Oltre nove milioni di donne italiane in età compresa tra i 15 e i 64 anni risultano inattive nel terzo trimestre del 2012; di queste, poco meno della metà si dichiara “casalinga”, e solo una su quattro “casalinga convinta”. Per quanto si tratti di un terzo circa dell'intera popolazione femminile, le conoscenze che abbiamo su questo universo sono molto scarse. Una ricerca promossa dal Dipartimento di Scienza della Politica e Sociologia dell'Università di Firenze e finanziata dall'Amministrazione provinciale, ha studiato la loro vita e le loro strategie, le loro scelte e i loro vincoli. Nel riportare i primi risultati dell'indagine appena conclusa, il contributo mostra anzitutto come la generica etichetta di “casalinga” cela profili e percorsi inconsueti, difficilmente riconducibili a un comune denominatore, ma anche desideri, motivazioni e capacità che chiedono di essere riconosciute e valorizzate. Le principali spinte all’inattività femminile sono due. Da un lato, sono legate alla mancanza di opportunità di lavoro e all’insoddisfazione per le condizioni di lavoro offerte dal mercato in tempi di crisi. Dall'altro lato, sembrano persistere, o riapparire in nuove forme anche preoccupanti, tradizionali modelli di genere e una divisione di genere del lavoro familiare Over 9 million of Italian women aged 15-64 years are inactive, out of the labor market, in 2012’s third quarter. Nevertheless less than one out of two do not consider herself a “housewife” and only one out of four a “grateful housewife”. Even if they are only about one third of the whole female population, they are an unknown universe. A field research – promoted by the Department of Political Sciences and Sociology of the University of Florence, and financed by the Provincial administration of Florence – studied their life and strategies, their choices and constraints. Based on the first outcomes of this just finished research, the paper shows first of all as the label “housewife” hides unusual profiles and patterns, very different from each other, as well as motivations, expectations and capabilities that ask for social recognition and appreciation. The main reasons of female inactivity are twofold. In the one hand, they are related to the lack of job opportunities and the unsatisfactory working conditions offered by a labor market in a deep crisis. On the other hand, traditional gender models and gender based division of labor within the families seem to persist or reappear in new and alarming forms

Convinte o disperate: casalinghe italiane in tempo di crisi / Franca Maria alacevich; Annalisa Tonarelli. - In: AG-ABOUT GENDER. - ISSN 2279-5057. - ELETTRONICO. - vol. 2, n. 4, anno 2013:(2013), pp. 120-140.

Convinte o disperate: casalinghe italiane in tempo di crisi

ALACEVICH, FRANCA MARIA;TONARELLI, ANNALISA
2013

Abstract

Oltre nove milioni di donne italiane in età compresa tra i 15 e i 64 anni risultano inattive nel terzo trimestre del 2012; di queste, poco meno della metà si dichiara “casalinga”, e solo una su quattro “casalinga convinta”. Per quanto si tratti di un terzo circa dell'intera popolazione femminile, le conoscenze che abbiamo su questo universo sono molto scarse. Una ricerca promossa dal Dipartimento di Scienza della Politica e Sociologia dell'Università di Firenze e finanziata dall'Amministrazione provinciale, ha studiato la loro vita e le loro strategie, le loro scelte e i loro vincoli. Nel riportare i primi risultati dell'indagine appena conclusa, il contributo mostra anzitutto come la generica etichetta di “casalinga” cela profili e percorsi inconsueti, difficilmente riconducibili a un comune denominatore, ma anche desideri, motivazioni e capacità che chiedono di essere riconosciute e valorizzate. Le principali spinte all’inattività femminile sono due. Da un lato, sono legate alla mancanza di opportunità di lavoro e all’insoddisfazione per le condizioni di lavoro offerte dal mercato in tempi di crisi. Dall'altro lato, sembrano persistere, o riapparire in nuove forme anche preoccupanti, tradizionali modelli di genere e una divisione di genere del lavoro familiare Over 9 million of Italian women aged 15-64 years are inactive, out of the labor market, in 2012’s third quarter. Nevertheless less than one out of two do not consider herself a “housewife” and only one out of four a “grateful housewife”. Even if they are only about one third of the whole female population, they are an unknown universe. A field research – promoted by the Department of Political Sciences and Sociology of the University of Florence, and financed by the Provincial administration of Florence – studied their life and strategies, their choices and constraints. Based on the first outcomes of this just finished research, the paper shows first of all as the label “housewife” hides unusual profiles and patterns, very different from each other, as well as motivations, expectations and capabilities that ask for social recognition and appreciation. The main reasons of female inactivity are twofold. In the one hand, they are related to the lack of job opportunities and the unsatisfactory working conditions offered by a labor market in a deep crisis. On the other hand, traditional gender models and gender based division of labor within the families seem to persist or reappear in new and alarming forms
2013
vol. 2, n. 4, anno 2013
120
140
Franca Maria alacevich; Annalisa Tonarelli
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