Scopo del lavoro: Valutare in modo prospettico l'incidenza di margini chirurgici positivi e il rischio di recidiva locale in pazienti trattati mediante tecnica di enucleazione (TE) utilizzando il naturale piano di clivaggio tra parenchima sano e tumore, senza ablazione del letto tumorale. Materiali e metodi: Nel periodo tra Gennaio 2005 e Dicembre 2007, 201 pazienti consecutivi sono stati sottoposti a TE senza ablazione del letto tumorale. Complessivamente, 164 pazienti sono stati trattati con TE per carcinoma a cellule renali (RCC) singolo, sporadico.Tutti i campioni istologici sono stati analizzati da due uropatologi (C.D.C.; M.R.R.). Tutti i pazienti sono stati rivalutati mediante TC addome con mezzo di contrasto eseguita all'ultimo follow-up. Risultati: Dei 201 tumori, 164 (81.6%) sono stati classificati come RCC ed inclusi nello studio. Le dimensioni tumorali patologiche medie (mediana, range) erano di 3.5 (3.2, 0.512.5) cm. Il 70.1% dei tumori erano carcinomi a cellule chiare; 16.5%, papillari; 11.6%, cromofobi. In totale, il 13.4% erano G1, il 78.6% G2 e l' 8%G3. Lo stadio patologico era pT1a in 115 casi (70.2%), pT1b in 31 (18.9%), pT2 in 3 (1.8%), pT3a in 15 (9.1%). I margini chirurgici sono risultati sempre negativi. Il follow-up medio (range) è stato di 40 (2562) mesi. La sopravvivenza libera da progressione a 3 anni è stata del 95.6%. Durante il follow-up, 7 pazienti hanno avuto una progressione di malattia (4.3%) e di questi, 2 sono deceduti per RCC, mentre 10 pazienti sono deceduti per cause non relative alla patologia neoplastica renale. Dei 7 pazienti con progressione di malattia, 3 hanno avuto una recidiva locale (1.8%). Tuttavia, solo uno di questi (0.6%) ha riportato una recidiva locale sul letto di enucleazione, rilevata a distanza di 35 mesi dall'intervento mentre nei 2 restanti pazienti (1.2%) è stata fatta diagnosi di recidiva renale in altra sede associata a metastasi a distanza, diagnosticate a 16 e 13 mesi dall'intervento, suggerendo un possibile RCC multifocale metacrono o RCC multifocale sincrono non rilevato all'imaging preoperatorio. I restanti 4 pazienti (2.4%) hanno sviluppato metastasi a distanza senza evidenza di recidiva locale. Il tasso di recidiva locale/sistemica è stato di 1.7% nei pT1a, 3.2% nei pT1b e 26.7% nei pT3a. Inoltre, tale percentuale è stata del 2% nelle procedure di elezione, e del 31.8% in caso di indicazione imperativa. Discussione: Il nostro studio prospettico evidenzia ad un follow-up medio di 40 mesi la radicalità oncologica della tecnica di enucleazione eseguita "in vivo" e conferma gli ottimi risultati istologici ottenuti e già pubblicati. Messaggio conclusivo: I nostri risultati patologici e clinici suggeriscono che l'enucleazione tumorale senza l'ablazione del letto chirurgico è una tecnica di per se efficace e sicura e che l'ablazione del letto di enucleazione può eventualmente rivestire un ruolo emostatico ma non ha alcun effetto sulla radicalità oncologica.

RECIDIVA LOCALE DOPO ENUCLEAZIONE DEI TUMORI RENALI SENZA ABLAZIONE DEL LETTO TUMORALE: RISULTATI CLINICI PRELIMINARI DI UNO STUDIO PROSPETTICO MONOCENTRICO / S. Serni; A. Minervini; A. Tuccio; S. Posi; G. Siena; G. Vittori; S. Khorrami; S. Giancane; A. Lapini; M. Carini. - STAMPA. - Atti 83° Congresso Nazionale SIU:(2010), pp. 53-53. (Intervento presentato al convegno 83°Congresso SIU tenutosi a Milano nel 17-20 ottobre).

RECIDIVA LOCALE DOPO ENUCLEAZIONE DEI TUMORI RENALI SENZA ABLAZIONE DEL LETTO TUMORALE: RISULTATI CLINICI PRELIMINARI DI UNO STUDIO PROSPETTICO MONOCENTRICO

SERNI, SERGIO;MINERVINI, ANDREA;CARINI, MARCO
2010

Abstract

Scopo del lavoro: Valutare in modo prospettico l'incidenza di margini chirurgici positivi e il rischio di recidiva locale in pazienti trattati mediante tecnica di enucleazione (TE) utilizzando il naturale piano di clivaggio tra parenchima sano e tumore, senza ablazione del letto tumorale. Materiali e metodi: Nel periodo tra Gennaio 2005 e Dicembre 2007, 201 pazienti consecutivi sono stati sottoposti a TE senza ablazione del letto tumorale. Complessivamente, 164 pazienti sono stati trattati con TE per carcinoma a cellule renali (RCC) singolo, sporadico.Tutti i campioni istologici sono stati analizzati da due uropatologi (C.D.C.; M.R.R.). Tutti i pazienti sono stati rivalutati mediante TC addome con mezzo di contrasto eseguita all'ultimo follow-up. Risultati: Dei 201 tumori, 164 (81.6%) sono stati classificati come RCC ed inclusi nello studio. Le dimensioni tumorali patologiche medie (mediana, range) erano di 3.5 (3.2, 0.512.5) cm. Il 70.1% dei tumori erano carcinomi a cellule chiare; 16.5%, papillari; 11.6%, cromofobi. In totale, il 13.4% erano G1, il 78.6% G2 e l' 8%G3. Lo stadio patologico era pT1a in 115 casi (70.2%), pT1b in 31 (18.9%), pT2 in 3 (1.8%), pT3a in 15 (9.1%). I margini chirurgici sono risultati sempre negativi. Il follow-up medio (range) è stato di 40 (2562) mesi. La sopravvivenza libera da progressione a 3 anni è stata del 95.6%. Durante il follow-up, 7 pazienti hanno avuto una progressione di malattia (4.3%) e di questi, 2 sono deceduti per RCC, mentre 10 pazienti sono deceduti per cause non relative alla patologia neoplastica renale. Dei 7 pazienti con progressione di malattia, 3 hanno avuto una recidiva locale (1.8%). Tuttavia, solo uno di questi (0.6%) ha riportato una recidiva locale sul letto di enucleazione, rilevata a distanza di 35 mesi dall'intervento mentre nei 2 restanti pazienti (1.2%) è stata fatta diagnosi di recidiva renale in altra sede associata a metastasi a distanza, diagnosticate a 16 e 13 mesi dall'intervento, suggerendo un possibile RCC multifocale metacrono o RCC multifocale sincrono non rilevato all'imaging preoperatorio. I restanti 4 pazienti (2.4%) hanno sviluppato metastasi a distanza senza evidenza di recidiva locale. Il tasso di recidiva locale/sistemica è stato di 1.7% nei pT1a, 3.2% nei pT1b e 26.7% nei pT3a. Inoltre, tale percentuale è stata del 2% nelle procedure di elezione, e del 31.8% in caso di indicazione imperativa. Discussione: Il nostro studio prospettico evidenzia ad un follow-up medio di 40 mesi la radicalità oncologica della tecnica di enucleazione eseguita "in vivo" e conferma gli ottimi risultati istologici ottenuti e già pubblicati. Messaggio conclusivo: I nostri risultati patologici e clinici suggeriscono che l'enucleazione tumorale senza l'ablazione del letto chirurgico è una tecnica di per se efficace e sicura e che l'ablazione del letto di enucleazione può eventualmente rivestire un ruolo emostatico ma non ha alcun effetto sulla radicalità oncologica.
2010
Atti 83° Congresso SIU
83°Congresso SIU
Milano
S. Serni; A. Minervini; A. Tuccio; S. Posi; G. Siena; G. Vittori; S. Khorrami; S. Giancane; A. Lapini; M. Carini
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