Juan Gelman, Leónidas Lamborghini, Francisco Urondo, César Ferández Moreno, fra i nomi più noti della generazione poetica argentina degli anni sessanta, riprendono la concezione di un’arte verbale critico che l’avanguardia ispanoamericana aveva proposto come prioritaria. Completano il lavoro dei suoi predecessori, soprattutto dell’ultimo Huidobro, che dopo Altazor abbandona gli aspetti più esterni del gioco, e di César Vallejo, creando uno spazio poetico dove l’emozione, la soggettività, coesistono con la sperimentazione del linguaggio, dove il piacere della costruzione, delle sottigliezze delle deformazioni linguistiche sono indissolubilmente legate al sentimento. Riguardo al passato avanguardista questa generazione ha avuto quindi il pregio sia della continuazione sia dell’innovazione. Ha cercato la libertà linguistica inseguendo l’oralità, ha aperto il passaggio fra le pratiche testuali differenti, ha dato spazio a una intersoggettività inducendo il lettore a diventare attivo nella produzione del senso ed è riuscita infine nell’impegno di congiungere il piacere della costruzione, delle sottigliezze delle deformazioni linguistiche al sentimento, creando in questo modo una commossa parola poetica.

L’esperienza poetica nell’Argentina degli anni Sessanta / S.Lafuente. - In: LINGUE E LINGUAGGI. - ISSN 2239-0359. - ELETTRONICO. - 7:(2012), pp. 219-228.

L’esperienza poetica nell’Argentina degli anni Sessanta

LAFUENTE, SILVIA DEL VALLE
2012

Abstract

Juan Gelman, Leónidas Lamborghini, Francisco Urondo, César Ferández Moreno, fra i nomi più noti della generazione poetica argentina degli anni sessanta, riprendono la concezione di un’arte verbale critico che l’avanguardia ispanoamericana aveva proposto come prioritaria. Completano il lavoro dei suoi predecessori, soprattutto dell’ultimo Huidobro, che dopo Altazor abbandona gli aspetti più esterni del gioco, e di César Vallejo, creando uno spazio poetico dove l’emozione, la soggettività, coesistono con la sperimentazione del linguaggio, dove il piacere della costruzione, delle sottigliezze delle deformazioni linguistiche sono indissolubilmente legate al sentimento. Riguardo al passato avanguardista questa generazione ha avuto quindi il pregio sia della continuazione sia dell’innovazione. Ha cercato la libertà linguistica inseguendo l’oralità, ha aperto il passaggio fra le pratiche testuali differenti, ha dato spazio a una intersoggettività inducendo il lettore a diventare attivo nella produzione del senso ed è riuscita infine nell’impegno di congiungere il piacere della costruzione, delle sottigliezze delle deformazioni linguistiche al sentimento, creando in questo modo una commossa parola poetica.
2012
7
219
228
S.Lafuente
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