Il saggio prende in esame l’ultima raccolta poetica pubblicata in vita da Giorgio Caproni, Il conte di Kevenhüller, la cui struttura ricalca quella di un melodramma fittizio, di cui il poeta propone al lettore trama, Libretto e Musica. Indagandone il complesso intreccio di voci e generi, il saggio mostra come il libro sia interamente giocato nella dialettica fra ordine e caos, fra bisogno di narrazione e inevitabilità del “baratro”: tale oscillazione è sottolineata dal moltiplicarsi delle soglie d’ingresso al libro e, in parallelo, dall’impaccio nelle conclusioni, spesso risolte in musicali dissolvendo. Il Conte di Kevenhüller si rivela un libro di poesia multiforme, dalla struttura in apparenza salda, in realtà centrifuga e sfuggente. In questa prospettiva vengono analizzati diversi aspetti della raccolta, dalla cornice narrativa legata al simbolo della ‘Bestia’ ai personaggi ricorrenti, dai temi conduttori ai dilemmi dello stile e del linguaggio, teso a rincorrere un discorso poetico sempre più filosofico e meditativo, al cui centro è l’indagine sui limiti del pensiero e della parola poetica stessa

Prove di melodramma in poesia: Il conte di Kevenhüller di Giorgio Caproni / Anna Chella. - In: SOGLIE. - ISSN 2283-3218. - STAMPA. - (2011), pp. 22-41.

Prove di melodramma in poesia: Il conte di Kevenhüller di Giorgio Caproni

CHELLA, ANNA
2011

Abstract

Il saggio prende in esame l’ultima raccolta poetica pubblicata in vita da Giorgio Caproni, Il conte di Kevenhüller, la cui struttura ricalca quella di un melodramma fittizio, di cui il poeta propone al lettore trama, Libretto e Musica. Indagandone il complesso intreccio di voci e generi, il saggio mostra come il libro sia interamente giocato nella dialettica fra ordine e caos, fra bisogno di narrazione e inevitabilità del “baratro”: tale oscillazione è sottolineata dal moltiplicarsi delle soglie d’ingresso al libro e, in parallelo, dall’impaccio nelle conclusioni, spesso risolte in musicali dissolvendo. Il Conte di Kevenhüller si rivela un libro di poesia multiforme, dalla struttura in apparenza salda, in realtà centrifuga e sfuggente. In questa prospettiva vengono analizzati diversi aspetti della raccolta, dalla cornice narrativa legata al simbolo della ‘Bestia’ ai personaggi ricorrenti, dai temi conduttori ai dilemmi dello stile e del linguaggio, teso a rincorrere un discorso poetico sempre più filosofico e meditativo, al cui centro è l’indagine sui limiti del pensiero e della parola poetica stessa
2011
22
41
Anna Chella
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