La natura composita che sostanzia pressoché ogni architettura, comprese quelle di modeste dimensioni, è ben rappresentata dalla chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, dove le mutazioni dei caratteri architettonici hanno comportato anche incisivi cambiamenti nell’organizzazione e nella consistenza delle strutture. La chiesa originaria apparteneva a un complesso risalente al XIII secolo, adibito a casa di convertite sotto la regola di San Benedetto, da cui l’antica denominazione di Santa Maria Maddalena delle Convertite. Dopo l’insediamento dei cistercensi provenienti dalla Badia a Settimo, intorno a metà del XV secolo, il monastero non venne più chiamato “de’ Convertitis” ma di Cestello. A partire dal 1481, si intrapresero vasti lavori di trasformazione. La chiesa fu sopralzata e dotata di una teoria di cappelle su ciascun fianco; fu dato inizio alla costruzione di un sistema di grandi chiostri la cui completa definizione giunse a termine dopo lungo tempo. Nell’ambito di questa imponente attività di rinnovamento, secondo Giorgio Vasari e ulteriori conferme documentarie, Giuliano da Sangallo e il fratello Antonio avviarono almeno il primo chiostro antistante alla chiesa. Le indagini dirette e i rilievi a grande scala hanno messo in luce i resti della chiesa medievale, le modalità d’intervento e la portata delle trasformazioni da cui essa fu interessata. Sono state anche rinvenute strutture cupolari con apparecchio murario in mattoni a spinapesce, che potrebbe sembrare una sorta di firma dei Sangallo per le affinità che essa presenta con un noto disegno ricondotto alla cerchia dei Sangallo, dove è rappresentato il modo di costruire le ‘volte tonde di mezzane quali si voltano sanza armadura a Firenze’.
La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze. Trasformazioni tardo quattrocentesche e preesistenze medievali / Pietro Matracchi; Assunta Cutruzzolà. - STAMPA. - V.I:(2013), pp. 291-300. (Intervento presentato al convegno Aid Monuments. Conoscere, progettare, ricostruire tenutosi a Perugia nel 24-26 maggio 2012).
La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze. Trasformazioni tardo quattrocentesche e preesistenze medievali
MATRACCHI, PIETRO;
2013
Abstract
La natura composita che sostanzia pressoché ogni architettura, comprese quelle di modeste dimensioni, è ben rappresentata dalla chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, dove le mutazioni dei caratteri architettonici hanno comportato anche incisivi cambiamenti nell’organizzazione e nella consistenza delle strutture. La chiesa originaria apparteneva a un complesso risalente al XIII secolo, adibito a casa di convertite sotto la regola di San Benedetto, da cui l’antica denominazione di Santa Maria Maddalena delle Convertite. Dopo l’insediamento dei cistercensi provenienti dalla Badia a Settimo, intorno a metà del XV secolo, il monastero non venne più chiamato “de’ Convertitis” ma di Cestello. A partire dal 1481, si intrapresero vasti lavori di trasformazione. La chiesa fu sopralzata e dotata di una teoria di cappelle su ciascun fianco; fu dato inizio alla costruzione di un sistema di grandi chiostri la cui completa definizione giunse a termine dopo lungo tempo. Nell’ambito di questa imponente attività di rinnovamento, secondo Giorgio Vasari e ulteriori conferme documentarie, Giuliano da Sangallo e il fratello Antonio avviarono almeno il primo chiostro antistante alla chiesa. Le indagini dirette e i rilievi a grande scala hanno messo in luce i resti della chiesa medievale, le modalità d’intervento e la portata delle trasformazioni da cui essa fu interessata. Sono state anche rinvenute strutture cupolari con apparecchio murario in mattoni a spinapesce, che potrebbe sembrare una sorta di firma dei Sangallo per le affinità che essa presenta con un noto disegno ricondotto alla cerchia dei Sangallo, dove è rappresentato il modo di costruire le ‘volte tonde di mezzane quali si voltano sanza armadura a Firenze’.File | Dimensione | Formato | |
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