni Leonardo Sartori. Tale differenza implicava anche un’antinomica visione della religione, della chiesa e, conseguentemente, della tolleranza. La valorizzazione della profezia come mezzo universale, libero, diretto, del rapporto tra uomo e Dio, propria dei non conformisti, minava l’autorità delle istituzioni ecclesiastiche positive e dava fondamento ad un’ecclesiologia e ad un’escatologia alternative a quelle delle chiese magisteriali. A queste idee si oppose Calvino, con la sua ferma volontà di fondare la città di Dio sulla terra: la sua idea del carisma, istituzionalizzata e autoreferenziale, fu coerente con questa visione religiosa. Lo scontro tra il riformatore e gli italiani ebbe luogo a seguito dell’esecuzione a Ginevra, nel 1553, dell’antitrinitario spagnolo Miguel Servet, che scatenò una lunga e accesa controversia, in cui emersero alcuni principi basilari del dibattito sulla libertà religiosa nell’Europa moderna. In quell’occasione, anche la defi nizione di natura e ambiti della profezia rappresentò un terreno di confronto tra i contendenti, ancora non indagato.

Profezia e libertà. Altri aspetti della controversia tra Calvino e gli eretici italiani sul caso Serveto / Lucia Felici. - In: RIVISTA DI STORIA DEL CRISTIANESIMO. - ISSN 1827-7365. - STAMPA. - 8:(2011), pp. 357-377.

Profezia e libertà. Altri aspetti della controversia tra Calvino e gli eretici italiani sul caso Serveto

FELICI, LUCIA
2011

Abstract

Nel saggio si analizza la diversa concezione della profezia di Giovanni Calvino e di alcuni eretici italiani, Celio Secondo Curione, Sebastiano Castellione, Giovanni Leonardo Sartori. Tale differenza implicava anche un’antinomica visione della religione, della chiesa e, conseguentemente, della tolleranza. La valorizzazione della profezia come mezzo universale, libero, diretto, del rapporto tra uomo e Dio, propria dei non conformisti, minava l’autorità delle istituzioni ecclesiastiche positive e dava fondamento ad un’ecclesiologia e ad un’escatologia alternative a quelle delle chiese magisteriali. A queste idee si oppose Calvino, con la sua ferma volontà di fondare la città di Dio sulla terra: la sua idea del carisma, istituzionalizzata e autoreferenziale, fu coerente con questa visione religiosa. Lo scontro tra il riformatore e gli italiani ebbe luogo a seguito dell’esecuzione a Ginevra, nel 1553, dell’antitrinitario spagnolo Miguel Servet, che scatenò una lunga e accesa controversia, in cui emersero alcuni principi basilari del dibattito sulla libertà religiosa nell’Europa moderna. In quell’occasione, anche la defi nizione di natura e ambiti della profezia rappresentò un terreno di confronto tra i contendenti, ancora non indagato.
2011
8
357
377
Lucia Felici
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