Il Concept del progetto intende cogliere la grande opportunità offerta dall’essere a Bolzano, in via Renon, in un ambito caratterizzato dalla presenza di edifici a forte valenza pubblica, partecipando appieno al complesso processo di ridefinizione e rivitalizzazione dell’areale ferroviario e al recupero a funzioni urbane dello scalo merci. L’ edificio, dalla particolare scala urbana, si pone quale elemento ordinatore dei rapporti dimensionali tra il nuovo manufatto e i sistemi insediativi ivi preesistenti (nucleo antico e nucleo più recente) o di nuova previsione (il citato progetto urbano per l’area delle ferrovie). Il tema della valorizzazione della memoria della città e del come meglio rappresentarla, è il presupposto principale dell’intervento. Il progetto contemporaneo, ancor più quando inserito in un contesto edificato, e ancor più in quanto opera pubblica facilmente riconoscibile, deve sapersi porre come memoria di un patrimonio collettivo del passato e come presagio di scenari futuri. La soluzione proposta affronta e risolve questo tema demolendo completamente l’edificio esistente su via Renon, come richiesto dal bando, ma proponendo un edificio nuovo che sappia però conservare la memoria del luogo, qui rappresentata dall’ edificio con “erker” (tipicità che caratterizza tuttora buona parte del centro antico di Bolzano) con la fedele ricostruzione, con tecnologie moderne, della sola parte est della porzione di facciata, ritenuta più significativa, dell’edificio di via Renon, generando un complesso unitario e omogeneo dal punto di vista distributivo e funzionale ma che figurativamente possa pure riproporre l’immagine della città antica (sostenibilità significa anche “non dimenticare”). Ma perché questo funzioni, bisogna che “immagine dell’antico” e “immagine del nuovo” siano compatibili, abbiano qualcosa in comune, una misura almeno. L’interasse delle finestre del fronte su via Renon dell’edificio esistente coincide, per esempio, con la misura dell’interasse delle aperture del nuovo edificio. La griglia modulare cui è sottoposta l’intera composizione dell’intervento riguarda sia il nuovo, sia l’antico. Molte altre affinità sono possibili, solo per chi voglia saperle leggere, come il particolare proporzionamento dei corpi di fabbrica su via Renon, il trattamento dell’angolo est, ecc. La volumetria richiesta dal bando, che può parere eccessiva se rapportata allo scarso sedime a disposizione, impone in maniera univoca un accentuato sviluppo in altezza rispetto alla situazione preesistente. Sviluppo non solo giustificato dalle considerazioni svolte in precedenza, ma necessario per conseguire con rigore gli importanti scopi prefissati quali l’attuazione delle potenzialità insite nella particolare posizione urbana e la salvaguardia dell’immagine di parte della città antica.

La nuova sede per gli uffici della Provincia Autonoma di Bolzano / A. Manfredini; G. Manfredini. - STAMPA. - (2012), pp. 1-12.

La nuova sede per gli uffici della Provincia Autonoma di Bolzano

MANFREDINI, ALBERTO;
2012

Abstract

Il Concept del progetto intende cogliere la grande opportunità offerta dall’essere a Bolzano, in via Renon, in un ambito caratterizzato dalla presenza di edifici a forte valenza pubblica, partecipando appieno al complesso processo di ridefinizione e rivitalizzazione dell’areale ferroviario e al recupero a funzioni urbane dello scalo merci. L’ edificio, dalla particolare scala urbana, si pone quale elemento ordinatore dei rapporti dimensionali tra il nuovo manufatto e i sistemi insediativi ivi preesistenti (nucleo antico e nucleo più recente) o di nuova previsione (il citato progetto urbano per l’area delle ferrovie). Il tema della valorizzazione della memoria della città e del come meglio rappresentarla, è il presupposto principale dell’intervento. Il progetto contemporaneo, ancor più quando inserito in un contesto edificato, e ancor più in quanto opera pubblica facilmente riconoscibile, deve sapersi porre come memoria di un patrimonio collettivo del passato e come presagio di scenari futuri. La soluzione proposta affronta e risolve questo tema demolendo completamente l’edificio esistente su via Renon, come richiesto dal bando, ma proponendo un edificio nuovo che sappia però conservare la memoria del luogo, qui rappresentata dall’ edificio con “erker” (tipicità che caratterizza tuttora buona parte del centro antico di Bolzano) con la fedele ricostruzione, con tecnologie moderne, della sola parte est della porzione di facciata, ritenuta più significativa, dell’edificio di via Renon, generando un complesso unitario e omogeneo dal punto di vista distributivo e funzionale ma che figurativamente possa pure riproporre l’immagine della città antica (sostenibilità significa anche “non dimenticare”). Ma perché questo funzioni, bisogna che “immagine dell’antico” e “immagine del nuovo” siano compatibili, abbiano qualcosa in comune, una misura almeno. L’interasse delle finestre del fronte su via Renon dell’edificio esistente coincide, per esempio, con la misura dell’interasse delle aperture del nuovo edificio. La griglia modulare cui è sottoposta l’intera composizione dell’intervento riguarda sia il nuovo, sia l’antico. Molte altre affinità sono possibili, solo per chi voglia saperle leggere, come il particolare proporzionamento dei corpi di fabbrica su via Renon, il trattamento dell’angolo est, ecc. La volumetria richiesta dal bando, che può parere eccessiva se rapportata allo scarso sedime a disposizione, impone in maniera univoca un accentuato sviluppo in altezza rispetto alla situazione preesistente. Sviluppo non solo giustificato dalle considerazioni svolte in precedenza, ma necessario per conseguire con rigore gli importanti scopi prefissati quali l’attuazione delle potenzialità insite nella particolare posizione urbana e la salvaguardia dell’immagine di parte della città antica.
2012
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A. Manfredini; G. Manfredini
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