Scopo del lavoro: Il carcinoma renale multifocale (CRM) rappresenta un’entità nosologica di difficile inquadramento clinico dal punto di vista diagnostico e prognostico. L’obiettivo dello studio è di valutare il ruolo prognostico della multifocalità nei pazienti con carcinoma renale parenchimale. Materiali e metodi: 249/5378 pazienti (4.6%) con età mediana di 63 anni e con follow-up mediano di 42 mesi, afferenti da 16 centri urologici nazionali partecipanti allo studio Surveillance and Treatment Update Renal Neoplasma (SATURN) promosso dalla Fondazione L.U.N.A., risultavano affetti da CRM. In tutti i pazienti l’intervento chirurgico è consistito nell’effettuazione di una nefrectomia radicale o di una nefrectomia parziale in condizioni di necessità o di elezione. L’analisi statistica ha consentito di osservare l’associazione significativa tra il CRM e le variabili considerate (presenza di sintomi alla diagnosi, tipologia della nefrectomia, pattern istologico, stadiazione del tumore e presenza della necrosi coagulativa), la CSS nel campione analizzato e l’individuazione dei parametri predittivi di mortalità sia nell’intero campione dei pazienti con CRM e sia nei pazienti con CRM in assenza di metastasi linfonodali e di metastasi a distanza (pN0M0). Risultati: La frequenza del CRM risulta significativamente associata con la presenza di sintomi alla diagnosi, con lo stadio patologico della neoplasia, con l’invasione linfonodale, la presenza di metastasi a distanza, con l’istotipo, con la presenza della necrosi coagulativa (p <0.001). Ad un follow-up mediano di 48 mesi, la sopravvivenza causa-specifica a 5 anni è stata del 84.1% nei tumori unifocali e del 71.1% in quelli multifocali (p <0.0001). In analisi univariata, la multifocalità è risutata significativamente associata alla sopravvivenza causa-specifica (H.R: 1.8; p<0.001). In analisi multivariata, la multifocalità non è risultata essere una variabile predittiva indipendente della sopravvivenza malattia-specifica (H.R: 1.2; p= 0.355), una volta corretto per sesso del paziente, modalità di presentazione, istotipo, stadio patologico TNM e grading nucleare. Lo stesso dato è stato riconfermato in un‘analisi per sottogruppi limitata ai pazienti con malattia in stadio patologico N0M0 (H.R. 1.3 p= 0.444). Messaggio conclusivo: Nel nostro studio, la multifocalità non è risultata una variabile predittiva indipendente della sopravvivenza malattia-specifica.

RUOLO PROGNOSTICO DELLA MULTIFOCALITÀ NEI PAZIENTI CON CARCINOMA RENALE PARENCHIMALE: DATI DEL DATABASE SATURN / S. Siracusano; S. Ciciliato; N. Lampropoulou; G. Martorana; A. Antonelli; C. Simeone; S. Cosciani Cunico; M. Carini; A. Minervini; A. Simonato; C. Imbimbo; G. Novara; G. Martignoni; R. Bertini; G. Carmignani; V. Ficarra. - STAMPA. - Atti 83° Congresso Nazionale SIU:(2010), pp. 178-178. (Intervento presentato al convegno 83°Congresso SIU tenutosi a Milano nel 17-20 ottobre).

RUOLO PROGNOSTICO DELLA MULTIFOCALITÀ NEI PAZIENTI CON CARCINOMA RENALE PARENCHIMALE: DATI DEL DATABASE SATURN

CARINI, MARCO;MINERVINI, ANDREA;
2010

Abstract

Scopo del lavoro: Il carcinoma renale multifocale (CRM) rappresenta un’entità nosologica di difficile inquadramento clinico dal punto di vista diagnostico e prognostico. L’obiettivo dello studio è di valutare il ruolo prognostico della multifocalità nei pazienti con carcinoma renale parenchimale. Materiali e metodi: 249/5378 pazienti (4.6%) con età mediana di 63 anni e con follow-up mediano di 42 mesi, afferenti da 16 centri urologici nazionali partecipanti allo studio Surveillance and Treatment Update Renal Neoplasma (SATURN) promosso dalla Fondazione L.U.N.A., risultavano affetti da CRM. In tutti i pazienti l’intervento chirurgico è consistito nell’effettuazione di una nefrectomia radicale o di una nefrectomia parziale in condizioni di necessità o di elezione. L’analisi statistica ha consentito di osservare l’associazione significativa tra il CRM e le variabili considerate (presenza di sintomi alla diagnosi, tipologia della nefrectomia, pattern istologico, stadiazione del tumore e presenza della necrosi coagulativa), la CSS nel campione analizzato e l’individuazione dei parametri predittivi di mortalità sia nell’intero campione dei pazienti con CRM e sia nei pazienti con CRM in assenza di metastasi linfonodali e di metastasi a distanza (pN0M0). Risultati: La frequenza del CRM risulta significativamente associata con la presenza di sintomi alla diagnosi, con lo stadio patologico della neoplasia, con l’invasione linfonodale, la presenza di metastasi a distanza, con l’istotipo, con la presenza della necrosi coagulativa (p <0.001). Ad un follow-up mediano di 48 mesi, la sopravvivenza causa-specifica a 5 anni è stata del 84.1% nei tumori unifocali e del 71.1% in quelli multifocali (p <0.0001). In analisi univariata, la multifocalità è risutata significativamente associata alla sopravvivenza causa-specifica (H.R: 1.8; p<0.001). In analisi multivariata, la multifocalità non è risultata essere una variabile predittiva indipendente della sopravvivenza malattia-specifica (H.R: 1.2; p= 0.355), una volta corretto per sesso del paziente, modalità di presentazione, istotipo, stadio patologico TNM e grading nucleare. Lo stesso dato è stato riconfermato in un‘analisi per sottogruppi limitata ai pazienti con malattia in stadio patologico N0M0 (H.R. 1.3 p= 0.444). Messaggio conclusivo: Nel nostro studio, la multifocalità non è risultata una variabile predittiva indipendente della sopravvivenza malattia-specifica.
2010
Atti 83° Congresso SIU
83°Congresso SIU
Milano
S. Siracusano; S. Ciciliato; N. Lampropoulou; G. Martorana; A. Antonelli; C. Simeone; S. Cosciani Cunico; M. Carini; A. Minervini; A. Simonato; C. Imbimbo; G. Novara; G. Martignoni; R. Bertini; G. Carmignani; V. Ficarra
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