Il contributo affronta il tema della rapporto tra crisi, territorio e conflitto esplorando tre discorsi pubblici sulla crisi, socialmente costruiti nella scena politica e nella comunicazione pubblica. Il primo, definibile come growth-oriented, è quello costruito dalla maggior parte dei governi e delle élite internazionali e imposto come agenda politica universale: il discorso che dice che per uscire dalla crisi sono necessari più crescita, più competività, più flessibilità, più aggressività individuale, più privato, più mercato, più consumi, meno vincoli nello sfruttamento delle risorse umane e ambientali, insomma l’ulteriore rafforzamento del paradigma sociale che ha dominato il mondo negli ultimi decenni. Il secondo discorso, definibile come (new)welfare-oriented, è quello che propone la difesa dell’ordine economico spezzato dalla crisi e ne richiede la ripresa e il rilancio (e una riforma per renderlo economicamente compatibile). Il terzo discorso, che si propone di definire territory-oriented (o anche commons-oriented), rintraccia le cause della crisi in un lungo processo di trasformazioni economiche, ambientali e territoriali e sostiene che l’uscita dalla crisi richiede una forte discontinuità con le politiche del passato, un profondo processo di riconversione produttiva, un cambiamento dei modi di vivere e di abitare, un rafforzamento dei meccanismi di interazione e di protagonismo dei cittadini, l’affermazione di nuovi indicatori di felicità e di ricchezza, la creazione di nuovi commons. In questa definizione della crisi, il ruolo del territorio e dei beni comuni assume un significato importante.

Crisi, incertezza, conflitto:il territorio come opportunità / Giancarlo Paba; Camilla Perrone. - In: ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI. - ISSN 0004-0177. - STAMPA. - XLIV, N. 106:(2013), pp. 112-118.

Crisi, incertezza, conflitto:il territorio come opportunità

PABA, GIANCARLO;PERRONE, CAMILLA
2013

Abstract

Il contributo affronta il tema della rapporto tra crisi, territorio e conflitto esplorando tre discorsi pubblici sulla crisi, socialmente costruiti nella scena politica e nella comunicazione pubblica. Il primo, definibile come growth-oriented, è quello costruito dalla maggior parte dei governi e delle élite internazionali e imposto come agenda politica universale: il discorso che dice che per uscire dalla crisi sono necessari più crescita, più competività, più flessibilità, più aggressività individuale, più privato, più mercato, più consumi, meno vincoli nello sfruttamento delle risorse umane e ambientali, insomma l’ulteriore rafforzamento del paradigma sociale che ha dominato il mondo negli ultimi decenni. Il secondo discorso, definibile come (new)welfare-oriented, è quello che propone la difesa dell’ordine economico spezzato dalla crisi e ne richiede la ripresa e il rilancio (e una riforma per renderlo economicamente compatibile). Il terzo discorso, che si propone di definire territory-oriented (o anche commons-oriented), rintraccia le cause della crisi in un lungo processo di trasformazioni economiche, ambientali e territoriali e sostiene che l’uscita dalla crisi richiede una forte discontinuità con le politiche del passato, un profondo processo di riconversione produttiva, un cambiamento dei modi di vivere e di abitare, un rafforzamento dei meccanismi di interazione e di protagonismo dei cittadini, l’affermazione di nuovi indicatori di felicità e di ricchezza, la creazione di nuovi commons. In questa definizione della crisi, il ruolo del territorio e dei beni comuni assume un significato importante.
2013
XLIV, N. 106
112
118
Giancarlo Paba; Camilla Perrone
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