Parole chiave: gestione degli spazi pubblici, crisi del welfare, progetti innovativi Le riflessioni sviluppate relativamente al tema della gestione attuale degli spazi pubblici evidenziano una duplice chiave di lettura. Da un lato l’urbanistica, attraverso l’evoluzione dei propri strumenti di piano, ci segnala come il tema degli spazi pubblici nelle città non possa più essere affrontato a partire da valutazioni di carattere quantitativo; se valutate in termini quantitativi le aree destinate ad ospitare funzioni pubbliche risultano infatti in grado di soddisfare le esigenze delle città. Dall’altro i temi della gestione urbana fanno emergere alcune questioni solo parzialmente risolte: molti strumenti urbanistici contengono previsioni a cui le amministrazioni faticano a dare attuazione e molti degli spazi individuati come “pubblici” non sono luoghi: si configurano come spazi disponibili ma sono spesso sottoutilizzati, utilizzati impropriamente come parcheggi o peggio non accessibili. In questo quadro disciplinare si delineano, per il progetto dello spazio pubblico, due approcci operativi: 1. Lavorare per integrare nella dimensione fisica della città lo spazio pubblico, che è uno spazio complesso capace di contribuire a migliorare differenti situazioni urbane come la sostenibilità ambientale, la sicurezza urbana, la vitalità dei luoghi, la presenza di aree marginali. Infine sono elementi fondamentali per ri-definire una struttura urbana e contribuiscono alla qualità della città in termini estetici e culturali. 2. Ampliare lo spazio del progetto fino ad includere gli aspetti immateriali capaci di trasformare uno spazio in un luogo. Uno spazio pubblico deve essere frequentato ed animato, per questo motivo è importante individuare quali possano essere i soggetti coinvolgibili e facilitare la partecipazione dei cittadini. Il progetto dello spazio pubblico non può limitarsi ad una seppur sofisticata operazione di re-shaping, ma deve farsi carico di prevedere una fase di gestione e di manutenzione degli spazi, che permetta loro di essere utilizzabili e funzionali nel tempo. Negli ultimi anni la crisi del welfare ha reso più incerte le traiettorie relative alla strutturazione e gestione degli spazi pubblici nelle nostre città. Interventi articolati, spesso programmati sul medio periodo, sono stati ripensati alla luce delle mutate condizioni economiche cambiando la natura e la qualità dell’intervento pubblico. Una terza dimensione operativa emerge come rilevante: lo studio degli esempi virtuosi, a cui far riferimento in un contesto di carenza di risorse. La ricerca si è rivolta a progetti capaci di moltiplicare le utilità, finalizzati a risolvere contemporaneamente più questioni, interventi light e low-cost, microinterventi destinati talvolta a rispondere a esigenze temporanee, fino agli esempi della Pop-Up City, che propone interventi estemporanei in risposta a un evento.

Nuovi spazi pubblici. Politiche e progetti nella contemporaneità / Corsini Daniela. - STAMPA. - (2013), pp. 78-80. (Intervento presentato al convegno R.E.D.S. Rome Ecological Design Symposium) [10.978.8895623/924].

Nuovi spazi pubblici. Politiche e progetti nella contemporaneità

CORSINI, DANIELA
2013

Abstract

Parole chiave: gestione degli spazi pubblici, crisi del welfare, progetti innovativi Le riflessioni sviluppate relativamente al tema della gestione attuale degli spazi pubblici evidenziano una duplice chiave di lettura. Da un lato l’urbanistica, attraverso l’evoluzione dei propri strumenti di piano, ci segnala come il tema degli spazi pubblici nelle città non possa più essere affrontato a partire da valutazioni di carattere quantitativo; se valutate in termini quantitativi le aree destinate ad ospitare funzioni pubbliche risultano infatti in grado di soddisfare le esigenze delle città. Dall’altro i temi della gestione urbana fanno emergere alcune questioni solo parzialmente risolte: molti strumenti urbanistici contengono previsioni a cui le amministrazioni faticano a dare attuazione e molti degli spazi individuati come “pubblici” non sono luoghi: si configurano come spazi disponibili ma sono spesso sottoutilizzati, utilizzati impropriamente come parcheggi o peggio non accessibili. In questo quadro disciplinare si delineano, per il progetto dello spazio pubblico, due approcci operativi: 1. Lavorare per integrare nella dimensione fisica della città lo spazio pubblico, che è uno spazio complesso capace di contribuire a migliorare differenti situazioni urbane come la sostenibilità ambientale, la sicurezza urbana, la vitalità dei luoghi, la presenza di aree marginali. Infine sono elementi fondamentali per ri-definire una struttura urbana e contribuiscono alla qualità della città in termini estetici e culturali. 2. Ampliare lo spazio del progetto fino ad includere gli aspetti immateriali capaci di trasformare uno spazio in un luogo. Uno spazio pubblico deve essere frequentato ed animato, per questo motivo è importante individuare quali possano essere i soggetti coinvolgibili e facilitare la partecipazione dei cittadini. Il progetto dello spazio pubblico non può limitarsi ad una seppur sofisticata operazione di re-shaping, ma deve farsi carico di prevedere una fase di gestione e di manutenzione degli spazi, che permetta loro di essere utilizzabili e funzionali nel tempo. Negli ultimi anni la crisi del welfare ha reso più incerte le traiettorie relative alla strutturazione e gestione degli spazi pubblici nelle nostre città. Interventi articolati, spesso programmati sul medio periodo, sono stati ripensati alla luce delle mutate condizioni economiche cambiando la natura e la qualità dell’intervento pubblico. Una terza dimensione operativa emerge come rilevante: lo studio degli esempi virtuosi, a cui far riferimento in un contesto di carenza di risorse. La ricerca si è rivolta a progetti capaci di moltiplicare le utilità, finalizzati a risolvere contemporaneamente più questioni, interventi light e low-cost, microinterventi destinati talvolta a rispondere a esigenze temporanee, fino agli esempi della Pop-Up City, che propone interventi estemporanei in risposta a un evento.
2013
Monograph.it. Vol. 5: R.E.D.S Rome ecological design symposium.
R.E.D.S. Rome Ecological Design Symposium
Corsini Daniela
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