Nella seconda metà del XIX sec. la diffusione di nuovi leganti idraulici rese possibile la realizzazione di manufatti di particolare durezza e durabilità ad imitazione della pietra naturale. L'uso di questi manufatti, denominati pietre artificiali, si diffuse in tutta l'Europa con un massimo di utilizzo all'inizio del XX sec.. Questi materiali soddisfacevano la richiesta di elementi architettonici ornamentali rendendo possibile una notevole velocità di realizzazione degli oggetti e semplificando la loro installazione con un significativo beneficio economico. A Firenze, tra il XIX e il XX secolo, è ricorrente, negli edifici in stile liberty, la realizzazione di elementi decorativi in pietra artificiale, ad imitazione della Pietra Serena, della Pietra Bigia e della Pietraforte. Le pietre artificiali erano costituite da una miscela di legante (in genere Cemento Romano, Cemento Portland o Cemento bianco) e aggregato (sabbia, ciottoli, pietra macinata), spesso addittivata con pigmenti; gli impasti erano generalmente magri. I manufatti in pietra artificiale erano prodotti in particolari "atelier", da artisti-artigiani sotto la guida di maestri che mettevano a punto ricette di diverse miscele in funzione delle richieste del committente. I prodotti artigianali erano realizzati in stampi oppure direttamente "in opera" grazie all'uso di modani (profili in lamiera galvanizzata) in modo tale da realizzare manufatti di differenti forme e dimensioni. Una volta realizzati e dopo una sufficiente stagionatura, le pietre artificiali erano successivamente lavorate e rifinite con gli utensili tipici dei muratori e degli scultori. Le ricette per la realizzazione della finta pietra sono spesso sconosciute perché conservate all’interno delle botteghe artigiane e tramandate solo oralmente. La ricerca scientifica relativa a questi materiali assume quindi una notevole importanza soprattutto se finalizzata alla conservazione e al restauro dei monumenti liberty. In questo lavoro è stata caratterizzata la pietra artificiale utilizzata in alcuni edifici fiorentini con architettura in stile liberty: Casa Galleria Carnielo, casa Galleria Vichi, Villino Uzielli, e cimiteri monumentali (Trespiano, Rifredi). Le indagini effettuate sono state di carattere mineralogico petrografico e chimico: osservazioni di sezioni sottili al microscopio ottico in luce trasmessa (OM), diffrattometria a raggi X (XRD), spettrometria di fluorescenza di raggi X (XRF), analisi microchimiche e morfologiche per microscopia elettronica a scansione (SEM-EDS), in modo da determinare ed evidenziare alcune caratteristiche fondamentali dei materiali oggetto di studio, come il rapporto legante/aggregato, la natura del legante, la scelta e la selezione dell'aggregato, la presenza di sali solubili ecc.. Questi dati, unitamente a quelli sulla modalità di realizzazione (a stampo o direttamente in opera) sono stati presi in considerazione oltre che per individuare le tecniche produttive dei diversi "atelier" anche per comprendere le fenomenologie alterative in atto. Infatti le note caratteristiche di durabilità di questo materiale, realizzato per lo più con Cemento Romano che ne garantiva una maggiore conservazione rispetto ai materiali realizzati con il Portland, vengono a decadere soprattutto negli elementi decorativi realizzati con l'aiuto di intelaiature metalliche che in molti casi oggi necessitano invece di un adeguato intervento di restauro e in futuro di appropriati programmi di manutenzione.

Le pietre artificiali nell’architettura Liberty a Firenze: dalla caratterizzazione al restauro / E. Cantisani; F. Fratini; E. Pecchioni; A. Falabella; S. Caciagli. - ELETTRONICO. - (2010), pp. 1-1. (Intervento presentato al convegno Giornata di Studio sulle applicazioni mineralogiche e petrografiche ai Beni Culturali GABEC, Roma tenutosi a Roma nel 14 Giugno 2010).

Le pietre artificiali nell’architettura Liberty a Firenze: dalla caratterizzazione al restauro

PECCHIONI, ELENA;
2010

Abstract

Nella seconda metà del XIX sec. la diffusione di nuovi leganti idraulici rese possibile la realizzazione di manufatti di particolare durezza e durabilità ad imitazione della pietra naturale. L'uso di questi manufatti, denominati pietre artificiali, si diffuse in tutta l'Europa con un massimo di utilizzo all'inizio del XX sec.. Questi materiali soddisfacevano la richiesta di elementi architettonici ornamentali rendendo possibile una notevole velocità di realizzazione degli oggetti e semplificando la loro installazione con un significativo beneficio economico. A Firenze, tra il XIX e il XX secolo, è ricorrente, negli edifici in stile liberty, la realizzazione di elementi decorativi in pietra artificiale, ad imitazione della Pietra Serena, della Pietra Bigia e della Pietraforte. Le pietre artificiali erano costituite da una miscela di legante (in genere Cemento Romano, Cemento Portland o Cemento bianco) e aggregato (sabbia, ciottoli, pietra macinata), spesso addittivata con pigmenti; gli impasti erano generalmente magri. I manufatti in pietra artificiale erano prodotti in particolari "atelier", da artisti-artigiani sotto la guida di maestri che mettevano a punto ricette di diverse miscele in funzione delle richieste del committente. I prodotti artigianali erano realizzati in stampi oppure direttamente "in opera" grazie all'uso di modani (profili in lamiera galvanizzata) in modo tale da realizzare manufatti di differenti forme e dimensioni. Una volta realizzati e dopo una sufficiente stagionatura, le pietre artificiali erano successivamente lavorate e rifinite con gli utensili tipici dei muratori e degli scultori. Le ricette per la realizzazione della finta pietra sono spesso sconosciute perché conservate all’interno delle botteghe artigiane e tramandate solo oralmente. La ricerca scientifica relativa a questi materiali assume quindi una notevole importanza soprattutto se finalizzata alla conservazione e al restauro dei monumenti liberty. In questo lavoro è stata caratterizzata la pietra artificiale utilizzata in alcuni edifici fiorentini con architettura in stile liberty: Casa Galleria Carnielo, casa Galleria Vichi, Villino Uzielli, e cimiteri monumentali (Trespiano, Rifredi). Le indagini effettuate sono state di carattere mineralogico petrografico e chimico: osservazioni di sezioni sottili al microscopio ottico in luce trasmessa (OM), diffrattometria a raggi X (XRD), spettrometria di fluorescenza di raggi X (XRF), analisi microchimiche e morfologiche per microscopia elettronica a scansione (SEM-EDS), in modo da determinare ed evidenziare alcune caratteristiche fondamentali dei materiali oggetto di studio, come il rapporto legante/aggregato, la natura del legante, la scelta e la selezione dell'aggregato, la presenza di sali solubili ecc.. Questi dati, unitamente a quelli sulla modalità di realizzazione (a stampo o direttamente in opera) sono stati presi in considerazione oltre che per individuare le tecniche produttive dei diversi "atelier" anche per comprendere le fenomenologie alterative in atto. Infatti le note caratteristiche di durabilità di questo materiale, realizzato per lo più con Cemento Romano che ne garantiva una maggiore conservazione rispetto ai materiali realizzati con il Portland, vengono a decadere soprattutto negli elementi decorativi realizzati con l'aiuto di intelaiature metalliche che in molti casi oggi necessitano invece di un adeguato intervento di restauro e in futuro di appropriati programmi di manutenzione.
2010
Studio sulle applicazioni mineralogiche e petrografiche ai Beni Culturali
Giornata di Studio sulle applicazioni mineralogiche e petrografiche ai Beni Culturali GABEC, Roma
Roma
E. Cantisani; F. Fratini; E. Pecchioni; A. Falabella; S. Caciagli
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